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INFORMAZIONI DEL GIORNO – NEWS PER GLI ITALIANI ALL'ESTERO

V Settimana della Cucina Italiana nel Mondo, l’evento di lancio della kermesse dedicata a Pellegrino Artusi

FARNESINA

 

 

ROMA – Si è tenuto online l’evento di lancio della V Settimana della Cucina Italiana nel Mondo dal titolo “Saperi e Sapori delle terre italiane, a 200 anni dalla nascita di Pellegrino Artusi” organizzata dal Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale (Maeci). La “Settimana della Cucina Italiana nel Mondo” è la rassegna tematica annuale dedicata alla promozione della cucina e dei prodotti agroalimentari italiani di qualità, promossi la nostra rete di Ambasciate, Consolati, Istituti Italiani di Cultura e Uffici Ice all’estero. All’evento, introdotto dal Direttore Generale per la Promozione del Sistema Paese del Maeci, Lorenzo Angeloni, sono intervenuti la Ministra per le Politiche Agricole Alimentari e Forestali, Teresa Bellanova, il Sottosegretario agli Affari Esteri, Manlio Di Stefano, la Presidente di Casa Artusi, Laila Tentoni, il nutrizionista e docente presso l’Università Campus Biomedico di Roma, Luca Piretta e il Presidente di Origin Italia, Nicola Cesare Baldrighi. In risposta agli ostacoli creati dall’attuale crisi globale, l’edizione 2020 riparte dalle radici della tradizione culinaria italiana, cogliendo la ricorrenza del bicentenario della nascita di Pellegrino Artusi, padre della cucina domestica italiana, per proporre un focus sul rapporto essenziale che lega patrimonio gastronomico italiano e suoi territori d’origine. Il collegamento alla figura di Artusi è stato individuato per valorizzare la ricchezza e la varietà delle tradizioni culinarie italiane, la salubrità e sostenibilità dell’intera filiera, caratteristiche che sono alla base della Dieta mediterranea, che celebra il decimo anniversario dell’iscrizione nella lista rappresentativa del Patrimonio Culturale Immateriale dell’Umanità dell’Unesco.

“L’idea della Settimana della Cucina Italiana nel Mondo nasce nel 2015 dopo Expo Milano, evento legato a sua volta a temi attinenti il cibo; quindi la Settimana della Cucina ne raccoglie l’eredità per l’internazionalizzazione di un comparto importante per la nostra economia. Ci sono stati oltre 6 mila eventi nelle passate edizioni: è di fatto la rassegna tematica annuale di maggior successo della Farnesina per la promozione integrata del nostro export agroalimentare, rafforzato dal Patto per l’Export. Pochi giorni fa si è tenuto il decimo anniversario dell’iscrizione Unesco della dieta mediterranea. Ricordiamo inoltre Pellegrino Artusi che fu autore di un volume che è tuttora una pietra miliare per la cucina italiana”, ha spiegato Lorenzo Angeloni. Manlio Di Stefano ha quindi rievocato tutti gli enti coinvolti in questo evento. “Le criticità dell’emergenza sanitaria non ci hanno fatto desistere dal proporre anche quest’anno una rassegna di così grande successo. Avremo palinsesti di eventi in presenza e in digitale, da oggi fino al 29 novembre, in 124 Paesi per promuovere il Made in Italy dell’agroalimentare che rappresenta oltre il 25% del Pil nazionale: vino e olio soprattutto contribuiscono al nostro export”, ha spiegato Di Stefano sottolineando come nel 2019 il comparto abbia generato 44 miliardi di euro, con un 5% in più rispetto al 2018, mentre nel 2020 esso abbia rappresentato il 15% dell’export nonostante la pandemia. “Con questa rassegna difendiamo il modello alimentare mediterraneo ossia uno stile di vita che nei secoli ha plasmato i territori, dando prodotti di altissima qualità con benefici per l’ambiente e la salute”, ha aggiunto il Sottosegretario vedendo nello sviluppo industriale di qualità la ricetta vincente. L’Italia vanta ben 310 prodotti con denominazione di origine e indicazione geografica. Di Stefano ha ricordato l’importanza di sensibilizzare il consumatore straniero dal pericolo che si cela dietro il cosiddetto fenomeno dell’italian sounding: la contraffazione dei nostri prodotti, un qualcosa che danneggia oltre all’economia anche il branding. “Serve una grande campagna di educazione alimentare condotta dalle istituzioni. – ha evidenziato Di Stefano – Attenzione però a strumenti come la pratica dei semafori alimentari oppure ad altre misure che non sempre godono di evidenze scientifiche con catalogazioni sintetiche sui prodotti”.

Teresa Bellanova ha ricordato come l’unitarietà della filiera, dal produttore al consumatore, veda impegnato quotidianamente il proprio Ministero. Il Ministro ha menzionato il Fondo per la ristorazione di 500 milioni di euro per un settore che rappresenta tra il 30 e il 40% della filiera agroalimentare. “Occorre far fronte alla chiusura dei ristoranti e degli agriturismi per il rilancio di prodotti Dop e Igp: è la strategia denominata ‘dal campo alla tavola’ della Commissione europea per il contrasto alla fragilità alimentare del nostro Paese. Non è una chiusura protezionistica”, ha spiegato Bellanova ricordando come sarà istituito a breve un ufficio per la dieta mediterranea presso il Ministero per le Politiche agricole nonché un portale web dedicato al patrimonio materiale e immateriale del nostro settore agroalimentare: nel 2021 è previsto l’avvio di una campagna informativa in vista di Expo Dubai e dedicato all’educazione alimentare in scuole e università italiane. Bellanova ha ricordato anche l’impegno portato avanti dalla Fao per il contrasto allo spreco alimentare. Laila Tentoni ha ringraziato il Maeci per aver inserito la dedica a Pellegrino Artusi in questa edizione. “La cucina italiana all’estero è Pellegrino Artusi, già uomo di cultura ed elegante: il suo (“La scienza in cucina, l’arte di mangiar bene” del 1891, ndr) è per antonomasia il libro della cucina domestica italiana entrando in tutte le case. Molti italiani che sono emigrati hanno portato con Artusi un pezzo di Italia e il cibo ha rappresentato parte della loro identità facendoli accogliere nelle comunità dei Paesi esteri”, ha spiegato Tentoni sottolineando come Artusi sia un’arma formidabile per promuovere il bello, il buono e la qualità d’Italia con un’attenzione patriottica verso la gastronomia. Contestazione al sistema del “nutri-score”, ossia il già richiamato strumento del semaforo alimentare è stato mosso anche attraverso un video che ha illustrato come in realtà la codifica dei colori non sia efficace dirigendo il consumatore all’acquisto di un prodotto invece di informalo davvero sulle qualità di quel prodotto.

Al contrario del semplicistico sistema dei semafori alimentari, il Dott. Luca Piretta ha invece ricordato i benefici salutari della dieta mediterranea. Più che dieta preferisce addirittura chiamarla “modello di vita: l’unica ad avere alle sue spalle un background scientifico così ricco e abbondante in termini di ricerche condotte in tutto il mondo che mi trovo a discutere su argomenti che appaiono quasi superflui”, ha spiegato Piretta ricordando tuttavia come educazione e comunicazione vadano affrontati in modo corretto per non ostacolare la dieta mediterranea. Nicola Cesare Baldrighi ha rievocato la normativa comunitaria che istituisce le indicazioni geografiche facendo presente che i prodotti tradizionali del nostro settore agroalimentare meritano i riconoscimenti anche nella misura in cui hanno una ricaduta determinante per i territori in cui si sviluppano. “I prodotti Dop e Igp hanno un valore culturale e il contrasto all’italian sounding merita un’attenzione molto alta: difendere la cultura del cibo è difendere la cultura del nostro Paese”, ha sottolineato il Presidente di Origin Italia. “Anche quello della varietà del cibo è un tema delicato e per questo serve una campagna di educazione alimentare”, ha concluso Baldrighi. (Simone Sperduto/Inform)

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