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Debutto alla Carnegie Hall di New York per la violinista italiana Irene Abrigo

MUSICA

La musicista torinese residente in Svizzera ha fondato e dirige  l’Associazione “Pourquoipas” , che si occupa di sviluppare progetti multimediali innovativi ed eventi artistici a scopi sociali

 

Piena di talento, di fantasia e di energia comunicativa, vincitrice di numerosi concorsi internazionali e del Premio Respighi 2015, la violinista italiana Irene Abrigo, torinese di nascita,ora residente in Svizzera, ha debuttato da solista nel mese di gennaio 2016 in Brasile nel Festival Musica Nas Montana, per la prima esecuzione sudamericana del Concerto di Ottorino Respighi n.1 e nel febbraio 2016, alla Carnegie Hall con la Chamber Orchestra of New York sotto la direzione di Salvatore di Vittorio. (Prima esecuzione newyorkese del concerto per violino e orchestra del compositore belga Dirk Brossé “Black, White and in Between”)

Fortemente convinta della responsabilita sociale dell’arte, Irene ha fondato nel 2015 l’Associazione “Pourquoipas” di cui è direttrice artistica, che si occupa di sviluppare progetti multimediali innovativi ed eventi artistici a scopi sociali.

Da dov’è nato il progetto Pourquoipas?

Pourquoipas nasce dall’idea di creare progetti artistici per sostenere l’arte e l’educazione. Oggi è necessario adattare la musica e la cultura classica nel nostro tempo per attirare i più giovani, ed è un potente mezzo per promuovere l’arte e l’educazione, coinvolgendo un pubblico più ampio.

La filosofia dell’associazione Pourquoipas si basa sull’idea che tutto è possibile, se ci si dedica con dinamismo, trasparenza, professionalità e passione, e che l’istruzione e l’esperienza artistica siano una scuola di vita, e una significativa chiave di sviluppo sociale.

Qual è la missione di Pourquoipas e in che cosa è un progetto unico nel suo genere?

Il nostro obiettivo è quello di offrire o produrre progetti di eccellenza e di innovazione artistica, in collaborazione con fondazioni, teatri, orchestre, festival che condividono i nostri stessi principi.

Suonare sostenendo valori umani crea, tra i musicisti, un’energia ed un impegno profondo, che rende il risultato unico. Pourquoipas Virtuosi, la nostra orchestra, riunisce solisti, musicisti da camera e brillanti orchestrali, che si ritrovano a condividere le loro esperienze di vita artistica con questo obiettivo comune.

Come hai vissuto questo inizio d’anno 2016?

E’ stato un inizio d’anno piuttosto pieno. In primo luogo il mio debutto in Brasile a Poco de Caldas, nella regione di Minas Gerais, con la prima esecuzione sudamericana del primo concerto per violino di Ottorino Respighi. Ho incontrato alcuni grandi musicisti, trascorso due settimane meravigliose e sperimentato un po’ la grandezza della natura brasiliana, di cui avevo sentito parlare molto. Amo questo concerto n.1 in la maggiore di Respighi: è un lavoro pieno di freschezza e innovazione, pur mantenendo molti riferimenti al passato (Dvorak e Brahms, per esempio).

A gennaio sei anche andata in India, per la Fondazione Ciao Kids. Ce ne vuoi parlare ?

Madeleine Murray-Robertson (violinista e co-fondatrice di Pourquoipas) ed io abbiamo deciso di sostenere con la nostra musica la Fondazione svizzera ‘Ciao Kids’, che aiuta bambini dell’India del Sud. Ci siamo così recate a Mysore (a sud di Bangalore) per una settimana, per suonare durante l’inaugurazione di due nuove scuole, fissata per il 27 gennaio, appena due giorni dopo la fine del Festival in Brasile… Con questi nuovi edifici, Ciao Kids può ora sostenere l’educazione di circa 500 bambini. Un’esperienza indimenticabile!

Dopo il Brasile e l’India, dunque, sei volata a New York per debuttare alla Carnegie Hall. Che atmosfera hai trovato e come hai vissuto questo importante momento per la tua carriera ?

Sin dal primo contatto ho stretto un ottimo rapporto con la Chamber Orchestra of New York, e il suo direttore Salvatore Di Vittorio; l’incontro con il compositore belga Dirk Brossé, autore del concerto per violino che ho suonato come première newyorkese, mi ha ispirato ancora di più nella mia interpretazione. E’ stato proprio Brossé a dirigere il suo “Black, White and in Between”, che racconta la storia di una persona molto determinata, che cerca a tutti i costi la verità, fino a che non si rende conto che la verità è mutevole… una storia che sento molto mia. Il concerto alla Carnegie Hall è stato un grande successo, tutto esaurito, e abbiamo avuto alcune belle recensioni sui media belgi. Al concerto erano presenti autorità e giornalisti italiani e svizzeri, come ad esempio il direttore dell’Istituto Italiano di Cultura di New York, Tiziana Ferrario inviata della Rai, rappresentanti dell’Italia all’Onu, e il direttore della sezione culturale dell’Ambasciata Svizzera a New York. Sono stata molto felice perché ora rappresento due Paesi, e in particolare sono molto grata alla Svizzera per la formazione artistica e le opportunità che mi offre. A Losanna mi sento ormai di casa. (Stéphanie Laurent/Inform)

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