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INFORMAZIONI DEL GIORNO – NEWS PER GLI ITALIANI ALL'ESTERO

“Roma, distretto del Contemporaneo: una nuova prospettiva per la Capitale”, a Milano un evento sulla promozione dell’area del Foro Italico

CULTURA

 

MILANO – Nei giorni scorsi si è tenuta a Milano una conferenza, organizza dalla triennale di Milano e dal Ministero degli Esteri, titolo “Roma, distretto del Contemporaneo: una nuova prospettiva per la Capitale” il cui scopo è riconoscere i caratteri peculiari del settore urbano Flaminio-

Foro Italico-Farnesina, segnalare l’importanza di un patrimonio straordinario dal punto di vista ambientale e culturale e promuoverne la valorizzazione. In quest’area di Roma, ricca di viali, spazi alberati, parchi e giardini, è infatti presente un consistente nucleo di importanti opere di architettura realizzate sulle due sponde del Tevere dalla prima metà del Novecento ai giorni nostri. Si è trattato di una conferenza volta ad approfondire e promuovere la conoscenza del distretto del Contemporaneo come punto di partenza per un programma di azioni capaci di promuovere un grande polo urbano da preservare e valorizzare con interventi di varia natura: dalla riqualificazione urbana all’installazione di nuove opere d’arte, dalla realizzazione di nuove infrastrutture per la mobilità alla sistemazione e cura degli spazi aperti d’uso pubblico, fino alla creazione di un diverso e più stretto rapporto con il fiume. Stefano Boeri (Presidente Triennale Milano) ha parlato di una riflessione ampia che riguarda architetture moderne, realizzate a cavallo tra le due guerre, ma anche quelle più recenti. Boeri ha anche rilevato la necessità di cominciare a “intraprendere un percorso rigenerativo sulla memoria recente della nostra architettura”. L’Ambasciatore Umberto Vattani ha parlato del tema ‘Diplomazia dell’Architettura’ e ha ricordato come una delle domande che più frequentemente gli vengono poste sia  come mai il Ministero degli Esteri si occupi tanto di architettura dotandosi anche di una collezione di arte contemporanea. Per dare una risposta a questo quesito Vattani ha mostrato delle immagini, cominciando da alcuni sedi storiche istituzionali di Roma come Palazzo Chigi, di fronte a una colonna bimillenaria che racconta le gesta di Marco Aurelio, che ha ospitato diverse ambasciate straniere prima di divenire sede di istituzioni italiane: dapprima sede proprio del Ministero degli Esteri. “Nel 1960 siamo stati trasferiti al di là del Tevere in un ambiente diverso”, ha ricordato Vattani riferendosi allo spostamento nella nuova sede della Farnesina al Foro Italico che venne modernizzato in funzione dei Giochi Olimpici di Roma. Il palazzo restò pressoché immutato per 40 anni. “Parlando con l’allora Ministro degli Esteri Lamberto Dini – ha spiegato Vattani risalendo così alla fine degli anni ’90 – dissi che forse era meglio cambiare un po’ l’immagine e la narrativa affinché la gente che vi entrava non pensasse solo al Ventennio. L’unico modo che c’era per dare un’immagine contemporanea era portarvi opere di artisti italiani”. Vattani ha tenuto a precisare che la differenza con un museo è che, mentre nel museo c’è la dissociazione tra l’arte e la vita quotidiana, alla Farnesina questa differenza non c’è. La docente di architettura Rosalia Vittorini ha trattato un argomento intitolato ‘Dal Foro Italico alle architetture del Terzo Millennio’. Vittorini ha rievocato le origini dell’attuale Foro Italico, precedentemente Foro dello Sport e poi Foro Mussolini: il confronto è stato tra due architetti ossia Enrico Del Debbio e Luigi Moretti. Fu tra la fine degli anni ’20 e l’inizio degli anni ’30 del secolo scorso che, durante il Fascismo, si intese realizzare quello che era all’epoca il primo polo sportivo di tale portata a livello europeo. “Il piano di Moretti è su un territorio più vasto rispetto a quello di Del Debbio, in cui c’erano soltanto alcuni edifici richiesti in quel momento. Il confronto tra i due architetti è molto interessante”, ha spiegato Vittorini che evidenzia come l’esistenza già in loco di strutture adibite allo sport rese l’area particolarmente attrattiva per lo svolgimento delle Olimpiadi del 1960. “Bisognava naturalmente costruire nuovi impianti e l’area Flaminia diventa uno dei due poli che insieme all’EUR ospitano le Olimpiadi. Vittorini ha ricordato alcuni degli impianti costruiti nella zona limitrofa al Foro Italico su progetto dell’architetto Pier Luigi Nervi: il Palazzetto dello Sport e lo Stadio Flaminio (quest’ultimo in realtà nato dalla demolizione del precedente Stadio Nazionale). Il docente e architetto Andrea Bruschi, che ha trattato del tema “Il distretto come progetto incompiuto”,  ha sottolineato come, a fronte della qualità delle architetture viste singolarmente, ci siano tuttavia alcune criticità dal punto di vista urbano nell’area in questione (ossia Flaminio, Foro Italico e Farnesina) rivelando discontinuità e squilibri nei rapporti tra le diverse parti. “Non è un’area omogenea ma è composta di grandi differenze”. Per l’architetto “vi sono parti urbane molto diverse e spesso anche poco comunicanti”, ha spiegato Bruschi. Miguel Gotor (Assessore alla Cultura del Comune di Roma) ha parlato di vincoli di tutela vista la prossimità con aree di interesse Unesco per cui determinati interventi vengono sottoposto al vaglio della Sovrintendenza Capitolina. “Stiamo portando avanti dei progetti specifici come Comune di Roma. Il più significativo è il Museo della Scienza nelle ex Caserme di via Guido Reni, di fronte al MAXXI, per cui è impensabile che non si creino forme di sinergia e collaborazione”, ha spiegato Gotor ricordando che il tutto è vicino al Bioparco e al Museo di Zoologia e che ad esempio soltanto intorno all’area della Sapienza ci sono ben 17 musei scientifici. Alessandro De Pedys (Direttore Generale del Maeci per la Diplomazia Pubblica e Culturale ) ha ribadito come “l’architettura italiana sia molto affermata all’estero e opere architettoniche iconiche di artisti italiani sono nelle capitali europee ma anche in Paesi lontani”. De Pedys ha parlato non solo di grandi nomi ma anche di giovani talenti che si fanno apprezzare nel mondo. “C’è una continuità di presenza italiana all’estero e la Direzione Generale che presiedo ha la responsabilità di promuovere il pensiero creativo italiano all’estero. In questo contesto la Diplomazia dell’Architettura rientra pienamente in questo mandato, Nel caso del Distretto il tema è più complesso perché si tratta di sostenere un progetto di riqualificazione urbana mirando a creare una sorta di museo a cielo aperto, valorizzando lo straordinario insieme di edifici e monumenti che si trovano in questa parte della città”, ha precisato De Pedys, evidenziando che la sede della Farnesina ricade proprio in tale quadrante. Fra gli altri interventi segnaliamo quello di Alessandro Giuli (Presidente Fondazione MAXXI) che ha invitato a ragionare in termini universali ma con una visione ben precisa. “Le stratificazioni architettoniche sono talmente variegate che ci responsabilizzano ad agire con una certa consapevolezza”, ha spiegato Giuli parlando di “un archetipo che unisca antico e contemporaneo”. (Inform)

 

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