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Svizzera: Scalabrini-Fest di Primavera

MONDO SCALABRINIANO
Svizzera: Scalabrini-Fest di Primavera
SOLOTHURN – Oltre 400 persone di 35 diverse nazionalità hanno preso parte all’annuale Scalabrini-Fest di Primavera a Solothurn in Svizzera presso il Centro Internazionale di Formazione “G.B. Scalabrini” delle Missionarie Secolari Scalabriniane che si è svolto dal 26 al 28 aprile. Molti i temi di riflessione che sono stati toccati nel Forum di approfondimento, nei gruppi di scambio e nei laboratori proposti agli adulti, ai giovani, ai teen agers e alle famiglie presenti alla Festa: il rapporto tra vivere e credere, fede e ragione, il ruolo delle religioni e del cristianesimo nella convivenza tra i popoli, la concezione di gioia autentica e di piena realizzazione della persona umana proposta dal Vangelo, la necessità di un cammino di umanizzazione in una società sempre più condizionata da criteri economici e tecnici. 
Il principale relatore che ha accompagnato diversi momenti dell’incontro è stato Jörg Splett, considerato uno dei più importanti filosofi delle religioni ed antropologi contemporanei di lingua tedesca, attivo soprattutto presso le università di Monaco e di Francoforte. A lui è stato affidato il tema: “Tu ci porti al largo (cfr. Sal 18,20). Gli orizzonti sconfinati della fede che ci fanno incontrare”. Nella sua riflessione, Splett è partito proprio dall’apparente contraddizione che caratterizza il messaggio cristiano: la pienezza della vita, la possibilità di vivere orizzonti grandi e una comunione universale, aperta a tutti, passano per la croce, la “porta stretta” dell’amore che si dona totalmente e fedelmente su una strada concreta e reale a cui ciascuno viene chiamato da Dio. Questa via è Gesù Cristo, Figlio di Dio che per amore si è fatto uomo, ha accolto i limiti della nostra esistenza proprio per donarci una vita in sovrabbondanza attraverso la sua morte e risurrezione. La ricerca della gioia vera, dunque, è una questione seria, che richiede coraggio e impegno perché significa lottare contro ciò che è buio nel nostro mondo e affidarsi a Dio, unica fonte della felicità piena. 
“È l’amore di Dio – ha ripreso poi p. Gabriele Bortolamai, missionario scalabriniano, nell’omelia durante la celebrazione eucaristica – che ci fa persone a Sua immagine e trasforma la nostra esistenza in vita autentica, aprendola, rinnovandola, allargandola… Figli di Dio per il battesimo, anche noi partecipiamo alla grandezza e potenza del Suo amore, che si estende ad abbracciare tutti gli uomini in un’appartenenza che non esclude nessuno”. 
Proprio l’esperienza di questo incontro a Solothurn, in cui tante persone così diverse per origine e cultura hanno condiviso profonde domande, testimonianze di vita e la ricerca della fede, è un segno di speranza per il futuro del mondo e dell’umanità, specialmente per i migranti e i giovani, segno che una sola Famiglia di popoli si sta formando nella storia anche attraverso il travaglio delle migrazioni, come diceva il Beato Giovanni Battista Scalabrini. (Luisa Deponti, CSERPE Basilea /Inform)
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