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INFORMAZIONI DEL GIORNO – NEWS PER GLI ITALIANI ALL'ESTERO

Turismo delle Radici, webinar organizzato dal Circolo Emilia-Romagna di San Paolo

ITALIANI ALL’ESTERO

SAN PAOLO – Si è tenuto online un webinar sul turismo delle radici organizzato dal Circolo Emilia-Romagna di San Paolo presieduto da Eduardo Morelli. Valentina Stragliati, vicepresidente della Consulta degli Emiliano-Romagnoli nel Mondo, ha parlato del turismo delle radici come di una realtà molto importante da implementare. “Questa pandemia ha trasformato il nostro modo di restare in contatto e dobbiamo ragionare in prospettiva, pensando al futuro per farci trovare pronti quando si potrà tornare a viaggiare. La nostra Regione, l’Emilia-Romagna, è ricca di arte, di enogastronomia e di industrie e ritengo che questa sia un’esperienza importante”, ha spiegato Stragliati sottolineando che la Consulta è costituita da 90 associazioni e gli emiliano-romagnoli in Brasile ad oggi sono circa 18mila, stando ai soli dati ufficiali degli iscritti all’Aire.

Giovanni Maria De Vita, Capo Ufficio I Direzione Generale per gli Italiani all’Estero del Maeci, ha ricordato quali iniziative stia portando avanti la Farnesina ormai da circa tre anni su questo tema. “Nel 2018 abbiamo intrapreso un esercizio divenuto poi molto importante, allorché all’epoca fiorivano tante iniziative sul turismo delle radici e abbiamo ritenuto opportuno organizzare un incontro tra tutti questi soggetti coinvolti in Italia per uno scambio di informazioni e per vedere le buone prassi di promozione di questo segmento turistico molto particolare. Lo riteniamo utile per risollevare le sorti del nostro settore turistico che, come nel resto del mondo, è stato colpito dalla pandemia”, ha spiegato De Vita evidenziando che ci si rivolge a una platea di almeno 80 milioni di persone, tra oriundi e italiani all’estero. Soltanto in Brasile gli oriundi ammonterebbero a circa 27 milioni di persone ossia quasi mezza Italia. “Sappiamo inoltre che i residenti all’estero sono per entità numerica la seconda regione d’Italia, quindi parliamo di un bacino di persone interessate alle quali guardare con cura. Il Maeci interviene perché abbiamo una competenza specifica per gli italiani all’estero e siamo la cassa di risonanza di quello che avviene in Italia, grazie alla rete di Ambasciate, Istituti di Cultura, Comites e associazioni. Nel 2018 abbiamo creato un tavolo tecnico con Raìz Italiana e Asmef insieme ad Enit ed è stato interessante vedere come tra gli operatori fosse vivo l’interesse per questo segmento turistico. Parliamo di un turista che non viene in Italia solo per i siti Unesco ma per tutto il patrimonio immateriale e culturale che lo ricollega alle origini dei propri antenati”, ha aggiunto De Vita sottolineando come l’iter intrapreso sia di studio e analisi, da un lato, tramite il tracciamento di un identikit del turista delle radici mediante questionario, come quello proposto dall’Associazione AsSud; formativo, dall’altro, tramite il sostegno di iniziative come il primo Master in Italia per la formazione degli operatori nel turismo delle radici organizzato dall’Università della Calabria. C’è poi la Guida alle radici italiane: “una guida alternativa realizzata da Raìz Italiana che suggerisce itinerari storico-culturali ed enogastronomici che soddisfano le richieste dei turisti delle radici”. De Vita ha inoltre sottolineato come il primo volume della guida sia stato dedicato a Emilia-Romagna, Abruzzo, Puglia e Basilicata.  Il secondo volume si occuperà di Lombardia, Molise, Calabria e Sicilia. De Vita ha poi evidenziato come la guida sia disponibile anche online sul sito del Maeci e sia stata redatta in varie lingue come inglese, francese, spagnolo e portoghese. De Vita ha anche invitato a guardare all’Italia come trampolino di lancio anche in virtù delle opportunità, non solo di cittadinanza, che può offrire l’Unione europea: per esempio nel settore accademico o della ricerca.

Marina Gabrieli, presidente di Raìz Italiana, ha ricordato che i viaggi delle radici permettono di tornare nei luoghi dai quali sono partiti gli antenati, ossia viaggi che trasmettono emozioni. “Uno dei momenti più belli dei viaggi è quando si riesce ad incontrare i parenti ancora residenti in Italia, quindi si valorizzano i piccoli borghi. Siamo pugliesi e conosciamo bene queste realtà, così come le storie di alcuni connazionali che dopo aver effettuato il viaggio delle radici sono tornati a vivere in Italia”, ha spiegato Gabrieli illustrando brevemente come avviene la creazione di un itinerario su una storia familiare. Occorrono le generalità di un avo e il Paese di origine: questo consente di chiedere al registro di Stato civile del Comune o a volte ai registri parrocchiali per conoscere l’indirizzo della casa dove è nato l’avo per compiere la visita. Quando è possibile, con lo stato di famiglia, raggiungiamo anche i parenti. Gianfranco Coda, rappresentante dello staff della Consulta degli Emiliano-Romagnoli nel Mondo, ha spiegato come non ci siano attualmente iniziative specifiche su questo tema a livello regionale ma allo stato attuale si sta rispondendo a domande da parte di potenziali utenti futuri. “Siamo consapevoli che la nostra Regione ha un potenziale molto interessante sul turismo delle radici. Abbiamo un brand che vendiamo all’estero con molti prodotti enogastronomici e con l’automobilismo. C’è tanto da noi e ci sono molti borghi interessati al progetto ‘Viaggio Italiano’: è un progetto guidato dall’Emilia-Romagna che racchiude una mappa di tutti questi borghi italiani e solo da noi ce ne sono 50”, ha rilevato Coda segnalando poi eventi importanti come ‘Parma Capitale della Cultura 2021’ e l’anno dantesco, considerando che il Sommo Poeta è morto a Ravenna. (Simone Sperduto/Inform)

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