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INFORMAZIONI DEL GIORNO – NEWS PER GLI ITALIANI ALL'ESTERO

Viaggio in Cina, Lectio Magistralis del Presidente Mattarella all’Università Beida di Pechino: “Gli studenti italiani che scelgono di studiare in Cina, e gli studenti cinesi che si recano in Italia, sono veri e propri ambasciatori del dialogo tra culture”

ESTERI

(Fonte foto Presidenza della Repubblica)

PECHINO – Nel corso della sua visita in Cina il Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, ha tenuto una Lectio Magistralis all’Università Beida di Pechino. Al termine, ha partecipato alla cerimonia di firma di intese per l’inaugurazione della Cattedra di “Studi italiani” dell’Università di Pechino, presso la sede del Segretariato del Forum Filantropico Italia – Cina. “L’Università di Pechino – ha esordito il Capo dello Stato – è nota in ambito internazionale per essere un polo di approfondimento tanto della straordinaria storia della civiltà cinese quanto delle principali dinamiche attuali del mondo. Ringrazio per questa opportunità. Questo confronto costituisce un’occasione preziosa per riflettere, insieme, sui rapporti tra Cina e Italia e su alcuni temi del nostro tempo. Il dialogo odierno è parte di un flusso costante di interazioni, pressoché ininterrotto da secoli, in cui cinesi e italiani sono stati protagonisti. Uno scambio di esperienze, conoscenze, merci, tecnologie, innovazioni, contaminazioni artistiche, estetiche e persino gastronomiche, che hanno contribuito allo sviluppo delle nostre rispettive civiltà. Direi di più: per millenni Cina e Italia hanno svolto anche un ruolo significativo nel definire l’idea stessa di civiltà, intesa come realtà complessiva in seno alla quale sviluppo materiale da una parte, e progresso morale e intellettuale dall’altra, avanzano di pari passo. Sin dall’antichità – ha proseguito il Presidente della Repubblica – la civiltà cinese e quella italiana si sono intrecciate in uno scambio culturale fecondo. Hanno offerto un contribuito di valore straordinario nella storia dell’Umanità, influenzandone profondamente lo sviluppo. Hanno diffuso, moltiplicato e impreziosito il sapere universale. Basti pensare alla raffinata profondità filosofica di grandi maestri del pensiero, quali Confucio o Lao Tze. E non è un caso se, soprattutto a partire dal Seicento, tra i protagonisti della diffusione in Europa del sapere cinese troviamo alcuni celeberrimi intellettuali italiani. Matteo Ricci, Michele Ruggieri, Prospero Intorcetta furono tra i primi sinologi del mondo occidentale. Un altro italiano, Alessandro Valignano, sviluppò nel contesto del sistema di pensiero proprio del Cristianesimo i concetti di “adattamento” e di “inculturazione”, ponendosi, così, quale antesignano del dialogo inter-culturale. Valignano morì nel 1606 a Macao, dove aveva fatto costruire il Collegio di San Paolo, la cui facciata, ancor oggi simbolo della città, sopravvive al logoramento del tempo. Cinesi e italiani – ha continuato Mattarella – hanno aperto nuovi cammini in ambito economico e commerciale. A partire dall’epoca che noi definiamo Basso Medioevo, e che corrisponde ai regni delle dinastie Song, Yuan e dei primi imperatori Ming, l’Antica Via della Seta ha offerto uno dei primi esempi di mondializzazione. Lungo quel tracciato pionieristico, coraggiosi mercanti viaggiavano attraverso continenti altrimenti lontanissimi. Si scambiavano beni, idee e saperi e, nello scambio, consapevolmente o inconsapevolmente, cambiavano sé stessi e l’altro. Il simbolo di questa nostra storia comune è Marco Polo – che poc’anzi è stato ricordato -, uomo radicato nella cultura della sua Venezia natale quanto profondamente affascinato dal livello prodigioso di avanzamento tecnologico raggiunto dalla Cina. Quest’anno ricorre il settecentesimo anniversario della scomparsa di questo grande veneziano. Un anniversario che ci offre l’occasione per ricordare come la conoscenza, il dialogo tra culture e civiltà diverse siano elementi essenziali per costruire un futuro di pace e di prosperità, basato sul rispetto e sull’apertura reciproci. La cultura, infatti, vive del mutuo arricchimento, non soltanto del riflesso delle radici di ciascuno. Offre gli strumenti per comprendere la natura delle diversità e per godere dei benefici del dialogo. Civiltà e cultura sono pilastri di quella relazione speciale che chiamiamo “amicizia”. Sovente, e giustamente, ricorriamo a questa categoria per descrivere l’antico rapporto tra Cina e Italia. È gratificante pensare che le personalità che hanno fatto grande la storia delle nostre relazioni – ne ho citate alcune – non siano uomini d’arme ma intellettuali, mercanti, scienziati. Secolo dopo secolo abbiamo aperto così gli spazi per la costruzione di legami di fiducia e di collaborazione.  La straordinaria possibilità per il maestro Michelangelo Antonioni di realizzare, nel 1972, un documentario tra Pechino, Suzhou, Nanchino e Shanghai, ne è un esempio. Quel lungometraggio fa parte della storia del cinema italiano e cinese. Non meno eccezionale fu l’apertura della Città Proibita al maestro Bernardo Bertolucci. Senza l’accesso a quei meravigliosi padiglioni non avrebbe avuto la  possibilità di girare un film di così grande valore”. “Gli studenti italiani che scelgono di studiare in Cina, e gli studenti cinesi che si recano in Italia, – ha poi rilevato Mattarella – sono veri e propri ambasciatori del dialogo tra culture e recano una rete di relazioni che si estende ben oltre il perimetro e il periodo delle loro ricerche accademiche, dei loro studi accademici. Mi ha colpito un dato emerso da uno studio recente sulle percezioni che hanno gli universitari italiani della Cina: appare significativo come gli studenti e le studentesse che vengono qui a trascorrere un periodo di formazione ripartano poi con una percezione della Cina ancor più favorevole di quella che nutrono quanti non hanno avuto questa occasione di visitare il vostro grande Paese. La mia presenza in questa importante istituzione universitaria è quindi anche testimonianza del desiderio dell’Italia di veder crescere ulteriormente, in uno spirito di genuina collaborazione e responsabilità, la prossimità delle nostre comunità accademiche”. “Sottolineo con piacere – ha aggiunto il Capo dello Stato – che nel 2021 in questo Ateneo è stato inaugurato un corso di Laurea in Lingua e letteratura italiana, non limitato all’insegnamento linguistico, ma aperto a discipline complementari. Ai laureandi del corso qui presenti, porgo i miei migliori auguri affinché possiate terminare con vostra piena soddisfazione il percorso di studi intrapreso tre anni fa. Grazie alle vostre energie, al vostro entusiasmo, alle vostre conoscenze, siete divenuti punto di raccordo di una sempre più ampia e vitale rete di connessione tra Cina e Italia! Desidero congratularmi con l’Università di Pechino per la scelta lungimirante di costituire un Centro Sino-Europeo di Ricerca per l’Innovazione nel campo filantropico. La solidarietà è un valore universale che ci richiama al dovere di prenderci cura di chi è più fragile.

Grazie al Forum Filantropico Cina-Italia anche questo tema è entrato a far parte dell’ampio spettro delle relazioni tra i nostri Paesi. Sono lieto che da queste collaborazioni sia anche nata la “Cattedra Agnelli di studi italiani”, con esponenti autorevoli del sapere impegnati in un fecondo dialogo con la comunità accademica della vostra Università”. “Alla vigilia del cinquantacinquesimo anniversario dello stabilimento delle relazioni diplomatiche con la Repubblica Popolare Cinese, questa visita – ha poi rilevato Mattarella – conferma l’intento della Repubblica Italiana di approfondire ulteriormente il rapporto bilaterale, di svilupparlo in una interazione pienamente costruttiva. I nostri Paesi lavorano a questo obiettivo, che è condiviso – come è stato ricordato – nella cornice del Partenariato Strategico Globale siglato venti anni orsono. Cina e Italia si sono dotate di un “Piano d’azione” rinnovato in occasione della visita recente, a fine luglio, della Presidente del Consiglio dei Ministri italiano. Un Piano che prevede una cooperazione più intensa, concreta e articolata in numerosi settori di comune interesse, scienza, tecnologia e cultura incluse.  La Cina è, per l’Italia, il primo partner economico in Asia. Lo spirito costruttivo che ci anima sollecita un rapporto equilibrato che consenta la rimozione delle barriere che ostacolano l’accesso al mercato cinese di prodotti italiani di eccellenza, e di corrispondere alle attese dei consumatori cinesi, sempre più esigenti e sempre più attenti alla qualità. Vale per l’approccio in ambito finanziario, aperto a nuovi investimenti cinesi in Italia – in una logica di trasparenza, concretezza e mutuo vantaggio – che stimolino occupazione e producano crescita del valore e delle competenze. Per l’Italia riveste grande interesse una collaborazione più stretta, ad esempio, per la transizione ecologica, nella lotta ai cambiamenti climatici e per la protezione del nostro pianeta: tutte priorità che richiedono una cooperazione globale”.

“In un’epoca di crescenti tensioni, e anche di innovazioni tumultuose, – ha concluso il Capo dello Stato – siamo chiamati, più che mai, a sviluppare un approccio riflessivo che ci aiuti ad apprezzare i limiti delle nostre prospettive, come persone e come società. È la premessa di un atteggiamento verso gli altri improntato al dialogo. È la premessa della fiducia che l’Italia nutre nel futuro di sue crescenti relazioni con la Cina. I nostri Paesi hanno dimostrato di saper superare le sfide più grandi, di saper colmare distanze che ad altri apparivano infinite”. (Inform)

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