CONFERENZE
Al Centro “Musejon” del Museo delle Belle Arti “A.S. Pushkin” il 27 luglio un’iniziativa organizzata in collaborazione con l’IIC
MOSCA – Avrà luogo il 27 luglio alle ore 19 presso il Centro “Musejon” del Museo delle Belle Arti “A.S. Pushkin” di Mosca (Kolymazhnij per. 6/2, str. 1) la conferenza di Alessandro Marzo Magno intitolata “Venezia e la nascita dell’editoria moderna”.
Una riflessione sulle ragioni che determinarono la pubblicazione a Venezia da parte di Aldo Manuzio del primo libro moderno, così come lo conosciamo oggi. Ciò avvenne, cinquant’anni dopo l’invenzione della stampa a caratteri mobili da parte del tedesco Gutenberg, nel 1455.
Nella prima metà del Cinquecento Venezia divenne la capitale europea dell’editoria; qui, infatti, si stampava la metà dei libri pubblicati in tutta Europa. Non si pubblicavano soltanto libri in italiano, ma in una quantità di lingue che oggi ci appare sorprendente: a Venezia sono stati pubblicati il primo libro greco (1486), il primo libro armeno (1512) e il primo libro in cirillico bosniaco (1512). Dopo la conquista ottomana del Montenegro, un nobile funzionario di corte, Božidar Vuković, si trasferisce a Venezia, dove nel 1519 comincia a stampare testi liturgici per la chiesa serba e a contrabbandarli in territorio ottomano. Quella di Venezia rimarrà l’unica tipografia serba del mondo fino a Seicento inoltrato. Questi sono solo alcuni esempi, si potrebbe aggiungere che a Venezia sono stati stampati il primo Talmud (1524) e il primo Corano in arabo (1538) della storia.
Legittimo domandarsi perché tutto questo sia successo proprio a Venezia. Come spesso accade, si tratta di un insieme di fattori: c’erano i capitali necessari per aprire le stamperie, le linee commerciali per far viaggiare i volumi pubblicati nelle varie lingue, una nutritissima colonia di stranieri in grado di fornire personale capace di comporre e correggere testi nelle diverse lingue e, soprattutto, c’era libertà. In quei primi cinquant’anni del XVI secolo a Venezia si poteva stampare qualsiasi cosa, compresi i testi dei riformati tedeschi che la chiesa cattolica avrebbe voluto veder bruciare sui roghi. Venuta meno la libertà, scesa la disponibilità di denaro, la città italiana ha dovuto cedere il primato nell’editoria che è passato alle Fiandre: Anversa prima e Amsterdam poi.
Alessandro Marzo Magno, veneziano, laureato in Storia veneta all’Università di Venezia, vive e lavora a Milano. È stato per dieci anni responsabile del settimanale “Diario”. Ha pubblicato tra l’altro: La Guerra dei dieci anni. Jugoslavia 1991-2001 (2001), Il leone di Lissa. Viaggio in Dalmazia (2003), Piave. Cornache di un fiume sacro (2010), Atene 1687. Venezia, i turchi e la distruzione del Partenone (2011). Con Garzanti ha pubblicato anche L’alba dei libri. Quando Venezia ha fatto leggere il mondo (2012), giunto alla sesta edizione.
Ha insegnato all’università Statale di Milano: per due anni (2014 e 2015) ha curato un laboratorio semestrale di storia del cibo.
L’iniziativa, promossa e organizzata in collaborazione con l’Istituto Italiano di Cultura di Mosca, sarà in lingua italiana con traduzione consecutiva in lingua russa. (Inform)