MIGRAZIONI
ROMA – “Oggi migratorio”, è il titolo di un panel di approfondimento tenutosi al convegno CSER presso la sede del Parlamento Europeo a Roma. La tavola rotonda è stata moderata da Marianna Occhiuto (ASCS). Cinzia Conti dell’ISTAT ha trattato il tema dell’immigrazione incentrata sul focus “dai primi arrivi alle seconde generazioni” curato anche dal suo collega Corrado Bonifazi. Conti ha spiegato che la comunità scientifica ha cominciato negli anni ’80 a riflettere sull’idea che il fenomeno dell’immigrazione in Italia non sarebbe stato solo un qualcosa di temporaneo ma avrebbe cambiato il panorama sociale italiano. È proprio degli inizi degli anni ’80 la prima ricerca interuniversitaria su tale fenomeno intitolata ‘La presenza straniera in Italia’. “È una ricerca che ancora oggi rappresenta uno snodo”, ha spiegato Conti sottolineando come alcuni quesiti proposti nel questionario di quella ricerca siano ancora attuali e vengano quindi ancora utilizzati. Fu l’inizio di un processo virtuoso che proseguì negli anni ’90 con ulteriori approfondimenti sugli stranieri residenti in Italia: è del 1991 il primo censimento strutturato dedicato alla rilevazione della popolazione straniera. Chiaramente ci furono eventi storici epocali che all’epoca contribuirono alla mobilità: due su tutti, dapprima la caduta del Muro di Berlino e di lì a poco l’esplosione della crisi nell’ex Jugoslavia che avrebbe portato alla guerra interna. Massimo Vedovelli (Università per stranieri di Siena) ha parlato specificamente delle questioni riguardanti i figli dei neo-emigrati. Vedovelli ha ragionato sul legame tra lingua e questioni migratorie. “La dimensione linguistica è strutturale nell’esperienza emigratoria”, ha spiegato Vedovelli precisando come questo elemento sia centrale tanto a livello individuale che collettivo. È stato citato il volume di Tullio De Mauro intitolato “Storia linguistica dell’Italia unita”. “Il libro non è una storia della lingua italiana ma è la storia degli utenti della lingua italiana”, ha spiegato Vedovelli sottolineando come De Mauro dimostri, con approccio interdisciplinare, come coloro che sono andati via dall’Italia abbiano contribuito al cosiddetto ‘processo di italianizzazione’ dal punto di vista linguistico seppur al di fuori del proprio Paese. Dopo l’intervento di Giovanni Giulio Valtolina (Università Cattolica di Milano) che si è soffermato sui fenomeni di radicalizzazione fra i giovani migranti sottolineando l’importanza del ruolo della psicologia sociale nella comprensione dei modelli di integrazione, Monia Giovannetti (Cittalia-Fondazione ANCI) ha parlato della questione dei minori stranieri soli evidenziando come proprio i giovani in movimento siano i nuovi protagonisti dei processi legati agli spostamenti umani costituendo di fatto un vero e proprio ‘soggetto migratorio’. La condizione giuridica dei cosiddetti minori non accompagnati viene definita e disciplinata per la prima volta in Italia nel 1999. Chiara Renzi (ASCS) ha parlato dell’attività svolta da Casa Scalabrini 634 che ha uno sportello di segretariato sociale e offre anche corsi di formazione promuovendo l’autonomia lavorativa attraverso un orientamento al mercato del lavoro e una consapevolezza circa i diritti dei lavoratori. (Inform)