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Austria, convegno a Vienna in onore dell’astrofisico Vittorio Canuto

EVENTI

All’Istituto Italiano di Cultura ,  organizzato dall’Ambasciata d’Italia con la collaborazione del Wolfgang Pauli Institute dell’Università di Vienna.

 

VIENNA – Un convegno dedicato all’astrofisico Vittorio Canuto, in occasione dei suoi 85 anni,  si è tenuto il 28 agosto presso l’Istituto Italiano di Cultura di Vienna.

Il convegno “From the Stars to Climate Crisis. Fluid Answers to Turbulent Questions in Honour of Vittorio Canuto’s 85th Birthday” è stato organizzato dall’Ambasciata d’Italia con la collaborazione, oltre che dell’Istituto Italiano di Cultura, del Wolfgang Pauli Institute dell’Università di Vienna. Vittorio Canuto, eminente astrofisico laureatosi a Torino nel 1961, ha svolto la gran parte della sua carriera scientifica negli Stati Uniti presso il Goddard Institute for Space Studies della NASA ed è stato Adjunct Professor of Applied Physics and applied Mathematics presso la Columbia University a New York, collaborando – evidenzia l’Ufficio Scientifico dell’Ambasciata di Vienna sul portale Innovitalia- con molti illustri scienziati tra i quali vale certamente la pena ricordare Paul Dirac. Nell’ultima parte della sua lunga carriera scientifica, ha trasferito i suoi interessi di indagine dalla fisica dei plasmi stellari alla climatologia, due discipline che condividono nelle loro modellizzazioni le equazioni che descrivono la fisica dei moti turbolenti.

Il tributo agli 85 anni di Vittorio Canuto è stato – si sottolinea – un eccellente occasione per offrire al pubblico una comunicazione scientifica ed una tavola rotonda sul tema del cambiamento climatico, moderata da Norbert Mauser, direttore del Wolfgang Pauli Institute, con altri due illustri scienziati ed esperti di clima: Bérengère Dubrulle, fisica francese specialista nella fisica della turbolenza, direttrice della ricerca presso il CNRS, direttrice dell’École de physique des Houches dal 2021 e premio Irène Joliot-Curie per la scienziata dell’anno 2022, e Rupert Klein, professore di calcolo scientifico, modellazione e simulazione di sistemi ambientali globali alla Facoltà di Matematica e Informatica della Libera Università di Berlino e premio Leibniz nel 2003.

L’evento è stato introdotto dai saluti dell’Ambasciatore Beltrame che ha aperto i lavori con una suggestione storica, ricordando una antica linea rossa che collega Vienna al Columbia College (oggi Columbia University), attraverso il percorso di un artista italiano, Lorenzo da Ponte, che visse a Vienna la sua stagione artistica più feconda con la scrittura dei libretti delle Nozze di Figaro, del Don Giovanni e del Così fa Tutte di Mozart, per concludere la sua vita a Manhattan, dove fu il primo professore di letteratura italiana nella storia del Columbia College/University.

La statura e il carisma scientifico, la capacità di comunicare e la passione che ha connotato gli interventi di Canuto, Dubrulle e Klein hanno coinvolto e catalizzato l’attenzione del pubblico, molto interessato per la sensibilità dell’argomento. Canuto ha fotografato la situazione attuale presentando molti grafici ed argomenti per sostenere la natura antropica del rapidissimo cambiamento climatico in corso, evidenziando, in un parallelo con la famosa rana che muore, incapace di scappare dall’acqua che lentamente giunge ad ebollizione, la paralisi attuale della razza umana e la sua incapacità di reagire in modo coerente ad un repentino cambiamento globale, una situazione mai verificatesi in precedenza. Esiti analoghi in realtà, anche se su scala locale, erano stati studiati da Derek Diamond nel suo celebre saggio “Collasso” dove venivano studiati casi di estinzione di diverse civiltà del passato che con comportamenti più o meno consapevoli avevano eroso, lentamente ma definitivamente, le proprie risorse di sopravvivenza, annientandosi. Le differenze tra collasso locale e globale determinato dal clima sono state anche al centro della presentazione di Bérengère Dubrulle, che si è concentrata sulla importanza estrema di affinare i calcoli, utilizzando modelli di turbolenza, per rendere affidabili le previsioni climatiche anche su scala locale, e non solo globale dove l’accordo dei modelli coi dati è più che soddisfacente. Il messaggio positivo che ne deriva e che ha voluto trasmettere risiede nella capacità di mettere in campo le contromisure necessarie, comprendendo e anticipando i fenomeni su scala locale. La capacità predittiva dei modelli, nei suoi fondamenti matematici, sono stati sottolineati infine da Klein, che ha mostrato come, implementando approssimazioni ragionevoli nel modello, le equazioni che descrivono i moti turbolenti possono essere semplificate per giungere ad ottimi livelli di previsione e accordo con i dati sperimentali.

E’ seguita una vivace e partecipata discussione con il pubblico, circa una settantina i presenti, che ha fatto molte domande ai tre scienziati, in cui il tema ricorrente è stato più politico che scientifico, focalizzandosi sulle azioni urgenti che la politica, nazionale e internazionale deve intraprendere. Alla domanda finale che chiedeva quali dovrebbero essere le prime tre leggi che la politica dovrebbe deliberare oggi, vista l’emergenza, Dubrulle ha ironicamente e provocatoriamente risposto che si dovrebbero dimezzare i limiti di velocità, eliminare l’utilizzo di internet e le vacanze con utilizzo di aerei, ovvero tutte attività estremamente energivore ma irrinunciabili, mettendo in evidenza che non basta chiedere leggi alla politica, ma è indispensabile anche rivoluzionare i propri stili di vita. Ma il messaggio finale, condiviso da tutti ed espresso in modo perentorio da Klein, e che ha concluso i lavori della giornata, è stato, forte e chiaro: “trust the data, trust math, trust us”. (Inform)

 

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