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ROMA – Nella trasmissione “L’Italia con Voi” Luigi Maria Vignali, Direttore Generale per gli Italiani all’Estero del Maeci, ha parlato degli expat che rientrano in Italia protagonisti della web-serie “I ritornati” realizzata da 9 Colonne e promossa dalla Direzione Generale per gli Italiani all’Estero del Maeci. Ancora si parla poco di coloro che decidono di rientrare in Italia, mentre invece l’attenzione è concentrata sui tanti cha ancora oggi lasciano il nostro Paese. “Si parla molto dei tanti italiani che lasciano il nostro paese – ha esordito Vignali – e troppo poco di quelli che decidono di tornare in Italia , sono ingeneri, tecnici, medici, artisti, che a un certo punto decidono di rimettere in gioco nel nostro paese le loro capacità: è davvero una migrazione circolare dei talenti, è quello di cui il nostro Paese ha bisogno, un patrimonio di esperienze da investire in Italia. Sono storie di successo doppio: persone che ce l’hanno fatta all’estero e poi anche in Italia una volta rientrate”, ha spiegato Vignali che ha confermato l’alto numero degli espatri con circa 130 mila italiani andati all’estero nel solo 2019, citando i dati del Rapporto Italiani nel Mondo. “Una strategia strutturata comincia però a vedersi: nel 2019 con il decreto Crescita sono arrivati incentivi per ritornare nel nostro Paese, soprattutto nel Mezzogiorno confermati recentemente nella legge di bilancio. La Farnesina può accompagnare questo percorso attraverso campagne di informazione”, ha aggiunto Vignali in relazione al percorso di rientro dei nostri connazionali parlando in parallelo anche del fenomeno degli espatri lì dove occorre “creare delle reti di associazionismo all’estero perché chi parte deve trovare dei punti di appoggio mantenendo contatti con l’Italia”, ha precisato Vignali sottolineando i vantaggi socio-economici derivanti dai rientri. “Quando una persona va all’estero si arricchisce culturalmente, umanamente e linguisticamente. Non mi piace parlare di ‘cervelli in fuga’ – ha ammesso Vignali – ma di ‘cervelli in movimento’ che vuol dire andare all’estero e poi tornare in quell’Italia che così recupera anche l’investimento economico del nostro sistema educativo”. Tra le storie raccontate c’è quella di un ingegnere toscano, Lorenzo Rizzello, che ha lavorato negli Usa, come specializzato in robotica e automazione, nel campo della tecnologia dei droni, prima di rientrare in Italia durante la pandemia. “Sono rientrato in Italia principalmente per motivi affettivi – ha ammesso il connazionale – mentre è il ‘fattore stipendio’ a spingere molti ingegneri a tentare la via dell’espatrio”, ha raccontato l’ingegnere sottolineando come gli sgravi fiscali siano certamente un incentivo a poter rientrare ma, per sua stessa ammissione, per tornare in Italia occorre un “doppio coraggio” altrettanto forte come quello che spinge a partire. “Per favorire il ritorno dei nostri connazionali abbiamo mappato una rete di talenti italiani all’estero, – ha informato Vignali – si tratta di centinaia di nomi individuati tramite Ambasciate e Consolati che metteremo in contatto con le realtà imprenditoriali italiane attraverso progetto lanciato dalla Farnesina e dal Ministro per il Sud”. Se da un lato c’è indubbiamente una volontà di rientrare da parte di molti emigrati italiani, dall’altro occorre poter dare atto a questa volontà attraverso condizioni in Italia che rendano il rientro fattibile: “condizioni diverse da quelle che hanno determinato la partenza”, ha concluso Vignali. (Inform)