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INFORMAZIONI DEL GIORNO – NEWS PER GLI ITALIANI ALL'ESTERO

Turismo delle radici: terzo tavolo di coordinamento in videoconferenza promosso dalla Dgit : un confronto aperto tra Farnesina, enti locali e mondo associativo per le strategie di rilancio del settore

ITALIANI ALL’ESTERO

 

 

ROMA – E’ stata inaugurata dal Direttore Generale per gli Italiani all’Estero del Maeci , Luigi Maria Vignali, la terza edizione del tavolo di coordinamento sul ‘Turismo delle Radici’, promosso dalla Dgit della Farnesina con la partecipazione di istituzioni centrali e locali, associazioni territoriali e rappresentative delle comunità italiane all’estero. D’intesa con Enit, Asmef e Raiz Italiana, il Maeci ha deciso di confermare, anche per il 2020, questo importante appuntamento per esaminare lo stato della situazione ed avviare una riflessione sulle iniziative che possono essere intraprese in tale segmento del settore del turismo, particolarmente colpito dalle conseguenze dell’epidemia da Covid-19. Il turismo delle radici, ovvero i viaggi di tutti coloro che hanno origini italiane e che desiderano venire in Italia per conoscere i luoghi da cui sono partiti i propri antenati, può avere un ruolo determinate per la ripresa di tutto il settore turistico. Tale modello di attrazione turistica interessa, infatti, un bacino potenziale stimato tra i 60 e gli 80 milioni tra italiani residenti all’estero e italo-discendenti, desiderosi di ristabilire un contatto con il luogo di provenienza familiare e ritrovare un sentimento di appartenenza con i luoghi di origine, soprattutto dopo un periodo così difficile per tutti.

“Proprio a fronte delle difficoltà che sta vivendo il nostro Paese proponiamo il turismo delle radici come una soluzione per ripartire. Questo tavolo ha un duplice obiettivo: rinnovare il focus sul turismo delle radici, affinché i connazionali possano riscoprire le proprie origini, ma anche rilanciare il turismo italiano nel suo insieme che, come del resto tutto il turismo mondiale, è in forte difficoltà”, ha esordito Luigi Maria Vignali che non nasconde le possibili insidie dovute alle conseguenze dell’emergenza sanitaria a livello globale. “Bisognerà fare i conti con una gestione condizionata dalla pandemia e quindi con le difficoltà di movimento, con i costi elevati e con i problemi del trasporto aereo; tuttavia il turismo delle radici è un turismo fidelizzato e affezionato che sente l’attaccamento e la voglia di ritornare in Italia ancor più forti in questo momento”, ha evidenziato il Direttore Generale per gli Italiani all’Estero vedendo in questa forma di turismo una possibilità importante di attrazione di flussi indirizzati ai borghi storici, alla tradizione artigianale o enogastronomica. “C’è tutta una filiera che ne beneficerà – ha aggiunto Vignali – ed è in preparazione anche la seconda edizione della Guida al turismo delle radici, realizzata in collaborazione con Raiz Italiana e coinvolgendo altre regioni”. Alle quattro della prima edizione (Abruzzo, Basilicata, Emilia-Romagna e Puglia), quest’anno si aggiungeranno  Calabria, Lazio, Molise, Lombardia e Sicilia: come il primo volume, anche questo potrà essere visualizzato on-line e sarà distribuito all’estero. “Per comprendere al meglio le caratteristiche del turista di ritorno occorre però un approfondimento metodologico, che sia finalizzato proprio a capire le aspettative di questo turista: c’è a tal proposito uno studio importante volto a delineare queste caratteristiche. Poi occorre anche prepararsi a gestire i flussi e per farlo serve organizzare dei pacchetti e individuare nuove modalità di comunicazione: a questo proposito c’è un master dell’Università della Calabria in progettazione e gestione dei viaggi delle radici. Possiamo infine veicolare il turismo delle radici nel mondo avvalendoci della rete di Ambasciate, Consolati e Istituti di Cultura”, ha concluso Vignali.

Alan Christian Rizzi, Sottosegretario ai Rapporti con le delegazioni internazionali della Regione Lombardia, ha invitato a considerare il periodo post-Covid per attuare i temi trattati nel tavolo di coordinamento. Tra queste riflessioni anche quelle propriamente logistiche. “Malpensa aprirà il Terminal 1 dal 15 di giugno mentre Linate non ha ancora calendarizzato questo tipo di aperture. La Regione Lombardia negli ultimi anni è stata quella più soggetta ai flussi migratori e quindi è quella che dovrà investire di più sul turismo delle radici, anche per le sue grandi capacità paesaggistiche e storiche”, ha spiegato Rizzi ricordando il bando ‘Lombardi nel Mondo’ spalmato sul triennio 2019-2021 che tiene conto di questa aspettativa turistica. Fausto Orsomarso, Assessore della Regione Calabria, ha ricordato come il fenomeno migratorio abbia da sempre interessato la Calabria, sia all’interno del territorio nazionale che oltreconfine. L’Assessore ha menzionato il progetto ‘Calabria Terra dei Padri 2023’ che, disponendo di risorse importanti, promuoverà l’identità calabrese nel mondo. Mariaelena Rossi (Enit) ha ricordato l’importanza del monitoraggio di quanto avviene nei Paesi di maggior prossimità con l’Italia e per quanto riguarda il turismo delle radici è stato evidenziato proprio il legame che c’è con la propria terra d’origine da parte dei connazionali che assumono la funzione di “ambasciatori o influencer” di questa nostra identità nel mondo. “La vera ripartenza per il turismo ci sarà nel 2021 mentre questo scorcio di 2020 sarà una sorta di fase di accompagnamento”, ha spiegato Rossi mentre Elena Di Raco (Enit), ha fornito alcuni dati significativi. “Abbiamo pronosticato 10 milioni di italiani che ritornano per questo tipo di turismo e che rappresentano un valore da 4 miliardi di euro. Avevamo chiuso benissimo il 2019 con 45 miliardi di euro, che rappresentavano una crescita di oltre il 6% rispetto all’ultimo triennio, ma l’emergenza ha destabilizzato tutto. Ad oggi le tendenze sono negative ma stiamo lavorando per una ripartenza: dall’81% di calo cui abbiamo assistito in questo periodo, avremo da qui ad ottobre un miglioramento e stiamo già recuperando un 10% rispetto al mese scorso”, ha spiegato Di Raco ricordando che ogni quindici giorni ci sarà un bollettino Enit per monitorare l’andamento turistico.

Salvo Iavarone, Presidente di Asmef, ha ricordato tra le ultime iniziative il meeting di Paestum dello scorso anno. “Abbiamo capito che forse non tutto sarà come prima ma adesso lavoriamo per capire come sarà il mondo post-Covid e questo segmento di turismo che è agli albori potrà trovare degli spazi in questo azzeramento dettato dall’epidemia. I borghi sono fondamentali in questo settore e serve una visione ampia per un loro recupero. Lancio l’idea di una grande iniziativa immobiliare per acquisire i borghi o averli in comodato dai Sindaci mettendoli così sul mercato internazionale, con un grande progetto sociale di recupero”, ha proposto Iavarone. Marina Gabrieli, Raiz Italiana, ha espresso soddisfazione per il successo della prima edizione della Guida alle Radici Italiane: la seconda edizione sarà impostata sul modello della precedente, stimolando un percorso di viaggio quanto più personalizzato. Gabrieli ha ricordato il ciclo Raiz Incontra che ha permesso di far entrare in contatto tra loro diversi connazionali. “Un altro progetto che stiamo seguendo è quello del master organizzato dall’Università della Calabria”, ha evidenziato Gabrieli riferendosi al master in gestione e promozione dei viaggi delle radici. Fiorello Primi (I Borghi più belli d’Italia), ha invitato a prepararci a una nuova normalità, soprattutto nei piccoli centri per renderli più attraenti e accoglienti: tra le migliorie per esempio una rete stradale più sicura e un miglior approccio dal punto di vista sismico, idro-geologico e ricettivo oltre all’apertura verso le tecnologie come la banda larga, utile anche a chi volesse recarsi per motivi di studio nei piccoli centri. Marco Giudici, Direttore Rai Italia, ha parlato di  un’offerta quotidiana per l’estate senza sosta per quanto riguarda la programmazione destinata ai connazionali all’estero. “La continuità della programmazione su dodici mesi dovrebbero essere un qualcosa di basico per il servizio pubblico, sebbene andremo in versione light o più snella. Questo traguardo è stato possibile anche in virtù dell’emergenza sanitaria, sarebbe d’altronde paradossale salutare tutti quando dall’altra parte del mondo, per esempio in Brasile, la situazione più drammatica è proprio in queste settimane. L’Italia con Voi avrà inoltre una sua finestra ogni sabato mattina su Rai1”, ha commentato Giudici. Pierangelo Campodonico

(Museo Nazionale dell’Emigrazione di Genova), ha annunciato l’inizio dei lavori per la realizzazione dell’impianto museale, quale nodo di una rete in rado di unire i diversi musei dedicati all’emigrazione sparsi sul territorio italiano. “In un anno e mezzo, quindi verso la fine del 2021, il Museo sarà pienamente funzionante”, ha precisato Campodonico. Giovanni De Vita, Capo Ufficio I Direzione Generale per gli Italiani all’Estero del Maeci, ha ricordato l’importanza di mantenere l’impegno di questo tavolo sul turismo delle radici, radicato su tutto il territorio, nonostante le difficoltà del momento. “Esso offre il vantaggio di intervenire maggiormente in quelle aree o borghi notoriamente spopolatisi o che hanno sofferto di più di crisi economiche. Quindi con questa forma di turismo si può ricreare una fidelizzazione con il territorio”, ha aggiunto De Vita lamentando come in passato per diverso tempo quello del rientro non sia stato classificato come un turismo tout court mentre aveva delle caratteristiche particolari, tali da dover mettere in campo delle strategie specifiche. “Siamo orientati al coinvolgimento dei giovani e anche del mondo dell’associazionismo dei nostri connazionali, perché il turismo delle radici non va inteso come un qualcosa di occasionale, facilitando i rapporti bilaterali tra l’Italia ed i Paesi in cui questi connazionali risiedono”, ha aggiunto De Vita. “La natura di questo tavolo, così come è stato concepito, è una piattaforma aperta per consentire a tutti di parlare dei propri programmi e come Maeci possiamo aiutare a inoltrare presso le comunità all’estero le iniziative che potrebbero vederle come protagoniste”, ha concluso De Vita. Il Prof. Tullio Romita, Università della Calabria, insegna sociologia del turismo e si occupa da oltre vent’anni di studi di settore. “Problema principale del fenomeno del turismo di ritorno è quello della mancanza di una governance e gli amministratori locali avrebbero avuto bisogno di un aiuto in tal senso proprio per recuperare questo capitale umano in perdita”, ha spiegato Romita sottolineando come l’idea del master in gestione dei viaggi di ritorno miri appunto a formare figure professionali che possano supportare le amministrazioni locali.

Antonello De Riu, Capo Ufficio II Direzione Generale per la Promozione del Sistema Paese del Maeci, ha esordito sottolineando come il turismo non appartenga al core delle competenze specifiche del Maeci; pur tuttavia l’asset di 300 sedi diplomatiche nel mondo, unitamente ai rapporti con l’Enit e al coordinamento col Mibact, fanno in modo che questo settore coinvolga anche la Farnesina lì dove si può diversificarne la promozione. “Nel patto per l’export lanciato dal Ministro Di Maio, uno degli assi strategici è quello di contribuire al rilancio dell’offerta turistica nazionale e dell’attrattività dell’Italia come meta. Ora dobbiamo mettere in luce la validità e la salubrità delle nostre filiere, facendo passare il messaggio che siamo un Paese sicuro. C’è poi tutta una serie di fondi per la promozione integrata che prevede grandi progetti per valorizzare gli stessi professionisti italiani trasferitisi altrove: uno dei campi è quello dell’enogastronomia associata al turismo”, ha spiegato De Riu. Flaminia Santarelli, Direttore Generale del Turismo al Mibact, ha auspicato un 2021 come anno di rilancio e “in questo senso il turismo delle radici va visto come una sorta di chiamata alle armi coinvolgendo tutto l’associazionismo estero richiamandolo a vivere il turismo in Italia”. Giuseppe Sommario, ricercatore presso l’Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano ed esponente dell’ Associazione AsSud, ha menzionato il progetto di ricerca dal titolo “Scoprirsi italiani: i viaggi delle radici in Italia” promosso dall’Associazione AsSud che da alcuni anni organizza il Festival delle Spartenze. Si tratta di un lavoro di studio nato in seno all’Osservatorio permanente sulle Radici Italiane, il primo osservatorio italiano su questo tema di cui fanno parte, oltre allo stesso Sommario, anche Delfina Licata (Fondazione Migrantes), Riccardo Giumelli (Università di Verona) e la già menzionata Marina Gabrieli (Raiz Italiana). Sommario ha evidenziato due aspetti basilari: “l’importanza della conoscenza e della ricerca, anche attraverso gruppi di lavoro, ossia la ricerca quale atto previo di ogni decisione successiva, e un approccio pluridisciplinare per fare squadra che diviene indispensabile di fronte a una materia sfaccettata e complessa come l’emigrazione e il turismo delle radici”, ha spiegato Sommario ricordando lo strumento del questionario usato per un approccio su vasta scala al fine di ricostruire l’identikit di questo tipo di turista.

Edoardo Colombo, Whe The Italians, ha ricordato la raccolta fondi portata avanti nei giorni di piena emergenza a favore dell’Ospedale Spallanzani di Roma. Colombo ha ripreso il discorso metaforico della “chiamata alle armi” citando l’esponente dell’Enit per arrivare a una piena ripartenza mettendo il tutto a sistema. Rodolfo Ricci, Consigliere Cgie (Cdp), ha parlato delle prospettive di approccio al tema del turismo delle radici fin qui trattate. “Le collettività italiane all’estero non possono, in un progetto di questa natura, essere viste esclusivamente come target ma debbono far parte della compagine attoriale che cogestisce il sistema in termini partecipati. Fare rete vuol dire valorizzare tutte le opportunità che emergono e, tra queste, le nostre collettività sono moltiplicatori dell’offerta proveniente dall’Italia. La nostra emigrazione storica e la nuova emigrazione sono elementi di grandissimo rilievo in un progetto di questa portata”. Ha rilevato Ricci. “Bisogna avvalersi delle competenze presenti all’estero all’interno delle nostre collettività: i nostri giovani che vivono all’estero possono portare un contributo consistente in questi termini. Dunque l’invito è vedere l’opportunità del turismo della radici come un volano per l’intero sistema, anche per quanto riguarda il Made in Italy e l’internazionalizzazione”, ha aggiunto Ricci. Ilaria Del Bianco, Consigliere Cgie, Presidente Associazione Lucchesi nel Mondo ed esponente di Unaie,  ha evidenziato come le comunità italiane nel mondo possano dare il proprio contributo alla ripresa grazie anche al turismo di ritorno. “Quanto accaduto a inizio anno ci ha purtroppo impedito di andare a regime con le iniziative delle nostre associazioni in termini di promozione di questo tipo di turismo, ma abbiamo studiato delle soluzioni per veicolare tutte le informazioni e i pacchetti turistici già in fase di predisposizione: questo per essere pronti non appena il turismo internazionale sarà di nuovo accessibile. Abbiamo anche partecipato ai diversi tavoli nell’ambito turistico con le nostre associazioni, attivando rapporti costanti con le stesse Regioni”, ha spiegato Del Bianco. Gabriele Negrini, membro dell’Associazione Mantovani nel Mondo, è intervenuto in sostituzione del Presidente Daniele Marconcini impegnato nel sostegno al recupero di alcuni connazionali nel mondo. “Tra le attività associative c’è anche questa di tipo sociale e assistenziale per coloro che si trovano all’estero e facciamo da facilitatori in questo momento particolare. Per quanto riguarda il turismo ci stiamo organizzando con la Regione Lombardia per valorizzare le vie d’acqua e fluviali, rivolgendoci in particolare alle seconde e terze generazioni dei nostri giovani connazionali”, ricordando a proposito della realtà fluviale l’iniziativa tenuta nel novembre scorso proprio a Mantova che è in posizione mediana rispetto a un iter davvero ambizioso di valorizzazione della rete fluviale e lacustre o in alcuni casi marittima che arriverebbe a coinvolgere il Nord Italia da Trieste e Venezia fino a Genova.

Massimo Lucidi, Premio Eccellenza Italiana, ha ricordato l’esperienza con la testata America Oggi, un cenacolo di scienziati che dialogano costantemente tra Italia e Stati Uniti. “Il turismo delle radici ci accomuna e ci dà identità ma attraverso le radici dobbiamo creare una felicità e un percorso sia personale che collettivo per questi connazionali. Invito dunque a fare maggiormente rete”, ha commentato Lucidi. Sostenibilità e digitale sono dunque le due parole chiave per il post-Covid. Sonia Ferrari, Università della Calabria, studia da diversi anni il turismo delle radici e conduce ricerche in questo settore. I risultati delle ricerche sono stati pubblicati anche nell’ultimo rapporto sul turismo italiano. “Il rapporto host-guest nel turismo delle radici è positivo perché questi turisti sono molto legati ai luoghi che visitano, rendendo importante il flusso in queste destinazioni turistiche di solito secondarie. Studiamo quanto siano pronti gli stessi stakeholders territoriali ad accogliere questo segmento turistico”, ha spiegato Ferrari menzionando la collaborazione con l’Università di Mar del Plata in Argentina. Isabella Liberatori, Agenzia 9 Colonne, ha evidenziato come il Governo, per far fronte all’emergenza, abbia proposto degli sgravi fiscali fino al 60% per quelle aziende che intendano far pubblicità sui giornali; a tal proposito Liberatori ha proposto di inserire in questo elenco di organi di informazione da poter utilizzare anche i media italiani all’estero, al fine di arrivare più facilmente nelle case dell’interlocutore finale per la promozione turistica. Ambra Garancini, Rete dei Cammini, riprendendo il tema della valorizzazione dei percorsi fluviali ha parlato del tema dei cammini storici, fortemente legati alle tradizioni e alle radici come identità del territorio. Garancini ha ricordato per esempio la Via Francigena-Renana che va a toccare l’asse portante degli stessi percorsi fluviali mettendoli in connessione tra loro.

Il Prof. Filippo Grassi, Università degli Studi di Messina, ha sottolineato come in Sicilia i borghi storici siano molto fiorenti ma hanno subito il problema dello spopolamento. Francesco Muciaccia, Puglia Promozione, ha spiegato la strategia della Puglia in questo settore. “E’ una strategia che si basa sulla sinergia tra l’Agenzia Regionale del Turismo, quindi Puglia Promozione, e il servizio di internazionalizzazione regionale che ha competenza sulle Associazioni dei Pugliesi nel Mondo e che custodisce il registro delle associazioni riconosciute. Puglia Promozione in particolare ha indetto due avvisi pubblici per l’organizzazione di eventi di promozione della destinazione turistica. Puntiamo anche al turismo della memoria nel ricordo dell’emigrazione pugliese durante il secolo scorso”, ha spiegato Muciaccia. Giovanni Celsi, Rai World, ha ricordato l’enorme bacino di utenza che raggiunge oltre 20 milioni di case nel mondo, dove le comunità italiane non sono solo un obiettivo della comunicazione ma anche un volano per il turismo delle radici così come lo sono per il Made in Italy: l’idea è quindi quella di avere uno spazio da dedicare a questo tema. Letizia Sinisi, Italy Rooting, ha evidenziato come gli argomenti della nostalgia e della riscoperta siano fondamentali per l’attivazione del turismo delle radici. “Loro non amano sentirsi solo turisti ma veri attori che hanno fame d’Italia”, ha spiegato Sinisi evocando un vero e proprio grand tour del ritorno. Paolo Masini, Mibact, ha parlato di un iter votato al massimo coinvolgimento dei poli museali e dei diversi enti con i quali sono stati siglati dei protocolli. “Nei prossimi giorni ci sarà una call con il Maeci per capire ancora meglio come lavorare in questo settore”, ha commentato Masini evidenziando come anche con la Discoteca di Stato siano state attivate delle interazioni per reperire materiale utile ai poli museali dedicati all’emigrazione. ”Penso anche al cinema oltre che al mondo della musica e quindi gli ingredienti sono molti”, ha aggiunto l’esponente del Mibact. Riccardo Giumelli, Università di Verona, ha ulteriormente sottolineato l’importanza dell’opera di monitoraggio da parte dell’Osservatorio sul turismo delle radici. “Dovremmo parlare di italicità e quindi di un bacino di circa 250 milioni di persone, pensando anche agli affiliati oltre che agli oriundi o italo-discendenti in senso stretto”, ha aggiunto Giumelli alle analisi fin qui espresse.

Vincenzo Conese, Presidente di Viaggiovane – Centro Turistico Giovanile, ha lanciato l’idea di proporre anche per il turismo delle radici le metodologie già adottate in passato per il cosiddetto turismo intelligente o turismo lento. Pina Costa, Assocamerestero, ha ricordato come per la promozione del Made in Italy sia fondamentale il collegamento tra il prodotto italiano con la terra d’origine. “Non abbiamo mai lavorato sul turismo di ritorno – ha ammesso Costa – ma lo abbiamo fatto invece con il turismo in generale. Gran parte dei nostri associati sono imprenditori italiani nel mondo e molto del nostro business è composto da viaggi d’affari che spesso riportano in Italia quegli italiani che hanno interessi all’estero”, ha evidenziato Costa parlando anche del progetto True Italian Taste per contrastare il fenomeno dannoso per noi che è quello dell’italian sounding. Luigi Scaglione, Regione Basilicata e Ufficio Stampa Provincia di Potenza, ha sottolineato il lavoro di coordinamento delle Consulte regionali oltre a quello dell’ufficio internazionalizzazione della Regione Basilicata. “Chiedo al Ministero in questa fase di sollecitare tutte le Regioni italiane per proporre un’azione diretta a sostegno del turismo delle radici. Adesso occorre una riorganizzazione del sistema turistico. In Basilicata per esempio un Museo dell’Emigrazione è già attivo da alcuni anni: parliamo di uno strumento aggiuntivo di attrazione per quanti desiderino venire in Italia”, ha spiegato Scaglione. Claudio Ucci, Le Terre di Aristeo, ha auspicato la creazione di servizi dedicati per ottimizzare l’accoglienza in questo settore, ha inoltre evidenziato come occorra anche “migliorare la comunicazione con i nostri migranti”, estendendo questo invito anche agli organi di informazione. Maurizio Auteri, Dirigente Dipartimento Turismo, Sport e Spettacolo della Regione Sicilia, ha rievocato l’impatto che l’emigrazione ha avuto sul territorio siciliano. “Nel breve periodo stiamo lavorando maggiormente al turismo di prossimità e per il 2021 ci attiveremo per partecipare al turismo di ritorno”, ha spiegato Auteri. (Simone Sperduto/Inform)

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