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Meeting di Rimini, l’intervento del Presidente della Repubblica Sergio Mattarella

ISTITUZIONI

(Fonte foto Presidenza della Repubblica)

RIMINI – Al Meeting di Rimini è intervenuto il Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, introdotto da Bernhard Scholz (Presidente Fondazione Meeting ETS). Scholz ha esordito ricordando il concetto dell’amicizia tra i popoli e ricordando inoltre proprio la visita di Mattarella al Meeting nel 2016, nel 70° anniversario della Repubblica, quando il Capo dello Stato parlò dell’idea di amicizia come “leva della storia, per spezzare la catena dell’autoreferenzialità, dell’egoismo e dell’impotenza della politica dando valore al dialogo”. Scholz ha inoltre parlato del ruolo fondamentale della Costituzione italiana e del lavoro svolto dai padri costituenti dell’odierna Unione europea. “Ogni amicizia autentica è una profezia per la pace perché testimonia che si può vivere e lavorare insieme”, ha ribadito Scholz riferendosi al momento storico solcato da vecchie e nuove guerre. Lo stesso Mattarella ha ricordato come l’incontro odierno sia momento per riprendere la riflessione cominciata sette anni fa, nel già menzionato Meeting del 2016 a Rimini. “Vorrei che ci interrogassimo su cosa si fondi la società umana, la realtà nella quale ciascuno di noi è inserito”, ha esordito Mattarella lanciando il monito sui sentimenti di odio che si contrappongono ai sentimenti di amicizia tra popoli. “L’amicizia è una vocazione incomprimibile dell’uomo: ogni volta che l’umanità è stata sull’orlo del baratro, come durante le due guerre mondiali, si è poi riusciti a ripartire costruendo un mondo diverso e progettando un futuro insieme”, ha spiegato Mattarella ricordando il secolo scorso soprattutto per la creazione delle Nazioni Unite e per l’avvio dell’integrazione europea ma anche per l’analogo spirito collaborativo che ha dato vita all’Assemblea costituente italiana. “Siamo il frutto del convergere delle identità di ciascuno”, ha evidenziato Mattarella sottolineando la ricchezza dei valori convergenti del nostro popolo che tanto è apprezzato nel mondo. Allo stesso tempo Mattarella ha precisato come non manchino mai pretesti per alimentare scontri, ad esempio con anacronistici nazionalismi: il riferimento non poteva che andare all’attuale guerra in Ucraina. “Tanti descrivono il nostro tempo come quello dell’individuo che sente di avere opportunità mai raggiunte prima ed è giusto cogliere il segno positivo del proprio ruolo e dei propri diritti; ma occorre anche saper leggere gli aspetti critici dell’autoaffermazione dell’io nella sua solitudine”, ha però aggiunto Mattarella parlando del diritto alla felicità che spesso entra nel dibattito pubblico. Mattarella ha quindi sottolineato che la felicità non può essere una condizione permanente e che la Costituzione vada nella direzione di garantire una giustizia sociale a più livelli. “Le nostre istituzioni sono basate sulla concordia sociale e sul perseguimento della solidarietà e dei sentimenti di collaborazione: l’amicizia riempie questi rapporti rendendoli condizione per la felicità”, ha aggiunto Mattarella ricordando come le Nazioni Unite abbiano indicato nel 20 marzo la Giornata internazionale della felicità. “L’amicizia ha in sé un valore di scelta sociale e politica su cui fondare i rapporti con gli altri popoli, nell’appartenenza all’unica famiglia umana”, ha ribadito Mattarella andando poi a ritroso nel tempo e ricordando eventi storici fondamentali come il Convegno di Camaldoli di 80 anni orsono, dove un nucleo di intellettuali cattolici provò a individuare un nuovo ordinamento democratico arrivando a dare alla luce il cosiddetto ‘Codice di Camaldoli’. Mattarella ha inoltre menzionato Papa Francesco che ha parlato di “amicizia sociale” nella sua enciclica. “L’amicizia sociale lega la comunità nell’affrontare le sfide della storia”, ha spiegato il Presidente della Repubblica sottolineando poi l’importanza della difesa dell’ambiente e ricordando le ferite profonde lasciate dalla recente alluvione in Romagna. “Non vogliamo rinunciare alla speranza della pace in Europa, dopo l’abisso della seconda guerra mondiale”, è quindi tornato Mattarella sulla questione dei conflitti e dell’aggressione dei più forti sui più deboli. “Non si può dimenticare il dramma dei profughi o quello dei movimenti globali che non possono essere cancellati da muri o barriere. Dietro numeri e percentuali ci sono singole persone, con le storie di ciascuno e con i loro sogni e un futuro tante volte cancellato”, ha dichiarato Mattarella invitando a riflettere su come occorra però percorrere strade diverse: l’idea espressa dal Presidente della Repubblica è che soltanto con ingressi regolari e sostenibili, ma in numero adeguatamente ampio, si possa contrastare il traffico di essere umani. “Il mondo è migliore se lo guardiamo con occhi giusti”, ha rilevato Mattarella parlando della funzione di un Meeting che possa essere strumento di creazione di amicizia da diffondere con le voci dei giovani. (Inform)

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