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INFORMAZIONI DEL GIORNO – NEWS PER GLI ITALIANI ALL'ESTERO

“Turismo delle radici: dai flussi migratori ai flussi turistici”, webinar sul canale YouTube della Cátedra Itálica dell’Università Nazionale di Mar del Plata

ITALIANI ALL’ESTERO

 

 

ROMA – La Cátedra Itálica dell’Università Nazionale di Mar del Plata (Argentina) ha presentato il webinar “Dai flussi migratori ai flussi turistici: il turismo delle radici”. Sono stati illustrati i primi risultati del lavoro di ricerca che sta portando avanti un team accademico internazionale in cui l’Università della Calabria è l’istituzione proponente: ne fanno parte anche l’Università di Torino e la Facoltà di Scienze Economiche e Sociali dell’Università Nazionale di Mar del Plata. Il progetto è sostenuto dalla Direzione Generale per gli Italiani all’Estero del Ministero degli Affari Esteri nel quadro della promozione del “Turismo delle Radici”. Lo scopo dello studio è raccogliere informazioni importanti ed estremamente utili per guidare efficacemente le amministrazioni pubbliche e le aziende del settore nella progettazione e l’offerta di prodotti specifici per questo segmento di mercato che mostra motivazioni, bisogni e preferenze di viaggio estremamente specifici. Ana Biasone, Direttrice del Master in Sviluppo del Turismo Sostenibile presso l’Università di mar del Plata, ha introdotto e moderato il webinar parlando dell’importanza dello sviluppo di una strategia di marketing finalizzata a vincolare il territorio italiano d’origine alle nostre comunità nel mondo. Allo stesso tempo l’obiettivo è rafforzare il legame creatosi con il tavolo tecnico del Maeci alla luce di questo progetto di studio e investigazione per le politiche estere. Biasone ha anche ricordato il punto di contatto tra l’Università della Calabria e l’Università di Mar del Plata: non è un caso che l’Argentina sia un Paese partner dell’Italia in questo iter considerando che nello Stato sudamericano è probabilmente presente la maggior quantità di residenti italiani all’estero nonché di italo-discendenti. Al progetto collaborano anche il Centro Italo Calabrese di Tucumán, la F.A.C.A. (Federazione Associazioni Calabresi in Argentina), il programma di RAI International “L’Italia con Voi” e la Camera di Commercio di Cosenza.

Dario Cortese, Console d’Italia a Mar del Plata, ha evidenziato come il turismo delle radici rappresenti un potenziale enorme ma anche un grande orgoglio per un’istituzione come l’Università di Mar del Plata, in una città implementata fortemente negli anni dalla presenza italiana. “Il turismo delle radici si propone di recuperare le radici attraverso il viaggio inverso compiuto dai discendenti degli emigrati. I nonni negli anni del dopoguerra una volta emigrati invitavano i figli ad integrarsi nella nuova società; i loro nipoti li hanno poi ascoltati apprendendo le storie e vivendole con curiosità. Con queste storie sono spesso andati a ricercare la casa dei nonni: così questo turismo diventa il desiderio spontaneo che viene direttamente dalla base. Ci sono infine le relazioni bilaterali che possono essere rafforzate”, ha spiegato Cortese sottolineando il ruolo che in questo legame gioca l’apprendimento della lingua italiana da tramandare alle nuove generazioni. Giovanni Maria De Vita, Capo Ufficio I della Dgit del Maeci, ha illustrato le ragioni dell’attivismo del Ministero degli Esteri in questo settore particolare. “La nostra vocazione istituzionale è mantenere i rapporti con le nuove generazioni e quindi con gli italo-discendenti: questo va oltre la promozione del territorio in senso stretto perché consiste nello stabilire nuovi rapporti e relazioni utili alla comunità dei nostri oriundi che possono così guardare all’Italia come opportunità, anche nell’ambito dell’Unione europea”, ha spiegato De Vita evidenziando come questo interesse del Maeci sia stato formalizzato fin dal 2018. “In quell’anno decidemmo insieme a due associazioni, Asmef e Raìz Italiana, la convocazione di un primo tavolo tecnico per vedere quali esperienze ci fossero già in questo settore: abbiamo visto che questo tavolo è cresciuto e ha portato intorno a sé sempre un maggior numero di attori. Come Maeci ci siamo mossi dando attenzione a strumenti concreti come la “Guida alle radici italiane”, ha aggiunto De Vita sottolineando come stia uscendo il secondo volume della Guida, dedicato a Calabria, Sicilia, Molise, Lombardia. Il consigliere ha anche ricordato la partecipazione ad eventi internazionali come quelli a Buenos Aires e Milano e manifestazioni sul territorio nazionale per sensibilizzare l’attenzione su questo fenomeno. De Vita ha invitato a concretizzare in iniziative specifiche questo studio volto a preparare gli operatori di settore, ossia coloro che devono accogliere queste persone che sono turisti particolari. “Sono persone che vengono in Italia con aspettative diverse dal turista tradizionale: quindi per visitare luoghi della memoria, cimiteri e archivi oppure per capire meglio l’artigianato e l’enogastronomia. Occorre un coordinamento tra i diversi attori: Governo, Regioni ed Enti locali per le questioni legate a trasporti, viabilità e servizi. Anche i Comuni hanno infatti bisogno di conoscere il modo migliore di rispondere a questo desiderio di informazioni che proviene dal turista delle radici”, ha aggiunto De Vita parlando della preparazione specifica degli operatori locali. Il Maeci ha finanziato anche la ricerca condotta da AsSud e nell’ambito dell’attività dell’Università della Calabria offre il sostegno al Master di primo livello per la formazione di operatori in turismo delle radici. “Metà della popolazione argentina ha origini italiane, ad esempio pochi giorni fa è stato ricordato il centenario del compositore Astor Piazzolla”, ha concluso De Vita.

Klaus Algieri, Presidente Unioncamere Calabria, ha ricordato come l’ente camerale abbia già lavorato in passato a congressi e visite valorizzando le ricchezze del territorio dal Tirreno allo Ionio fino alla Sila e agli scavi di Sibari. Algieri ha menzionato anche un premio istituito proprio per raccontare la Calabria. “Fare rete per noi è importante e ci mettiamo a disposizione perché pensiamo che il turismo delle radici sia un volano”. Marco Leone, Consigliere dell’Ambasciata d’Italia a Buenos Aires, ha a sua volta evidenziato il lavoro portato avanti dall’Ambasciata insieme ad Enit anche per eventi come la Fiera del Turismo di Buenos Aires. “L’Italia è il primo Paese al mondo per siti che sono Patrimonio Unesco e tra i primi luoghi di destinazione per turisti extra europei”, ha commentato Leone evidenziando come personaggi anche molto noti nati in Argentina abbiano origini italiane: su tutti Papa Francesco. Donatella Cannova, dirigente dell’Istituto Italiano di Cultura di Buenos Aires, ha sottolineato gli aspetti che attengono alla promozione linguistica e culturale finalizzati al recupero delle radici. “Capire da dove veniamo è un processo che implica non unicamente aspetti economici bensì un coinvolgimento di tipo affettivo, culturale e linguistico”, ha spiegato Cannova precisando che con l’Università di Mar del Plata è già ampio il percorso di collaborazione, così come con l’Enit. “Il turismo delle radici necessita di operatori che già qui apprendano l’italiano per promuovere al meglio l’Italia a chi volesse viaggiare. Deve essere un turismo cosciente di ciò che vuol dire recuperare la memoria e ciò si realizza per mezzo di lingua e cultura”, ha sottolineato Cannova.

Mariano Gazzola, Vicesegretario Generale del Cgie per l’America Latina, ha rilevato come il turismo delle radici o di ritorno, sia uno dei grandi temi concreti dei quali si occupa il Cgie anche alla luce delle richieste che arrivano ai Comites e dal mondo dell’associazionismo da parte di persone che vogliono vedere i luoghi d’origine. “E’ importante lo studio, anche a livello universitario, delle problematiche che noi come Cgie seguiamo molto da vicino: diamo la nostra collaborazione con la rete dei Comites, delle associazioni, della Federazione delle Società Italiane di Mar del Plata che ha contribuito per esempio con il formulario”, ha spiegato Gazzola riferendosi al questionario impiegato in queste ricerche sul campo per tracciare l’identikit del turista delle radici. “Il turista delle radici non ha la stessa identità del turista tradizionale perché qui dobbiamo parlare di turismo del sentimento e della relazione comunitaria”, ha sottolineato Gazzola. Rafael Vitiello, Presidente del Comites di Mar del Plata, ha espresso soddisfazione per questa tematica che ha definito come un’idea brillante che mette in luce come l’Italia non sia solo richieste di cittadinanza o luoghi turistici blasonati. “Dalla cultura alla letteratura, passando alle industrie, l’Italia è cosa veramente grande al di là delle dimensioni geografiche”, ha commentato Vitiello evidenziando come il mondo accademico e il lavoro delle istituzioni abbiano messo in marcia questo percorso. Sonia Ferrari, ricercatrice dell’Università della Calabria, ha parlato di un’indagine esplorativa e qualitativa per conoscere al meglio il fenomeno e in particolare la sostenibilità del turismo delle radici che è “un turismo dal sentimento molto forte: un turismo ‘slow’ che consente di conoscere le persone del luogo”, ha spiegato Ferrari sottolineando l’importanza di un tipo di turismo che va a interessare i piccoli borghi. Ferrari ha precisato come sia difficile dire già adesso quanto sviluppo territoriale possa garantire, specialmente nel Mezzogiorno, questa forma di turismo: “non sarà però solo uno sviluppo quantitativo bensì qualitativo”, ha aggiunto la ricercatrice. Tiziana Nicotera, ricercatrice dell’Università della Calabria, ha illustrato brevemente una ricerca basata sulla comparazione dei portali web di diversi Paesi per quanto riguarda l’attenzione rivolta al turismo delle radici, il tutto finalizzato a potenziare quelli italiani: ai primi posti ci sono Irlanda e Scozia, quindi Spagna e Germania. Nicotera ha parlato del progetto di realizzazione di un video con testimonial reali.  Daniel Antenucci, Vicerettore dell’Università di Mar del Plata, ha citato il concetto di italicità espressa dallo studioso Pietro Bassetti per poi riflettere sul ruolo culturale del nostro Paese. “Bisogna riscoprire l’importanza avuta dall’Italia nel processo di civilizzazione dell’Occidente e quindi un’influenza culturale che va oltre le radici genealogiche: tornare in Italia è tornare alle radici culturali”, ha spiegato Antenucci. (Simone Sperduto/Inform)

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