FARNESINA
ROMA – In occasione della Giornata dell’Unità Nazionale e delle Forze Armate, il Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale pubblica il primo Rapporto volontario sull’attuazione del Diritto Internazionale Umanitario in Italia. Il documento, redatto dalla Commissione per lo studio e lo sviluppo del D.I.U., oltre a focalizzarsi sull’applicazione delle norme pertinenti, offre una panoramica delle buone prassi adottate. Nel giorno in cui si celebrano la dedizione e il contributo delle Forze Armate alla nascita dell’Italia come Stato unito, libero e democratico, il Rapporto fornisce una fotografia di come il nostro Paese opera, a livello nazionale ed internazionale, sul fronte della formazione e dell’evoluzione della normativa, della promozione e diffusione del D.I.U., della tutela delle persone vulnerabili e del patrimonio culturale nei teatri di conflitto, della regolamentazione dei mezzi di combattimento e dell’impiego delle nuove tecnologie in ambito bellico. Il Rapporto, predisposto congiuntamente dal Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale, dalle altre Amministrazioni dello Stato rappresentate all’interno della Commissione e dalla Croce Rossa Italiana, si pone in linea di continuità con la tradizionale sensibilità dell’Italia per le tematiche umanitarie ed evidenzia la grande attenzione che il Governo italiano riserva alla materia, divenuta di ancor più drammatica attualità a seguito della guerra in Ucraina e di quella più recente in Medio Oriente. Sulla centralità del Diritto Internazionale Umanitario il Ministro degli Esteri Tajani ha voluto ricordare che questo impone regole precise. “Esso impone a tutti gli Stati regole di combattimento e di protezione delle popolazioni civili dagli effetti catastrofici delle guerre: regole ancora più importanti quando tutelano i più vulnerabili durante i conflitti armati, come le donne e i minori”, ha sottolineato Tajani in un video messaggio (Tajani | Rapporto diritto internazionale umanitario – YouTube). La pubblicazione del documento colloca l’Italia nel ristretto novero di Paesi che finora hanno intrapreso un analogo percorso, costituendo un esempio di buona pratica a livello internazionale. (Inform)