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Il cinema che ci parla dell’Italia

RASSEGNE CINEMATOGRAFICHE
Da “La Voce d’Italia” del 17.5.2013
Il cinema che ci parla dell’Italia
Torna a Caracas il Festival del cinema italiano. L’edizione 2013 riflette le problematiche attuali, tocca tematiche che vanno dalle sociali, alle politiche, alle ecologiche descrivendo uno spaccato del paese
CARACAS – Organizzato dall’Istituto Italiano di Cultura, il Festival del Cinema Italiano 2013 apre una finestra imparziale a volte impietosa sull’Italia contemporanea ma decisamente autentica come sempre è il cinema italiano. 
Una rassegna che stimola una serie di interrogativi non solo italiani ma universali, come la disgregazione dei valori della famiglia affrontati in “Una famiglia perfetta” e “Pazze di me” con l’autoironia della “commedia all’italiana”. 
L’iniziale approccio comico sulla fragilità delle famiglie della società contemporanea, allargate, a volte perse e mai ritrovate; con il ruolo della mamma italiana forse troppo presente,che ironizza sui soliti vizi e virtù italici, sull’arte di improvvisare nel teatro,nello spettacolo, nel cinema e nella vita… nel finale ci riporta bruscamente alla realtà, con colpi di scena inaspettati ma positivi. 
Non banalizza il luogo comune, semmai riafferma con forza e delicatezza uno dei valori fondanti della nostra società: la famiglia, con tutte le sue contraddizioni, i limiti, le difficoltà del nostro tempo, tuttavia costituisce il nucleo centrale di ogni civiltà, vero specchio della democrazia di un Paese. 
Il ciclo di film presentati abbraccia temi più che mai attuali e scottanti come il lavoro, diventato quasi un mito per le giovani generazioni con il mondo dello spettacolo e il sogno dei facili guadagni, con il film “Un giorno speciale”. 
Anche lo sviluppo sostenibile e l’ecologia vissuti in modo quasi maniacale da un interprete impegnato come Luigi Lo Cascio in “Una città ideale” ci fanno amaramente sorridere, per poi costringerci a confrontarci con le barriere dei nostri stessi pregiudizi, i confini del nostro ego autoreferenziale. 
La fantascienza del film ”L’arrivo di Wang” è un’allegoria che ha lo stesso nemico: i preconcetti del nostro ego ingigantito che non vuole vedere le ragioni degli altri, non supera l’egoismo dei nostri convincimenti più radicati, con conseguenze fatali per tutta la società. 
“Giulia non esce la sera” presenta con delicata armonia il problema delle carceri e del recupero delle persone per reintegrarle nella società, un male endemico di tutte le grandi città. 
L’inconfondibile regia 
dell’intramontabile Pupi Avati mette ancora una volta a nudo con sapiente equilibrio uno spinoso aspetto della società italiana e non solo: l’età media si allunga, la popolazione invecchia senza a volte davvero allungare la qualità della vita. 
Infine le bombe, la strategia della tensione degli anni in cui il terrorismo ha segnato le pagine della nostra storia più recente, in un ritratto cinematografico e che in Italia ha fatto molto parlare di sé. 
Con “Romanzo di una strage”, viene ricostruita con appassionata ed incisiva semplicità la strage di Piazza Fontana del 12 dicembre 1969. Una bomba esplose nella Banca Nazionale del Lavoro a Milano uccidendo civili inermi decretando lo spartiacque tra la storia del dopoguerra e la storia moderna italiana. 
Un esempio per tutti noi, una storia da condividere con il Venezuela per non ripetere gli stessi errori. (La Voce d’Italia del 17 maggio 2013 /Inform)
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