mercoledì, 30 Ottobre, 2013 in
NOTIZIE INFORM
SENATO DELLA REPUBBLICA
Al Comitato per le questioni degli Italiani all’estero
L’audizione del segretario generale del Cgie Elio Carozza e di alcuni membri del Comitato di presidenza
Rinnovo dei Comites, voto elettronico e riforme costituzionali al centro degli interventi di Carozza e dei vice segretari Mangione, Losi e Nardelli. Per il Comitato intervengono il presidente Micheloni (Pd), Giannini (Sc), Dalla Tor (Pdl) e Mussini (M5S). Annunciata una prossima audizione del ministro per la riforme costituzionali, Gaetano Quagliariello
ROMA – Con l’audizione del segretario generale del Cgie, Elio Carozza, e di alcuni membri del Comitato di presidenza del Consiglio generale è proseguita ieri al Comitato per le questioni degli italiani all’estero del Senato l’indagine conoscitiva sulla valorizzazione del reciproco contributo economico, culturale e civile tra l’Italia e le collettività residenti fuori dai confini nazionali. Insieme a Carozza erano presenti Silvana Mangione, Francisco Nardelli, Lorenzo Losi, Roberto Volpini e Dino Nardi, membri del Cdp che si riunisce in questi giorni alla Farnesina, affiancando i lavori agli incontri con i Comitati di Camera e Senato che si occupano più da vicino delle questioni che riguardano i connazionali all’estero (prevista per oggi anche un’audizione informale con il Comitato per gli italiani nel mondo e la promozione del sistema Paese della Camera).
Il presidente del Comitato, Claudio Micheloni, senatore eletto per il Pd nella ripartizione Europa, ha aperto la seduta chiedendo ai presenti in primo luogo “una valutazione sulle urgenti e rilevanti questioni relative al rinnovo delle cariche dei Comites e del Cgie”, segnalando di aver interpellato il governo nel corso dell’esame del disegno di legge di stabilità sui costi relativi alle spese elettorali necessarie al rinnovo dei Comites – rinnovo che deve avvenire, in base all’ultima legge approvata in proposito, entro la fine dell’anno 2014. Le risorse, che non risultano indicate nello specifico nello stato di previsione del Mae per l’anno finanziario 2014 e per il triennio 2014-2016, sarebbero state incluse, secondo quanto riferito dall’esecutivo a Micheloni e riportato nel corso dell’audizione, “nel generico capitolo di spesa informatica del Mae”. Il presidente richiama inoltre le comunicazioni da lui svolte sulle proposte di modifica della legge che regolamenta l’elezione dei rappresentati italiani al Parlamento europeo, proposte orientate a consentire ai cittadini italiani residenti al di fuori dai confini nazionali di “esercitare i diritti elettorali nei Paesi di residenza, con il voto per i candidati dei Paesi ospitanti”. Un orientamento conforme a quanto emerso nel corso dei lavori dall’ultima Commissione continentale Europa e Africa del Nord del Cgie, svoltasi ad Hannover a fine settembre e a cui hanno partecipato anche alcuni senatori del Comitato per le questioni degli italiani all’estero del Senato (e su cui Micheloni si era già soffermato, vedi Inform del 15 ottobre:
http://comunicazioneinform.it/claudio-micheloni-pd-sui-lavori-del-comitato-per-le-questioni-degli-italiani-allestero-del-senato/). Ai rappresentanti del Cgie viene inoltre richiesta una valutazione sulle riforme costituzionali, richiamando in particolare la valutazione negativa espressa sul funzionamento del voto all’estero dai Saggi incaricati di esaminare la materia e riferita recentemente in Aula dal ministro per le riforme costituzionali, Gaetano Quagliariello. In ragione di questa analisi – ricorda Micheloni, – il ministro ha motivato la proposta di soppressione della circoscrizione Estero formulata dai Saggi, chiarendo come, nel percorso di riforme intrapreso, ai connazionali residenti fuori dai confini nazionali verrebbe garantito il diritto al voto mediante strumenti idonei ad assicurare la libertà e la segretezza, ed eventualmente prevedendo presso il Senato una rappresentanza di tali collettività.
Il segretario generale del Cgie rileva in premessa come non sia possibile “accettare alcun regresso nel diritto di rappresentanza, sia sul rinnovo dei Comites che sulla rappresentanza politica dei cittadini residenti all’estero”. In relazione al rinnovo dei Comites, la cui attività, insieme a quella del Cgie, non sarebbe possibile “senza l’impegno volontario dei singoli cittadini”, Carozza ribadisce l’urgenza di tenere le elezioni “perché ormai è difficile convincere le persone in carica a non dimettersi”. Alcune criticità vengono però riscontrate nello schema di regolamento che concerne le modalità di votazione, che prevede il voto elettronico sia in seggi presso gli uffici consolari, sia in modalità remota. “I presupposti necessari al voto in remoto, come la consegna di credenziali allo sportello consolare e, in una seconda fase, in via telematica, in molti casi richiedono agli elettori spostamenti molto, troppo lunghi – sottolinea Carozza, precisando come il voto elettronico esiga “una anagrafe elettronica efficiente e completa dei residenti all’estero” e richiamando alcune criticità riscontrate proprio nell’adozione di questa modalità di voto nelle elezioni comunali in Belgio. Per il segretario generale, dunque, “il voto elettronico e remoto potrà essere una valida forma di votazione in futuro”, mentre è necessario che la proposta di regolamento che dovrà essere approntato per le prossime elezioni dei Comites tenga conto dei fattori sopra richiamati. Per quanto concerne le elezioni europee, Carozza sottolinea come l’80% degli italiani che vota all’estero è costituito da cittadini nati all’estero e come occorra pertanto “prendere una decisione che rifletta il processo di integrazione dell’Unione Europea” e “superare la contrapposizione tra l’emigrazione classica e nuove emigrazioni”. “L’Unione Europea che incoraggia la mobilità – conclude – deve anche tenere conto dei bisogni dei residenti all’estero”.
Criticità sul voto elettronico sono state espresse anche da Silvana Mangione, vice segretario generale del Cgie per i Paesi anglofoni, che richiama in particolare le difficoltà delle persone che non hanno familiarità con il computer e richiedono assistenza per votare in questo modo. Il nuovo regolamento insomma dovrebbe “essere adeguato alla realtà concreta degli italiani residenti all’estero”, realtà che molto deve – ribadisce il vice segretario – “all’emigrazione tradizionale, che ha un forte legame di solidarietà con l’Italia” e non può essere paragonata ai nuovi flussi, se guardiamo agli Stati Uniti. “Data la sua mobilità la nuova immigrazione è spesso sopravvalutata circa le capacità di arrecare benefici agli interessi italiani nei paesi ospitanti – afferma Mangione, ritornando poi sulla necessità di garantire il diritto di partecipazione alla vita politica italiana ai connazionali residenti all’estero, diritto che è il “primo diritto di cittadinanza”. “Il diritto di rappresentanza delle collettività all’estero non può essere messo in discussione. Possiamo discutere il sistema di voto che ha dimostrato alcune inefficienze – conclude. Intervengono poi Francisco Nardelli, vice segretario generale per i Paesi dell’America latina, che mostra di condividere in particolare le considerazioni espresse sulla nuova emigrazione e ricorda la presenza in Argentina di “cittadini italiani in pensione con difficoltà economiche” e Lorenzo Losi, vice segretario generale per l’Europa e l’Africa del Nord, che sottolinea come, nel caso di soppressione della circoscrizione Estero, sarà necessario “provvedere ad attribuire maggiori competenze ai Comites”.
Nel seguito del dibattito interviene Stefania Giannini (Sc) che evidenzia come il Comitato, anche con il confronto con il Cgie, potrà affrontare in materia diversi ambiti di intervento: quello legislativo, con una presa di posizione che possa indicare proposte concrete per il mancato rinnovo dei Comites; quello politico, con una presa di posizione riguardante il diritto di rappresentanza diretta degli italiani all’estero; e infine, in ambito tecnico, analizzando le modalità di voto utilizzate e fornendo un contributo concreto frutto dell’analisi della carenze riscontrate.
“L’obiettivo cui si deve mirare nell’ambito delle riforme costituzionali è sostenere la necessità di mantenere una forma di rappresentanza degli italiani all’estero – afferma Mario Dalla Tor (Pdl), che suggerisce, nel caso non fosse mantenuta l’elezione diretta dei senatori della circoscrizione Estero, una “forma di rappresentanza indiretta, conferendo ai Comites il diritto di eleggere una rappresentanza al Senato”. Per quanto riguarda poi il mancato rinnovo degli organismi di rappresentanza, egli osserva come anche “in Italia alcune province attendono da tempo il rinnovo dei propri organi in previsione della riduzione del loro numero”. Prematura una discussione sulle riforme costituzionali per Maria Mussini (M5S), che evidenzia la necessità di conoscere il valore che sarà attribuito al documento presentato dal Comitato di esperti nominato dal governo. L’esponente del Movimento 5 Stelle sottolinea poi come non sia stata prevista “una fase di transizione per adeguare le strutture al nuovo sistema di voto elettronico”, né sia stata condotta un’analisi di problemi e disfunzioni per agire di conseguenza, e si dice disponibile a contribuire al percorso tracciato da Stefania Giannini sottolineando l’importanza di promuovere “tutte le azioni che riguardano la cultura italiana, anche alla luce del calo di presenze che l’Italia sta registrando nel settore del turismo”.
Micheloni evidenzia come sia stata prevista, d’intesa con le Commissioni Affari costituzionali e Esteri del Senato, una prossima audizione al Comitato del ministro Quagliariello, annunciando la formulazione delle sue perplessità in merito al voto elettronico in occasione dell’esame sulla schema di regolamento da attuare in materia di rinnovo dei Comites. Il seguito dell’indagine conoscitiva è quindi rinviato ad altra seduta. (V.P. – Inform)