direttore responsabile Goffredo Morgia
Registr. Trib. Roma n.338/2007 del 19-07-2007
INFORMAZIONI DEL GIORNO – NEWS PER GLI ITALIANI ALL'ESTERO

Al Maeci la IV Edizione della Conferenza globale sullo stato di attuazione dell’Obiettivo di Sviluppo Sostenibile 16

FARNESINA

Gli interventi del Ministro degli Esteri Antonio Tajani, del Direttore Generale della FAO Qu Dongyu e della Direttrice Esecutiva del PAM Cindy McCain

 

ROMA – E’ in corso alla Farnesina la IV Edizione della Conferenza globale sullo stato di attuazione dell’Obiettivo di Sviluppo Sostenibile 16, che mira a promuovere società pacifiche e inclusive per lo sviluppo, fornire accesso alla giustizia per tutti e costruire istituzioni efficaci, responsabili e inclusive a tutti i livelli. L’evento è organizzato dal Ministero degli Esteri insieme al Dipartimento delle Nazioni Unite per gli Affari economici e sociali (UNDESA) e all’Organizzazione Internazionale per il Diritto dello Sviluppo (IDLO). La Conferenza rappresenta il più rilevante momento di approfondimento su uno degli Obiettivi Sviluppo Sostenibile più qualificanti e trasversali dell’Agenda 2030. Grazie alla sua organizzazione, l’Italia ha acquisito una sostanziale leadership nel suo avanzamento. I risultati della Conferenza contribuiranno ai preparativi e alle delibere delle riunioni intergovernative sull’Agenda 2030 dei prossimi mesi, tra cui il Forum Politico di Alto Livello (HLPF) a luglio e il Summit sugli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile di settembre. La sessione plenaria dell’evento , intitolata “Promoting participatory decision making to accelerate transformative action: food systems and climate change”, è stata aperta dal Ministro degli Esteri Antonio Tajani che ha voluto subito evidenziare quanto le sfide da affrontare siano sempre più globali ricordando la questione della guerra in Ucraina, le crisi nel continente africano e i terremoti in Siria e Turchia. “Sono questioni che si collegano con l’insicurezza alimentare, con l’erosione del suolo e i cambiamenti climatici. Serve quindi un intervento della FAO con il sostegno di tutti i Paesi. Sono convinto che possiamo svolgere un ruolo chiave per la comunità internazionale sul fronte della sicurezza alimentare”, ha rilevato Tajani non dimenticando il ruolo della ricerca a tutti i livelli, anche spaziale per lo studio ad esempio dei fenomeni meteorologici, ma soprattutto l’ingegneria agroalimentare. “Dobbiamo guardare alla ricerca più avanzata – ha precisato Tajani parlando per esempio dell’agritech – e dal punto di vista tecnologico stiamo lavorando molto con alcuni Paesi che puntano a trasformare parti di deserto in luoghi coltivabili”. Due in particolare sono stati gli esempi fatti in tal senso dal Ministro: quello dell’Egitto e dell’Angola, quali Paesi che stanno lavorando per sfruttare anche le zone desertiche. Tajani ha quindi ricordato il vertice FAO del prossimo luglio a Roma. “Sarà un’occasione per mettere in cantiere diverse iniziative su queste tematiche e vi parteciperanno circa 200 Stati. Siamo fortemente impegnati a collaborare con la FAO per organizzare questo evento. La riunione di oggi – ha aggiunto Tajani – deve preparare il terreno a quell’evento che non deve essere solo un incontro formale ma utile a far partire un messaggio verso tutto il mondo per prendere decisioni politiche”. Il Ministro degli Esteri ha annunciato che saranno presentati in quell’occasione dei progetti importanti. “Quindi credo che si possa essere ottimisti. Nutro speranza per il futuro del mondo ma non dobbiamo sottovalutare i problemi”, ha proseguito Tajani ricordando le aree del mondo su cui bisogna lavorare, come Africa, Sudamerica ed Estremo Oriente. “Dobbiamo lavorare dove c’è bisogno senza lesinare energie: ogni bambino che muore per malnutrizione è un peso sulle nostre coscienze. Dobbiamo impedire questo perché crediamo nella centralità della persona”, ha evidenziato il Ministro sottolineando la necessità di fare di più tanto sul fronte alimentare quanto su quello idrico. Infine, tornando alla guerra in Ucraina, Tajani ha auspicato una soluzione per il cosiddetto ‘corridoio verde’ per il rifornimento di grano e alimenti e soprattutto una messa in sicurezza della centrale nucleare di Zaporiyia.

Il Direttore Generale della FAO, Qu Dongyu, ha parlato dell’importanza di una politica e di un quadro normativo armonizzati tra i diversi Paesi. Ha espresso soddisfazione per il fatto che l’Italia sia stato il primo Paese ad aver approvato una legge sulla ricerca tecnologica alimentare applicata all’agricoltura. “È una prova che c’è questa volontà politica per trovare soluzioni che rispettino l’ambiente”, ha commentato Dongyu auspicando che ci sia sempre più dialogo anche tra diversi attori per portare ad azioni pragmatiche per minimizzare gli aspetti negativi. “Sappiamo che ci sarà a luglio questo vertice alimentare e contiamo sul vostro sostegno”, ha aggiunto Dongyu esprimendosi anche sull’agenda per la pace: un problema che si collega strettamente anche alle questioni alimentari e di approvvigionamento, quindi una questione connessa tanto alla SDG-16 che alla COP-28. “Non c’è alcun governo che sia in grado di agire da solo: siamo tutti interconnessi. Abbiamo infatti visto diverse crisi che si sono accavallate, a partire da quella del 2008”, ha precisato Dongyu evidenziando alcune azioni chiave riepilogabili in frasi concise: intervenire sulle persone più vulnerabili, gestire in modo integrato le risorse idriche tramite infrastrutture adeguate (tanto in caso di scarsità di acqua che di inondazioni), facilitare l’accesso alla proprietà terriera per gli agricoltori come un qualcosa alla base della sostenibilità e della protezione sociale.  Dongyu ha ricordato come anche la creazione del World Food Forum sia uno strumento importante in questa direzione. La Direttrice Esecutiva del PAM, Cindy McCain, ha sollevato il problema delle “carestie nel mondo” che poi possono sfociare in violenze. “Se vogliamo rispettare l’SDG-16 dobbiamo garantire la sicurezza alimentare ovunque nel mondo. Dobbiamo aumentare il sostegno e la resilienza per i sistemi alimentari ma anche affrontare cause radicali, ad esempio quelle legate ai cambiamenti climatici”, ha spiegato McCain ricordando un dato tutt’altro che di poco conto sul fronte della sicurezza e della sostenibilità delle filiere: nel 2022 il 51% dei beni alimentari ha avuto origine locale e regionale. (Inform)

 

Facebooktwitterredditpinterestlinkedinmail
Powered by Comunicazione Inform | Designed by ComunicazioneInform