direttore responsabile Goffredo Morgia
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INFORMAZIONI DEL GIORNO – NEWS PER GLI ITALIANI ALL'ESTERO

Al Comitato sull’Agenda globale post 2015 della Commissione Affari Esteri l’audizione del direttore generale per la Cooperazione allo sviluppo del Mae, Giampaolo Cantini

CAMERA DEI DEPUTATI

Un aggiornamento sugli esiti dell’analisi dell’Ocse Dac sulla cooperazione allo sviluppo italiana e sulla preparazione dei prossimi appuntamenti europei (semestre di presidenza italiano dell’Ue) e internazionali (negoziati Agenda globale ed Expo 2015). Si è parlato anche della riforma del settore della cooperazione all’esame al Senato

ROMA – Si è svolta questa mattina l’audizione del direttore generale per la Cooperazione allo sviluppo del Ministero degli Affari Esteri, Giampaolo Cantini, al Comitato sull’Agenda globale post 2015, sulla cooperazione allo sviluppo e il partenariato pubblico-privato della Commissione Affari Esteri della Camera dei Deputati. Un incontro concordato per fornire un aggiornamento delle principali questioni che riguardano la cooperazione allo sviluppo ed utile anche a svolgere approfondimenti e riflessioni associate all’esame del disegno di legge relativo alla riforma del settore in corso al Senato (vedi anche http://comunicazioneinform.it/prosegue-in-commissione-affari-esteri-lesame-dei-disegni-di-legge-riguardanti-la-cooperazione-allo-sviluppo/).

Cantini ha illustrato in primo luogo l’esito della peer review Ocse Dac, l’analisi periodica sulla cooperazione allo sviluppo attuata dal Comitato per l’aiuto allo sviluppo (Dac) dell’Ocse che contribuisce a segnalare punti di forza e debolezza delle politiche messe in campo dai diversi Paesi che fanno parte dell’organizzazione. Il Rapporto, frutto della missione compita dal segretariato dell’Ocse insieme a due Paesi “esaminatori” – Spagna e Svezia in questo caso – e articolatasi sia con una visita in Italia che in uno dei Paesi in cui è attiva la nostra cooperazione – l’Albania, – è stato oggetto di un incontro avvenuto a fine marzo a Parigi cui il direttore generale ha partecipato insieme al vice ministro del Mae Lapo Pistelli e viene ora consegnato al Comitato affinché possa offrire spunti di riflessione e interventi sul tema. Cantini definisce la discussione scaturita dalla peer review “fruttuosa”, evidenziando come l’Ocse Dac abbia apprezzato l’impegno italiano in corso per l’ “aggiornamento, la modernizzazione e la revisione delle procedure della cooperazione italiana” e per il raggiungimento di una visione “più strategica”, anche attraverso una “maggiore prioritarizzazione delle aree geografiche di intervento”, sforzo che – ha ricordato il direttore generale – è alla base dell’aggiornamento delle linee guida triennali della cooperazione allo sviluppo recentemente approvato dal Comitato direzionale del settore.

Tra le raccomandazioni formulate, Cantini richiama quella indirizzata “all’intero sistema di cooperazione italiano, non solo dunque – precisa – agli attori istituzionali, di condividere un documento di visione strategica di politiche, strumenti e modalità operative della cooperazione” e quella volta ad un miglioramento “del coordinamento inter-istituzionale” e della “coerenza” degli interventi e delle politiche di cooperazione. Raccomandato anche “un approccio operativo basato più sui risultati attesi e sulla valutazione ex post dei progetti” messi in campo, valutazione che dovrebbe giovarsi di una “maggiore terzietà nell’analisi delle valutazioni”, così da consentire trasparenza e condivisione delle scelte con tutti gli attori impegnati nel settore e una programmazione pluriennale con conseguente allocazione delle risorse. Sono indicazioni a cui l’Italia sta rispondendo anche con il processo di riforma in corso, rileva il direttore generale, evidenziando come tale impegno sia stato riconosciuto in questa sede. In particolare, in merito ad uno degli strumenti più innovativi previsti nel disegno di legge in esame al Senato, l’Agenzia per la cooperazione, l’Ocse Dac ricorda come vi sia a livello internazionale un dibattito molto aperto. “Non esiste ad oggi un modello unico per questo tipo di strumento – sottolinea Cantini, segnalando come i rilievi del Rapporto richiamino l’esigenza, qualunque sia la soluzione adottata, “di assicurare il miglior raccordo tra indirizzo politico e fase di gestione ed esecuzione dei progetti”. Necessità di articolare piani pluriennali, terzietà delle valutazioni e condivisione di obiettivi, informazioni ed esperienze sono dunque le direttrici su cui il Mae sta già operando – assicura il direttore generale, annunciando un incontro organizzato alla Camera dei Deputati il prossimo 5 maggio e orientato proprio alla condivisione deli esiti della peer review Ocse Dac.

Richiamati poi i contenuti dell’aggiornamento delle linee guida triennali della cooperazione allo sviluppo (2014-2016): “abbiamo lavorato, anche in base alle osservazioni già ricordate, su una maggiore prioritarizzazione degli interventi in termini geografici, definendo tre aree sub-regionali che a nostro avviso meritano una particolare attenzione strategica: il Mediterraneo e Medio oriente, l’Africa orientale e il Sahel”, una scelta determinata – chiarisce Cantini – “sia per interessi strategici che per criticità in termini di sviluppo e spessore di rapporti storici e della presenza italiana in loco”. Ridotto anche il numero di Paesi prioritari delle cooperazione italiana, da 24 a 20, anche se non vengono escluse azioni nei Paesi delle aree individuate, seppur vagliate “con un approccio più selettivo”, e riconfermati i settori di impegno: salute, istruzione, governance e società civile, sostegno al settore privato e sviluppo rurale. Sul fronte governance e società civile viene inoltre rimarcato un ulteriore accento a favore dell’empowerment femminile, il rispetto dei diritti umani e le questioni che riguardano più direttamente i minori e i disabili (ricordato a questo proposito il sostegno italiano ai piani nazionali sulla disabilità articolati da Tunisia e Sudan e l’expertise riconosciuta al nostro Paese nei programmi di empowerment femminile attuati in particolare in Palestina e Senegal).

Annunciata nel prossimo mese di luglio (14-15 luglio) in Italia, in concomitanza con l’avvio del semestre di presidenza italiano dell’Unione Europea, una riunione informale dei ministri europei incaricati della cooperazione allo sviluppo, per la definizione in primis dell’Agenda post 2015, agenda cui concorreranno un aggiornamento degli obiettivi di sviluppo del Millennio e gli obiettivi di sviluppo sostenibile che sono stati previsti, ma non definiti, dalla Conferenza di Rio 2012. Il direttore generale evidenzia come l’impegno in quest’ambito sia l’elaborazione di una posizione comune su tali priorità mondiali, il cui negoziato è previsto a partire dall’autunno prossimo. Tra gli altri temi in discussione, il ruolo del settore privato nella cooperazione, argomento su cui l’Europa sta preparando una comunicazione che verrà trattata nel prossimo semestre europeo, e – temi cui tiene moltissimo l’Italia insieme all’Europa, evidenzia Cantini, – il rapporto tra flussi migratori e sviluppo, in particolare lo sviluppo dell’imprenditorialità nei Paesi di origine e non solo, grazie alle rimesse e alla creazione di relazioni resa possibile dalla presenza dei migranti, e per una riduzione dei costi della mobilità, argomento su cui l’Italia si è già spesa in particolare per la riduzione del costo delle rimesse. Si tratterà di un appuntamento importante, “una riunione aperta anche alla società civile, per dialogo interattivo con il mondo esterno”, in cui si parlerà anche di sicurezza alimentare, in vista di Expo 2015. La Direzione generale sta lavorando a quest’ultimo evento poi coinvolgendo Europa ed organismi delle Nazioni Unite ed elaborando un programma di partecipazione in cui vengono già annunciate circa 20 iniziative in calendario, l’allestimento di un percorso multimediale su alcuni grandi temi, rivolto a sensibilizzare l’opinione pubblica e i più giovani in particolare sul tema dell’esposizione, un percorso sulla questione dell’acqua cui concorreranno enti di ricerca italiani, tra cui l’Istituto agronomico di Bari, iniziative legate al ruolo e alle attività delle cooperazioni, all’importanza dell’empowerment femminile nello sviluppo rurale, della coerenza delle politiche allo sviluppo, della lotta agli sprechi alimentari e per l’energia sostenibile, attività e summer camp dedicati ai più giovani.

Nel mese di luglio dovrebbe anche essere pronta la piattaforma digitale delle serie storiche delle cooperazione italiana, con i dati degli ultimi 10 anni sugli interventi del settore e una parte info-grafica su aree e progetti supportati dalla cooperazione, così da implementare procedure di trasparenza ed efficienza in questo ambito.

Infine, la questione delle risorse. Anche sollecitato dagli interventi di Francesco Monaco (Pd) ed Elda Locatelli (Misto), Cantini definisce su questo aspetto “un quadro positivo, ma con elementi di chiaroscuro”. Si conferma, da un lato, l’inversione di tendenza avviata con la nuova legislatura, con un aumento di risorse che ha fatto risalire al nostro Paese gli ultimi gradini della scala di percentuale di Pil destinata agli aiuti allo sviluppo (giunta ad un minino di 0.12% negli scorsi anni).

Le risorse destinate al settore dalla legge di stabilità 2013 sono state 209 milioni di euro, una percentuale di Pil dello 0.16%, e 223 milioni di euro all’inizio del 2014 (ma l’obiettivo concordato in sede internazionale è quello dello 0.7% di Pil, al momento raggiunto solo dal Regno Unito). “Dobbiamo però scontare l’effetto dei tagli e degli accantonamenti richiesti per esigenze di finanza pubblica – precisa il direttore generale, – effetti che hanno ridotto i fondi del 2013 a 197 milioni di euro e quelli del 2014 per il momento di 18 milioni di euro. Poi vanno aggiunte le spese di funzionamento, che sono state nel 2013 di oltre 20 milioni di euro, ma che abbiamo ridotto a poco più di 19 milioni a inizio 2014”. Il pericolo è che “se in sede di Def e di legge di stabilità viene rispettato l’impegno politico di aumento delle risorse, impegno apprezzato dallo stesso Ocse Dac, nel corso dell’anno per esigenze di finanza pubblica vengano realizzati tagli che rischiano di annullare gli effetti degli aumenti – avverte Cantini. (Viviana Pansa – Inform)

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