CAMERA DEI DEPUTATI
ROMA – L’Aula di Montecitorio ha approvato la proposta di legge del deputato Toni Ricciardi (Pd) e altri che prevede la destinazione agli uffici diplomatici e consolari di quota dei proventi derivanti dal rilascio dei passaporti all’estero. Ora il provvedimento passa all’esame del Senato. Nel corso della discussione generale la deputata Isabella De Monte (Italia Viva) ha espresso soddisfazione per il consenso unanime verso questa proposta di riforma. “Questo è un fatto positivo, su cui ci auguriamo, però, di trovare un consenso anche sui problemi che ancora sussistono sui consolati, perché i consolati rappresentano certamente un’immagine del Paese all’estero nel dare i servizi ai cittadini italiani, ma anche ai turisti e anche ai cittadini stranieri che si interfacciano con queste istituzioni”, ha rilevato De Monte annunciando di voler dare un giudizio complessivo favorevole al provvedimento in esame, ribadendo la necessità di un rafforzamento della rete consolare italiana all’estero. Pino Bicchielli (Noi Moderati) ha dichiarato che si tratta di un provvedimento tecnico che ha una ricaduta importante sui cittadini italiani che vivono all’estero. “Quindi è ancora più importante perché questi cittadini hanno bisogno di un’attenzione particolare; di poter accedere più velocemente a tutto ciò che riguarda gli aspetti burocratici, per lo sveltimento delle pratiche che li riguardano”, ha aggiunto Bicchielli. Marco Grimaldi (Alleanza Verdi e Sinistra) ha ricordato che siamo arrivati a circa 7 milioni di italiani iscritti all’AIRE: di questi, il 65 per cento risiede in Europa e il 90 per cento delle partenze annuali, che oscilla tra le 100mila e le 150mila unità l’anno, si dirige prevalentemente, appunto, in Europa. “Con questa legge si va oltre l’urgenza; si va oltre all’emendamento che si fa durante la legge di bilancio. Speriamo che sia un passo avanti per tanti e speriamo che la situazione migliori anche per i tantissimi italiani che, in tutte le nostre città, fanno difficoltà addirittura a ottenere, entro un anno, l’appuntamento”, ha aggiunto Grimaldi. Ettore Rosato (Azione Popolari – Europeisti) ha a sua volta lamentato le lungaggini relative ai tempi che coinvolgono i connazionali all’estero nel ricevere i documenti e tutte le pratiche consolari. “Queste attese sono spesso accompagnate da distanze molto lunghe che bisogna anche percorrere da una parte all’altra dei diversi Paesi. Su questo avremo bisogno di molta più tecnologia e avremo bisogno di molto più personale e di capacità di venire incontro a queste esigenze, che sono esigenze di nostri connazionali che sono all’estero; non vanno ricordati solo con enfasi e retorica, ma vanno ricordati anche nell’assunzione di questi provvedimenti”, ha precisato Rosato. Andrea Orsini (Forza Italia) ha ricordato che si sta parlando di un bacino di ormai oltre 6 milioni di persone, solo per quanto riguarda gli iscritti all’AIRE, vale a dire un decimo della popolazione nel nostro Paese. “Un’emigrazione che ha radici antiche e che ha conosciuto, nelle generazioni passate, storie di lavoro duro, di sofferenza, di emarginazione, ma che ha saputo affermarsi e integrarsi nei Paesi di adozione e occupare ruoli prestigiosi nell’economia, nella ricerca e nella politica. Acanto a questo c’è un’emigrazione più recente e con caratteristiche diverse: un’emigrazione intellettuale, soprattutto di tanti giovani che non riescono a costruire il loro futuro nel nostro Paese”, ha spiegato Orsini. Nel suo intervento il deputato Simone Billi (Lega – ripartizione Europa) ha sottolineato come i precedenti Governi non abbiano realizzato questa iniziativa, ribadendo che l’impegno del Governo in favore degli italiani all’estero continuerà. E stata poi la volta di Toni Ricciardi (Pd – ripartizione Europa), presentatore della proposta di legge, che ha espresso soddisfazione per la condivisione trasversale intorno a questa riforma. “Abbiamo dato dimostrazione plastica che quando ci capiamo, quando ragioniamo, quando ognuno immagina che non ha la ragione tutta dalla propria parte, ma che la ragione è un processo di condivisione e di elaborazione tra le parti, allora probabilmente qualche risultato si ottiene”. Ricciardi ha tenuto a ringraziare, oltre naturalmente il proprio partito, il collega Andrea Di Giuseppe che appartiene a uno schieramento opposto. “Nel momento di massima difficoltà, ci siamo capiti, abbiamo discusso e si è individuata una soluzione possibile”, ha precisato Ricciardi evidenziando che è stato individuato un Fondo strutturato di 4 milioni di euro, che è l’equivalente del 10 per cento di quanto producono i passaporti. Ricciardi ha anche segnalato la presentazione di una proposta di legge, che è già legge in Spagna che prevede di non dover più rinnovare il documento di identità al raggiungimento del settantesimo anno di età. Ha poi preso la parola Andrea Di Giuseppe (FDI- ripartizione America Settentrionale e Centrale) ha rilevato come da numerosi anni i cittadini italiani all’estero chiedano di poter potenziare alcuni fondamentali servizi forniti dai consolati. “Una delle criticità maggiori riguarda i tempi di rilascio documentale dei visti e dei passaporti”, ha ricordato Di Giuseppe che ha segnalato come lo Stato italiano rilasci all’estero circa 400.000 passaporti all’anno, “una somma rilevante che fa comprendere la necessità di intervenire per supportare l’operatività delle nostre sedi consolari”. “Considerando che oggi gli italiani che vivono all’estero, secondo i dati dell’Anagrafe nazionale della popolazione residente all’estero, sono circa 6 milioni, – ha continuato Di Giuseppe – il rilascio di passaporti rappresenta un’esigenza in aumento per numerosi nostri connazionali”. “È opportuno aggiungere – ha proseguito il deputato – che il potenziamento delle reti consolari avrà effetti positivi anche nel potenziamento di ulteriori servizi, risultando anch’essi molto richiesti, quali la concessione di eventuali visti e carte d’identità elettroniche. Ecco, sul tema della carta d’identità elettronica, il Maeci, in cooperazione con il Sottosegretario alla Presidenza del Consiglio, con delega all’innovazione tecnologica, stanno velocizzando la possibilità di erogare le carte d’identità elettroniche in tutte le unità diplomatiche e consolari all’estero”. “Grazie a questo provvedimento, – ha concluso Di Giuseppe – si potranno velocizzare le pratiche di emissione dei documenti, con la probabile conseguenza di un incremento delle entrate nelle casse dello Stato. Alla base di questa scelta vi è la consapevolezza che l’incremento operativo delle sedi consolari produrrà un circolo di entrata virtuoso, che, addirittura, permetterà di superare l’onere di copertura stimato”. (Inform)