FARNESINA
Fra i vari eventi in programma anche l’iniziativa dedicata alla “Cucina delle Radici”
ROMA – E’ stata presentata alla Farnesina, Presso la Sala delle Conferenze Internazionali, la VIII edizione della Settimana della Cucina Italiana nel Mondo, dal titolo “A tavola con la cucina italiana: il benessere con gusto”. L’incontro è stato aperto dal Ministro degli Esteri, Antonio Tajani: “L’ottava edizione della Settimana della Cucina Italiana nel mondo – ha esordito il vice Premier – non è soltanto un evento culinario. Per noi l’alimentazione, la cucina e i prodotti della nostra agricoltura rappresentano un fiore all’occhiello. Considero i nostri prodotti di qualità”, ha continuato il ministro, rimarcando il lavoro di squadra del governo. “Uno strumento fondamentale per la crescita economica, per la promozione del nostro modello non solo alimentare ma anche culturale. Ringrazio – ha proseguito Tajani – il Ministro Lollobrigida per essere qui oggi a dimostrazione che nel nostro Governo si lavora in sinergia. Non intendiamo occuparci dei problemi a compartimenti stagni, ma abbiamo una visione della presenza dell’Italia e dell’azione del Governo di grande coesione. Ognuno è parte della tutela dell’interesse nazionale”. Il ministro ha poi voluto rimarcare l’aspetto anche salutare della dieta mediterranea, ritenuta “parte della nostra identità”. “La dieta mediterranea – ha rilevato – significa salute, come dicono tantissimi i medici, siamo convinti anche che il grande mercato internazionale, che attribuisce consenso all’Italian sounding, possa attribuire lo stesso consenso al vero prodotto italiano”. “Abbiamo ottenuto – ha continuato il Ministro – grazie all’interlocuzione con gli Stati Uniti, ottimi risultati che ci hanno permesso anche di sbloccare, recentemente, alcuni prodotti dell’industria agroalimentare toscana ed umbra. Il Ministro ha poi ricordato gli accordi conclusi con la Cina per il settore ortofrutticolo, “in particolare per le pere”. Tra le iniziative sviluppate per la Settimana della Cucina Tajani ha menzionato la realizzazione di video con la Fondazione Casa Artusi sugli “italianismi gastronomici”, la traduzione “in undici lingue il libro fumetto sulla storia della cucina italiana, in collaborazione con l’Accademia Italiana della Cucina”, nonché la promozione dell’olio d’oliva e del vino italiano nel continente africano in collaborazione con Gambero Rosso”. Il Ministro ha poi evidenziato la volontà, non solo di “esportare i nostri prodotti all’estero”, ma “anche che il maggior numero possibile di turisti venga a gustare il nostro modo di cucinare nel nostro Paese”. In proposito il Ministro Tajani ha ricordato il progetto del Turismo delle Radici, gestito dal ministero degli esteri, che è rivolto a tutti gli italiani nel mondo. “Sono quasi – ha spiegato il Ministro – 7 milioni gli italiani all’estero. In più ci sono tutti quelli di origine italiana, parecchie decine di milioni di persone che comunque hanno un DNA italiano. Il progetto del Turismo delle Radici punta a far ritornare questi italiani in visita come turisti nel nostro Paese per riscoprire i luoghi da dove sono partiti, dove c’erano le loro famiglie e dove c’erano i loro avi, e quindi anche un modo per riscoprire come mangiavano i loro antenati”. “Ecco, vedete – ha poi sottolineato Tajani – la cucina per noi italiani, lo stare a tavola, lo dico ai nostri amici ospiti internazionali, è un modo anche per stare insieme. Nell’era in cui ci dedichiamo troppo a seguire i telefoni cellulari, in cui si parla sempre di meno. Lo stare assieme a tavola è un modo anche per confrontarsi, per parlare, per aprirsi”. “Siamo in Europa, – ha inoltre ricordato Tajani – per il numero di prodotti a denominazione di Origine controllata, Indicazione geografica riconosciuti dall’Unione, i primi con 315 prodotti agroalimentari e 526 vini protetti.
Controllare i prodotti significa tutelare anche i consumatori. Abbiamo altresì candidato la cucina italiana nella lista del Patrimonio Culturale Immateriale del Unesco e abbiamo lavorato con il Collegio Culinario, la Fondazione Casa Artusi, l’Accademia della Cucina Italiana, la rivista La Cucina Italiana. Quindi con un gioco di squadra ci auguriamo di poter vincere anche questa sfida e per rafforzare ulteriormente il sostegno alla filiera enogastronomica”.
Richiamando la firma – avvenuta durante l’evento – di una nuova convenzione con la Federazione Italiana Cuochi, il ministro ha concluso il suo intervento ponendo il focus sull’importanza della formazione alberghiera: “Credo che noi dobbiamo guardare al futuro e puntare sui giovani cuochi e questo accordo che firmeremo rappresenta per noi un elemento che punta sulle professioni e sui lavori di qualità.”.
Anche il Ministro dell’Agricoltura Francesco Lollobrigida ha richiamato il lavoro di gruppo svolto dall’esecutivo anche in questa occasione. “Un governo – ha spiegato – che, sotto la guida della presidente Meloni, vuole distinguersi rispetto al passato per un’azione sinergica. Non esiste nessun problema, nessuna questione, nessuna strategia che possa essere inquadrata dalla prospettiva del singolo ministero, quindi la sinergia tra gli esponenti di governo è necessaria per avere un’azione efficace che serva all’Italia, ma che serva anche per avere una chiara interlocuzione da parte delle altre nazioni che hanno a che fare con il nostro Paese”. Il Ministro ha poi parlato della necessità di “promuovere nuove occasioni per le nostre imprese di investire di fare business congiuntamente, anche per imprese locali, e di crescere in termini di ricchezza con un approccio che per l’Italia è un approccio che non si basa quasi mai sulle quantità, ma sulla qualità”, richiamando poi la capacità del nostro Paese di fare sintesi tra “fra diverse esperienze culturali, diverse esperienze religiose, ma anche fra le diverse esperienze nell’ambito delle produzioni e delle tipologie di trasformazione che vedono oggi la nostra cucina essere sintesi, forse il miglior biglietto da visita per presentare l’insieme dell’offerta che l’Italia può produrre”. Riguardo poi ad alcune problematiche, come la sicurezza alimentare e la crescita demografica esponenziale in alcune aree del mondo, il ministro ha posto il focus su due scuole di pensiero: “chi vuole garantire a tutti il cibo e chi, l’Italia si pone in questa seconda parte, vuole garantire buon cibo a tutti, il che è diverso perché le produzioni che standardizzano i prodotti li rendono tutti uguali”. Il ministro ha quindi rimarcato la possibilità per l’Italia di essere un modello di sviluppo in tal senso, cioè non per “un cibo carburante”, ma per un cibo che garantisca il “benessere, che noi riteniamo tipico del nostro modello”. “Gli scienziati – ha continuato Lollobrigida – non hanno difficoltà nello spiegare che l’alimentazione è uno dei fattori principali della nostra longevità e questo può essere un beneficio che noi vogliamo mettere a disposizione dell’intero pianeta. Già lo fanno i nostri ricercatori spiegando le ragioni del perché la dieta mediterranea e in particolare quella italiana dà dei benefici alla salute”. Il ministro, dopo aver ricordato l’importanza della ristorazione italiana all’estero e il problema dell’italian sounding, ha evidenziato come la Settimana della Cucina sia diventato un “un appuntamento tradizionale” per le nostre ambasciate nel mondo: “Nelle diverse sedi diplomatiche, i nostri ambasciatori mi raccontano come questo evento sia diventato un momento centrale per attrarre i tanti che vogliono avere la possibilità di assaggiare prodotti nuovi e conoscere nuovi cuochi italiani che girano il mondo anche grazie alla nostra nazionale”. Il ministro ha concluso il suo intervento ponendo il focus sulla candidatura della cucina italiana a patrimonio immateriale dell’Unesco, una iniziativa che permetterà di proteggere questo valore anche attraverso uno specifico logo. Il presidente dell’ICE, Matteo Zoppas, dopo aver rilevato l’importanza della candidatura della cucina italiana a patrimonio immateriale dell’Unesco, ha ricordato che l’attività dell’ICE è volta alla promozione finalizzata allo sviluppo del commercio estero”. Zoppas ha poi richiamato il peso che nell’export italiano ha la parte alimentare: “ su 620 miliardi, 60 miliardi sono di export agricolo e 27 miliardi di food, sappiamo che è un elemento importante ed è un importo rilevante sull’eccellenza italiana e il Made in Italy nel mondo”. “Sappiamo – ha aggiunto il Presidente dell’ICE – che in ogni nazione, quando si vuole andare a mangiare qualcosa di buono, la maggior parte delle persone dicono: andiamo in un ristorante italiano, dove c’è anche un buon vino italiano, un altro elemento importante del nostro commercio estero”. Segnato da Zoppas anche un progetto volto a proteggere i nostri prodotti all’estero attraverso specifiche etichette.
Luigi Scordamaglia, Amministratore Delegato di Filiera Italia, citando i 4 milioni di occupati all’interno del sistema agroalimentare italiano, ha rimarcato l’importanza di promuovere non solo prodotti, ma “valori, distintività, standard di qualità, sistemi, tradizioni che abbiamo condiviso in recenti missioni in Nord Africa e nei paesi balcanici, in cui i prodotti sono stati presentati come il risultato, la conseguenza di valori assolutamente unici”. Scordamaglia ha anche segnalato la realizzazione della piattaforma informatica “Accademia della Cultura Enogastronomica Italiana”, realizzata con il Maeci che verrà promossa in ogni ambasciata. Il presidente di Confagricoltura, Massimiliano Giansanti, ha sottolineato come dietro alla cucina italiana nel mondo vi sia il sacrificio degli agricoltori che ogni giorno lavorano per portare quei prodotti che sono necessari per la tenuta sociale del Paese. “In tutti gli incontri in cui vado – ha aggiunto Giansanti – io continuo sempre a dire che in un paese forte, c’è sempre un’agricoltura forte. Laddove non c’è un’agricoltura forte molto spesso non c’è un paese forte. E quindi investire sull’agricoltura significa investire sulla democrazia dei paesi, sulla socialità dei paesi. Il richiamo che noi facciamo, anche a livello europeo, è proprio questo: credere su un modello agricolo sostenibile, su un modello agricolo che può raccontare storie, culture e tradizioni”. Nell’ intervenuto successivo il professor Francesco Cognetti specialista in medicina interna e oncologia, ha parlato della questione relativa alla connessione della cucina italiana con benessere e salute. “Il mio compito è abbastanza facile. C’è una mole di studi, tra l’altro pubblicati anche su riviste scientifiche internazionali di altissimo livello, che dimostrano il ruolo benefico della dieta mediterranea e quindi anche della cucina italiana riguardo l’insorgenza di alcune malattie e anche l’andamento di queste malattie”. Lo chef Alessandro Circiello (Federazione Italiana Cuochi), ha richiamato la diversità della cucina italiana, collegata ad una “biodiversità degli ingredienti e di materie prime”. “Diciamo – ha aggiunto lo chef – che il mondo ci invidia, da questo punto di vista, e grazie alle ambasciate, ai consolati, agli istituti di cultura, agli uffici all’estero, la Feder Cuochi ha messo a disposizione 200 cuochi che arrivano dall’Italia per portare il prodotto autentico all’estero”. Si è poi parlato del progetto Cucina delle Radici, che ha visto la realizzazione di un video, di un webinar e di una mostra. “Abbiamo cercato – ha rilevato Maddalena Fossati, direttrice de “La Cucina Italiana” – le ricette che i nostri connazionali emigrati hanno portato con se tra la fine dell’ottocento e l’inizio del novecento e anche negli anni 70, per riprodurre i piatti della terra d’origine. Ri-cucinare quelle ricette era un modo per ritrovare il sapore della patria. Delle emozioni fortissime che naturalmente la cucina offre e che ancora una volta raccontano come, la cucina italiana sia altamente identitaria”. “Questo progetto – ha proseguito Fossati – ci ha permesso di guardare all’Italia in un altro modo. Da questo paese sono usciti 27 milioni di italiani e gli ottanta milioni di oriundi che sono all’estero ci fanno rendere conti che l’Italia è un paese globale e la cucina ne è una grandissima testimonianza”. Le conclusioni sono state affidate al Segretario Generale della Farnesina Riccardo Guariglia, che ha rilevato come la cucina italiana, molto ricercata nel mondo, promuova l’economia, la salute, le nostre radici e il senso di patria. “Sono sicuro – ha aggiunto Guariglia – che tutte le nostre ambasciate in giro per il mondo saranno molto attive nel promuovere, nell’ambito della Settimana della Cucina, delle bellissime iniziative, in base alla realtà in cui vengono poste in essere. Eventi che avranno molto successo”. (Alessio Mirtini- Inform)