Società Dante Alighieri, si è svolto a Roma il convegno di studi “Matteo Ricci, l’ambasciatore d’Europa”
CULTURA
ROMA – Si è tenuto nei giorni scorsi presso la sede romana della Società Dante Alighieri il convegno di studi “Matteo Ricci, l’ambasciatore d’Europa”, l’incontro fa parte del programma del Festival della Diplomazia Culturale “Oltre i confini”. Matteo Ricci (Macerata, 6 ottobre 1552 – Pechino, 11 maggio 1610), fu gesuita, viaggiatore e scienziato e può dirsi il fondatore delle relazioni diplomatiche tra l’Europa e la Cina. Qui, dove era chiamato Lì Mǎdòu, si legò con profonda amicizia a Xu Guangqi, sua controparte cinese che si sarebbe poi convertito alla fede cristiana. Considerato “l’ambasciatore d’Europa”, nel 1595 Ricci pubblicò “Dell’amicizia”, il suo primo libro in lingua cinese con le traduzioni di cento sentenze da classici occidentali sul tema. Nel corso dell’incontro è intervenuto da remoto Massimo Ambrosetti (Ambasciatore d’Italia a Pechino) che ha parlato di una lezione da trarre dal lavoro di Matteo Ricci e dagli altri gesuiti recatisi in Cina: un’accortezza dedicata alla comprensione verso un mondo complesso e variegato come la Cina. “Il dialogo culturale deve essere non solo una guida per l’azione, ma una forza per interagire con un Paese che non è solo una grande potenza ma anche una grande civiltà, alla quale siamo legati da secoli di rapporti”, ha spiegato Ambrosetti ricordandoci di una Cina come Paese complesso ma imprescindibile tuttora come controparte. Zhang Yanju (Consigliere dell’Ambasciata cinese in Italia) ha parlato di Matteo Ricci come di un ambasciatore di scambi culturali tra oriente e occidente anche per le relazioni cino-italiane. Tra i meriti di Mattero Ricci è stato segnalato in modo particolare quello di essere riuscito a introdurre in occidente la cultura cinese. Il rappresentante dell’Ambasciata cinese ha anche sottolineato come gli scambi tra i due Paesi non si basino solo su un contesto storico di lunga data, ma presentino anche importanti punti di contatto nel presente. Yanju ha quindi precisato che la cooperazione culturale a scientifica tra i due Paesi continua a progredire sempre più. Filippo La Rosa (Vicedirettore generale per la Diplomazia pubblica e culturale del Ministero degli Esteri) ha definito Matteo Ricci come un ambasciatore d’Europa in Cina. Tra gli aspetti peculiari della figura di Matteo Ricci, La Rosa ha segnalato “la capacità di perseverare” considerando che solo al terzo tentativo il gesuita alla fine arrivò a Pechino. “Lui si sentiva un punto di collegamento basato su due elementi: ascolto e dialogo, perché sentire il punto di vista dell’altro in diplomazia è fondamentale”, ha spiegato La Rosa sottolineando come sia importante anche saper leggere il terreno in cui ci si trova adattando di conseguenza anche i propri strumenti e comportamenti. “Nello spirito di Matteo Ricci dobbiamo continuare a coltivare soprattutto l’interscambio tra i giovani e gli studenti”, ha aggiunto La Rosa definendo i giovani l’investimento più importante per fare in modo che questo rapporto continui a essere proficuo. Il Presidente della Società Dante Alighieri, Andrea Riccardi, ha ricordato come si stia vivendo un momento storico molto difficile dove la situazione internazionale si delinea in maniera preoccupante. “Spazi importanti di questo quadro internazionale sono occupati dalla realtà della guerra”, ha rilevato Riccardi evidenziando come sia la conflittualità a dominare la scena internazionale. “Tutti i Paesi, tutti i popoli e tutte le culture sono tra loro legati. Nessun uomo è un’isola e nessun Paese è un’isola”, ha aggiunto Riccardi ricordando una nota citazione. Riccardi ha anche precisato come il vero collante tra le diverse culture non possa che essere il dialogo. “Il dialogo culturale ha una lunga storia e molto spesso gli antesignani di questo dialogo affondano le radici nei secoli passati”, ha sottolineato Riccardi. Dario Grandoni (Presidente della Fondazione Matteo Ricci di Macerata) ha a sua volta ricordato come Padre Matteo Ricci sia stato un antesignano della diplomazia, avendo vissuto la maggior parte della propria vita proprio in Cina. Grandoni ha anche sottolineato come la controparte cinese abbia un ricordo molto puntuale della figura di Matteo Ricci e una profonda riconoscenza per il lavoro compiuto dal missionario italiano. Elisa Giunipero (Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano) ha parlato di questa vicenda come di una storia di relazioni tra le persone perché a dialogare non sono tanto le culture come concetto astratto bensì persone fisiche. Giunipero ha anche rimarcato l’importanza avuta dalla figura di Xu Guangqi nel percorso intrapreso da Matteo Ricci. Giunipero ha infine invitato ad una riflessione sull’eredità di Matteo Ricci, che ci dovrebbe far interrogare su quanto noi conosciamo effettivamente la cultura cinese. Maurizio Petrocchi (Università di Macerata) si è soffermato sull’aspetto della diplomazia culturale anche come strumento di soft power per la descalation dei conflitti e per superare le controversie in maniera pacifica: insomma una visione orientata all’attualità difficile che si sta vivendo. “Investire in diplomazia culturale significa costruire un nuovo umanesimo illuminato e globale”, ha evidenziato Petrocchi. Federico Masini (Università “Sapienza” di Roma) ha portato l’attenzione sulle conoscenze portate da Matteo Ricci in oriente che tra l’altro scrisse un trattato sull’amicizia. Masini ha sottolineato come Matteo Ricci fosse anche il portatore di una grandissima novità: la conoscenza della lingua degli altri in un mondo, quello occidentale, dove dominava tutto sommato ancora il latino. Agostino Giovagnoli (Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano) ha concluso l’evento tornando sul concetto di amicizia relazionato al libro di Matteo Ricci ma anche sull’idea di amicizia come atteggiamento e approccio che si vuole seguire anche in una situazione difficile. (Inform)
