MONDO SCALABRINIANO
New York – Palazzo delle Nazioni Unite, 19 settembre 2016
ROMA – “Il documento finale approvato che sarà preso in esame dagli stati membri nel prossimo Incontro di Alto Livello è carente nella creazione di un nuovo quadro per la protezione dei rifugiati e dei migranti in tutto il mondo”. Così si è espresso, già ad inizio di agosto, lo Scalabrini International Migration Network (SIMN) insieme al Centro di Studi Migratori di New York (CMS). L’obiettivo delle due entità scalabriniane è che il “VII High-level Meeting on large movements of refugees & migrants” previsto a New York sul tema dalle Nazioni Unite il 19 settembre, e gli incontri successivi voluti dagli Stati Uniti a margine dello stesso, il giorno 20, arrivino a dare risposte concrete al delicato tema.
Gli Stati membri hanno ritardato l’adozione di un Global Compact per i rifugiati di ben due anni, mentre il mondo sta attraversando una crisi di rifugiati in tutti gli angoli del globo. “La comunità globale non può aspettare più a lungo l’azione concreta caratterizzata da un’equa ripartizione delle responsabilità. Mentre ci congratuliamo con gli stati membri per l’obiettivo di raggiungere gli obiettivi annuali dell’UNHCR per il reinsediamento dei gruppi vulnerabili chiediamo loro di lavorare su un piano concreto il più presto possibile per raggiungere questo obiettivo. Intendiamo lavorare affinché il Global Compact on Safe and Orderly Migration divenga una realtà. Si tratta di una priorità scalabriniana”, ha aggiunto p. Leonir Chiarello, direttore esecutivo del SIMN e membro del Civil Society Steering Committee delle Nazioni Unite per il Summit di Alto Livello .
L’auspicio è che la riunione del 19 settembre, prima, tra i Capi di Stato, Ministri e leader legati alle Nazioni Unite, la società civile, il settore privato, le organizzazioni internazionali e accademiche, e l’incontro del 20 settembre, poi, che il presidente Obama terrà assieme ad altri alleati per chiedere nuovi e significativi impegni specificatamente in favore dei rifugiati, entrambi portino davvero i frutti attesi.
Il SIMN è anche membro del Civil Society Action Committee, auto-organizzazione tra 10 reti globali operanti con i migranti e 10 dedite ai rifugiati, che promuove azioni e messaggi da parte della società civile nei risultati finali del Summit, incoraggia e facilita contatti di advocacy tra società e stati circa i contenuti emersi dallo stesso, monitorando, infine, gli sviluppi collegati ai temi affrontati nel Summit con i governi e gli stakeholders lungo tutto il processo. (Inform)