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INFORMAZIONI DEL GIORNO – NEWS PER GLI ITALIANI ALL'ESTERO

“Scoprirsi Italiani, speciale USA: il viaggio delle radici in Italia”, webinar di ORI e Associazione AsSud in collaborazione con il Maeci

ASSOCIAZIONI

 

ROMA – “Scoprirsi Italiani, speciale USA: il viaggio delle radici in Italia”, questo è stato il titolo del webinar condotto e moderato dal ricercatore Giuseppe Sommario dell’Associazione AsSud insieme a Riccardo Giumelli, membro ORI e Università Mar del Plata. Sommario ha ricordato l’esperienza già di successo del Piccolo Festival delle Spartenze; introducendo i lavori, ha brevemente menzionato l’origine del progetto dell’Osservatorio sulle Radici Italiane: nato un anno fa, il suo scopo è mappare e monitorare tutto quanto attiene il discorso sulle radici che è l’insieme di valori e identità. Sul tema del turismo delle radici e sulla formazione specifica per operatori di settore c’è in via di partenza un master universitario (Università della Calabria) che tra fine febbraio e inizio marzo dovrebbe accendere i motori. “Sicuramente sarà un momento di formazione necessario per farci trovare pronti e preparati ai viaggiatori che arriveranno in Italia”, ha commentato Sommario sottolineando più in generale che il progetto di ricerca “Scoprirsi Italiani” è sostenuto dalla Direzione Generale per gli Italiani all’Estero del Maeci, in questo webinar rappresentato da Giovanni Maria De Vita, capo ufficio I della DGIT. De Vita ha parlato di una ricerca importante perché le informazioni che vengono raccolte servono a definire le caratteristiche peculiari del turista delle radici utili poi anche a tutto il sistema di accoglienza da implementare. “Quello del turismo delle radici è un settore importante che si rivolge a un’utenza che arriva fino a 80 milioni di italo-discendenti nel mondo, i quali mantengono verso l’Italia curiosità alimentata da un sentimento forte generato dalle origini degli antenati. È un turista speciale che non si reca in Italia per vedere i siti patrimonio Unesco ma per vedere i luoghi di cui parlavano i nonni: così si viene per riscoprire le origini. Si viene a vedere dove sono sepolti gli antenati oppure a scoprire una serie di elementi che fanno parte della narrazione sentimentale ma anche la tradizione enogastronomica”, ha spiegato De Vita parlando quindi di un progetto sul turismo delle radici portato avanti con determinazione. “I turisti delle radici sono persone che contribuiscono in modo importante al turismo in Italia e bisogna mettere a disposizione degli operatori e degli enti locali mezzi per sviluppare un servizio di accoglienza mirato per la soddisfazione del cliente che possa così consolidare un rapporto quanto più prolungato coi territori d’origine”, ha aggiunto De Vita ricordando il tavolo tecnico sul turismo delle radici promosso dalla DGIT insieme a Raìz Italiana e Asmef al fine di studiare lo scambio di buone prassi. Infine c’è il questionario, parte della ricerca “Scoprirsi Italiani” che è importante per l’elaborazione di tutti questi dati. Marina Gabrieli, membro ORI e presidente Raìz Italiana, ha evidenziato come si sia partiti dalla consapevolezza che sul turista delle radici ci fosse bisogno di dati numerici e ricerche qualitative in un’ottica innovativa per avere uno sguardo globale su questo fenomeno: per questo la ricerca è stata pubblicata in sei lingue (italiano, inglese, spagnolo, portoghese, francese e tedesco) e l’obiettivo è indagare sul senso che gli italo-discendenti attribuiscono alle proprie radici e quale sia il sentimento di appartenenza. “La ricerca indaga sulle aspettative di viaggio per consentire a tutti coloro che offrono servizi turistici di creare un’adeguata offerta: quindi strumenti per operatori, comunità locali e guide turistiche. Il questionario aiuta a rispondere a domande su quanto desiderio di turismo delle radici ci sia, su chi sia in realtà il turista delle radici e su quali siano le caratteristiche da immaginare per il turismo delle radici”, ha spiegato Gabrieli rimandando al già menzionato questionario disponibile sul sito del Piccolo Festival delle Spartenze: al questionario è associata anche un’estrazione che permette di vincere un contributo per realizzare il proprio viaggio delle radici in Italia. Fucsia Fitzgerald Nissoli, deputata di FI eletta nella ripartizione America Settentrionale e Centrale , ha parlato di “un tema importante per gli italiani all’estero e per il nostro Paese: la ricerca delle origini e il rafforzamento dei legami culturali che si trasformano magari in legami economici”, ha rilevato Nissoli auspicando lo sviluppo dell’Italia quale meta ancor più privilegiata per il turismo. Nissoli ha citato alcuni dati interessanti che vedono l’Italia quale meta preferita dal 24% di turisti extra Ue e con una quota rilevante proveniente proprio dal Nord America dove vivono tantissimi italo-discendenti; con la pandemia c’è stata una perdita consistente nel turismo internazionale e il turismo di ritorno potrà essere utile per la ripresa. Per l’Italia il turismo ha da oltre un ventennio riservato sorprese positive, come rimarcato da Nissoli. “Dal 1997 si è assistito all’aumento del 72% di presenze e all’aumento del 120% per la spesa: il fatturato del 2018 era di oltre 4 miliardi di euro, con un più 7% rispetto all’anno precedente. Abbiamo un bacino di 6 milioni di residenti Aire e di circa 80 milioni di italo-discendenti: un’Italia fuori dall’Italia che richiede capacità d’intervento adeguata per l’accoglienza”, ha evidenziato Nissoli sottolineando l’importanza di associare alla ricerca delle origini anche corsi di lingua italiana e di cultura enogastronomia, secondo un esperimento già fatto con percorsi integrati di ricerca. L’invito finale della Nissoli è stato quello di rivitalizzare l’Italia dei piccoli comuni anche attraverso politiche di “sgravi fiscali fino al 100% e non solo al 50% per i soli pensionati”, ha rimarcato la deputata riferendosi a quelle persone che possiedono immobili in Italia. Domenico Bellantone, consigliere dell’Ambasciata d’Italia negli USA che Coordina l’attività dell’intera rete consolare negli Stati Uniti, ha parlato dell’amicizia e vicinanza tra i due popoli e delle grandi potenzialità per lo sviluppo del turismo delle radici stando ai dati dell’ultimo censimento che ha rilevato la presenza di 17.3 milioni di americani con origini italiane benché il numero arrivi addirittura a 25 milioni secondo dati non ufficiali. “Abbiamo un numero elevato di persone che in parte già si spostano verso l’Italia: se guardiamo ai numeri sul turismo del 2019 vediamo che 5 milioni di americani hanno viaggiato in Italia portando 5 miliardi nel nostro Paese. Negli ultimi 5 anni c’è stata una forte crescita dello stile italiano e l’Italia è cresciuta nell’export, nel turismo e nell’acquisto di prodotti tipici del cosiddetto Made in Italy”, ha spiegato Bellantone citando anche i dati Enit che parlano di un 29% di americani in Italia per svago e piacere, di un 16% per motivi culturali e di un 10% per ragioni di legami affettivi. Tuttavia Bellantone ha rilevato anche un problema per l’Italia: il fatto che su circa 63 milioni di turisti nel 2019 oltre il 60% si sia fermato nel Centro-Nord del Paese escludendo così dal beneficio del turismo alcune delle regioni che più hanno dato all’emigrazione ossia quelle del Meridione. “Il turismo delle radici può essere un volano per lo sviluppo di realtà rimaste indietro ma non può essere solo questione di un viaggio emozionale. Oltre all’attrattiva serve anche tutta una serie di servizi e ci sono criticità con le quali dobbiamo confrontarci. Non cadiamo nell’errore di vedere nel turista di ritorno lo specchio dell’italiano che è partito 70 anni prima”, ha ammonito Bellantone. Fabio Finotti, direttore dell’Istituto Italiano di Cultura di New York, ha parlato della presa di coscienza di queste tematiche già diversi anni fa chiedendo a ragazzi che non parlavano più l’italiano, perché magari anche in famiglia sentivano parlare per lo più inglese, ma che erano comunque testimonianza di forme di socializzazione diverse nelle famiglie di tradizione italiana. “Quando i turisti di ritorno arrivano in Italia vogliono ritrovare le forme di socialità e questo è per loro fondamentale così come lo sono le forme esperienziali. Le radici sono ricche ed ampie e queste persone, tornando in Italia, devono scoprire più ricchezza di quanta ne immaginino”, ha spiegato Finotti sottolineando la promozione della dimensione plurilinguistica e dialettale e l’esplorazione dei paesaggi tipici della tradizione italiana. Umberto Mucci, presidente We The Italians, ha parlato di italo-americani orgogliosi delle loro radici al punto che le trasmettono ai loro figli che crescono con la percezione di essere italiani. “Esiste una percezione positiva del cosiddetto ‘stile italiano’ all’estero più di quanta non ce ne sia in Italia dove fare un qualcosa ‘all’italiana’ ha invece spesso una valenza negativa”, ha spiegato Mucci ricordando che l’Italia è fatta da 8 mila comuni e borghi e per conoscere la vera Italia bisogna conoscere anche tutte queste realtà. “Noi che viviamo in Italia diamo per scontate le tradizioni dell’italianità”, ha concluso Mucci. Luigi Scaglione, coordinatore delle Consulte regionali dell’emigrazione, ha invitato a ricostruire un percorso che con attenzione è stato avviato già in Basilicata, la quale è stata una delle prime quattro regioni ad entrare nel progetto della Guida al turismo delle radici. Scaglione ha rievocato l’esempio di Francis Ford Coppola che è originario di Bernalda e ha prodotto un filmato dedicato alla sua terra d’origine: da questo Comune è partito il viaggio a ritroso alla ricerca delle sue radici e così la casa della nonna è stata ricostruita e trasformata in un hotel. “Questo è diventato un luogo simbolo per il ritorno”, ha sottolineato Scaglione parlando anche di incentivi economici per i ritorni e ricordando infine il progetto dei gemellaggi proposti dall’ANCI come opportunità. Delfina Licata, membro ORI e Fondazione Migrantes, ha spiegato come lo studio e la ricerca diventino imprescindibili con il confronto continuo e costante con i rappresentanti istituzionali e la rete diplomatico-consolare. “E’ bene pensare alla ricaduta operativa con un’offerta che non deve essere unica ma rispettosa delle differenze territoriali considerando anche la differenza tra le persone, tra migranti italiani ed italo-discendenti”, ha evidenziato Licata non trascurando quindi le diverse storie dell’emigrazione italiana. “Bisogna creare una rete di rimandi che possa aiutare a fare sistema”, è stato l’invito della curatrice del RIM facendo riferimento alla ricchezza linguistica e alle radici italiane come medaglie sul petto per tante persone: italoamericani in primis come appunto evocato durante il webinar. Licata ha messo a sua volta in evidenza un carattere tipico dell’italianità nel mondo: la facilità di fare cose difficili con disinvoltura e con naturale genialità, secondo il più volte richiamato concetto di ‘sprezzatura’ che rimanda all’atteggiamento dell’italiano del saper fare cose difficili senza vantarsi troppo delle proprie capacità. Il prossimo appuntamento è per il 25 febbraio con un webinar dedicato all’Australia. (Simone Sperduto/Inform)

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