direttore responsabile Goffredo Morgia
Registr. Trib. Roma n.338/2007 del 19-07-2007
INFORMAZIONI DEL GIORNO – NEWS PER GLI ITALIANI ALL'ESTERO

Comitato di Presidenza del Cgie, la riflessione sulle linee d’azione dei prossimi mesi anche alla luce dell’insediamento del nuovo esecutivo

ITALIANI ALL’ESTERO

 

ROMA – Michele Schiavone, Segretario Generale del CGIE, ha aperto la conferenza stampa del Comitato di Presidenza per informare circa la linea d’azione da seguire nei prossimi mesi a fronte del cambio di Governo e soprattutto in vista dell’attesissima IV Conferenza Permanente Stato-Regioni-PA-CGIE. Schiavone ha ricordato come siano state già svolte molte iniziative preparatorie alla IV Conferenza da tenersi non appena l’emergenza sanitaria permetterà di celebrare l’evento in presenza a Roma: l’obiettivo sarà discutere e promuovere le politiche per gli italiani all’estero, come d’altronde previsto dalla legge, in funzione del prossimo triennio. La speranza per questo 2021 è nel contestuale rinnovo di Comites e CGIE, andando magari ad elezioni con la riforma degli stessi così come auspicato dal Consiglio generale degli Italiani all’Estero attraverso una proposta ferma da diversi anni. “Abbiamo scritto ai Presidenti di Camera e Senato per istruire le riforme per giungervi già alle elezioni di Comites e Cgie: le stesse istanze saranno proposte al Premier Draghi e sono state trasmesse a 18 eletti all’estero”. ha precisato Schiavone.

Schiavone ha altresì ricordato come queste giornate siano cruciali per l’avvio delle attività del nuovo esecutivo guidato da Mario Draghi. “Queste vicende politiche sono legate alla stabilità del nostro Paese ma hanno riflessi anche sulle attività della rappresentanza degli italiani all’estero perché condizionano gran parte dei lavori e mettono in discussione, come già accaduto in passato, la tenuta e l’organizzazione delle attività di Cgie, Comites e associazioni”, ha spiegato Schiavone che ha riconosciuto il ruolo e l’attività svolta dal Sottosegretario agli Esteri Ricardo Merlo. “Affidare l’incarico a Ricardo Merlo, nato e cresciuto politicamente come italiano all’estero, è stato uno spartiacque significativo per l’evoluzione delle politiche rivolte ai connazionali nel mondo e questa sensibilità dovrebbe continuare a contraddistinguersi come scelta più che dovuta per interpretare al meglio i nostri bisogni”, ha aggiunto Schiavone in riferimento alla linea che dovrebbe seguire anche il nuovo Governo Draghi auspicando anche la figura di un viceministro. L’idea di Schiavone è quella di riportare a sistema gli interventi non solo del Maeci ma di tutti i ministeri che promuovono a vario titolo le politiche per gli italiani all’estero. L’emergenza sanitaria d’altronde delinea situazioni contingenti di natura trasversale: è di qualche giorno fa la risoluzione formale della vicenda che ha visto protagonisti loro malgrado 1500 cittadini italiani bloccati da un mese in Brasile perché i decreti emergenziali non ne permettevano il rientro in Patria: “ciò stride con un Paese e con una democrazia che fa del diritto il perno sul quale puntare”, ha lamentato Schiavone sottolineando come al momento non si conoscano i dettagli del rientro fisico dei connazionali ma come il tutto sia comunque monitorato dall’Unità di Crisi.

“Bisogna cercare di modernizzare e rendere più attuali le proposte politiche per i connazionali. Abbiamo avviato le iniziative preparatorie alla Conferenza Stato-Regioni e le discussioni svoltesi in videoconferenza hanno prodotto ulteriori spunti e proposte da presentare al momento dell’Assemblea plenaria vera e propria che dovrebbe rilanciare le politiche per gli italiani all’estero”, ha aggiunto Schiavone facendo menzione della recentissima riunione online con l’ANCI sui gemellaggi. A tal proposito è stata ricordata anche la questione del turismo in generale e del turismo di ritorno che è di grande interesse per il nostro Paese. “Bisogna però considerare le nostre comunità estere come una risorsa attraverso politiche in favore di un loro rientro. Ci sono tanti altri progetti da mettere in campo su scuola e mondo del lavoro e altri che riguardano gli aspetti sanitari per venire incontro alle esigenze dei nostri connazionali che vivono in Paesi poveri o in difficoltà come avvenuto in passato per il Venezuela”, ha precisato Schiavone sottolineando come rilancio delle riforme per Comites e Cgie, potenziamento dei servizi all’estero e promozione commerciale possano essere tre fattori decisivi per il futuro. Tornando sull’attesa Conferenza Stato-Regioni, Schiavone ha infine sottolineato la necessità di reimpostare programmi e obiettivi e tornare a ridiscutere con Governo e Province autonome; soddisfazione è stata espressa per le parole di Draghi sulla mobilità italiana.

Silvana Mangione, vicesegretario generale del Cgie per i Paesi anglofoni extraeuropei, ha parlato della questione dell’insegnamento dell’italiano all’estero dove anche la pandemia ha sicuramente determinato dei problemi, associati anche all’emanazione nel luglio dell’anno scorso della nuova circolare 3, entrata in vigore nonostante la richiesta degli enti gestori di un rinvio quantomeno in attesa di superare la crisi pandemica. Mangione ha chiesto il superamento dell’antiquata legge 153/1971 di stampo assistenziale che percepiva l’italiano come lingua etnica. “Cerchiamo di trasformarla da lingua etnica a lingua di cultura e business anche nell’ambiente universitario dove non bastano singole iniziative ma servirebbe un piano generale per una corretta ed ampia forma di promozione. Anche la scelta di imparare una lingua piuttosto che un’altra rientra nell’indirizzo di una carriera futura per gli studenti, ciò senza entrare poi nel discorso dell’insegnamento agli italo-discendenti”, ha aggiunto Mangione ravvisando che laddove l’italiano non sia insegnato in modo strutturale e scolastico i figli degli emigrati rischiano col tempo di perderne l’uso. La Mangione ha poi segnalato sia ritardi nella tempistica di assegnazione e di erogazione dei fondi, sia la presenza di differenze tra i due emisferi: nell’emisfero australe sono stati presentati i progetti ma si è ancora in attesa di risposte alla validità di quegli stessi progetti; nell’emisfero boreale ad anno in conclusione il semestre è ancora regolato dalla vecchia circolare 13. Mangione ha rilevato ritardi nel Nord America per quanto riguarda i contributi ordinari giunti l’anno scorso nell’ultima settimana di dicembre, con relativi problemi anche per la concomitanza col periodo natalizio. Mangione ha chiesto anche una maggiore comunicazione con la rete dei dirigenti esteri per quanto concerne la trasmissione dei messaggi ministeriali.

Giuseppe Maggio, vicesegretario generale del Cgie per l’Europa e l’Africa del Nord, ha ricordato con un vecchio adagio come i governi siano cambiati ma i problemi degli italiani all’estero siano rimasti. “Siamo la 21esima regione italiana fuori dall’Italia e abbiamo uno spaccato di società che è uguale a quella italiana con eccellenze, metalmeccanici, operai, insegnanti e fasce deboli: quindi a maggior ragione possiamo parlare di 21esima regione. Sull’Europa chiediamo di poter entrare nella questione del Recovery Fund che è un’opportunità per gli italiani all’estero”, ha spiegato Maggio evidenziando la distinzione tra vecchia emigrazione, ormai integrata e che ha acquisito i diritti, dalla nuova emigrazione la quale deve trovare un collegamento con la vecchia: entrambe necessitano di un miglioramento dei servizi a cominciare da quelli consolari. Per Maggio “Serve un coordinamento tra consolati per equiparare le prassi dei servizi, migliorando anche l’informazione tra consolati e cittadini residenti nella circoscrizione aiuta l’integrazione dei nostri connazionali”.  Maggio ha poi sottolineato che sarebbe in sostanza molto utile se i nuovi migranti italiani mantenessero almeno alcuni diritti di cittadinanza maturati nel proprio Paese finché non siano in grado di acquisire quelli del Paese di nuova residenza.

Eleonora Medda, componente del CdP del CGIE per Europa ed Africa del Nord, ha ricordato che dal 2008 il saldo migratorio è assai negativo con un maggiore flusso in uscita rispetto a quello in entrata. “Per molti anni si è parlato di cervelli in fuga ma solo un terzo di chi emigra ha la laurea e ci sono anche intere famiglie con bambini che si spostano: la situazione pandemica è stata la cartina al tornasole che ha mostrato la precarietà che caratterizza molti percorsi migratori dove non ci sono tutte migrazioni felici e di successo ma c’è, anche in Europa, molta fragilità senza un percorso definito. Sono spesso persone sole che mancano di adeguati percorsi di accompagnamento. Con la Conferenza Permanente ci concentreremo sui diritti individuali facendo presente anche le dimensioni delle opportunità. La libertà di movimento responsabile e l’accompagnamento alla partenza come diritto individuale; ma ci sono anche il diritto al lavoro e il diritto previdenziale”, ha spiegato Medda ponendo in risalto il ruolo dei patronati auspicando finalmente la firma della convenzione tra Maeci e patronati. “Poi ci sono questioni come le doppie imposizioni fiscali e le questioni previdenziali dove sarebbero utili nuove convenzioni bilaterali”, ha concluso Medda menzionando un recente incontro della VII Commissione tematica CGIE incentrata sul tema degli incentivi fiscali per i rientri.

Riccardo Pinna, componente del CdP per i Paesi anglofoni extraeuropei, ha sollevato la questione del rapporto non sempre semplice tra Comites e Cgie da un lato e la rete diplomatico-consolare dall’altra. Da Pinna è stato anche segnalato il ritardo nella consegna ad un giornale dei contributi per l’informazione italiana all’estero.

Sulla pandemia Pinna ha ricordato che mentre c’è un problema serio in Sudafrica dove c’è la cosiddetta variante sudafricana: tra i Paesi in condizioni più serie c’è il Malawi. “Se in Africa non arriva un vaccino gratis ci saranno problemi: solo in Sudafrica vivono popolazioni originarie di diverse parti del mondo più svariate tribù locali che viaggiano nel continente”, ha precisato Pinna allarmato dalle migrazioni non controllate. Mariano Gazzola, vicesegretario generale del Cgie per l’America Latina, si è agganciato al discorso di Pinna per ribadire come il problema dei vaccini sarà tale anche per l’America Latina “perché i Paesi in via di sviluppo saranno gli ultimi ad averne e questo sarà un problema anche per le nostre comunità”. Poi c’è il problema dei servizi consolari dove “bisogna capire che se c’è un aumento di iscritti Aire ci deve essere un corrispondente aumento di personale”.  In proposito Gazzola ha parlato di ritardi ormai strutturali nell’assunzione di nuovo personale da parte della Farnesina, nonostante il recente sblocco di 270 nuove unità. Un contesto che per Gazzola ha portato ad una riduzione dei servizi per quanto riguarda le richieste di cittadinanza e il rilascio passaporti, ma anche delle attività di promozione del sistema Paese. Gazzola ha infine auspicato che il clima di unità che sta nascendo nel Paese consenta alla politica di affrontare questi temi.

Gianluca Lodetti, componente del CdP del Cgie di nomina governativa, ha affrontato vari argomenti incentrati sul sistema Paese, l’internazionalizzazione e la progettazione delle attività per il 2021. “La politica misconosce in gran parte il fenomeno migratorio e le nuove mobilità e il contributo che potenzialmente può arrivare dalle nostre comunità che in sé hanno un valore economico e sociale. C’è quindi un contributo delle tante ‘Italie’ all’estero che si declina in diverse maniere andando oltre il classico parametro delle rimesse monetarie da tempo divenuto insufficiente”, ha spiegato Lodetti riferendosi a tutta una serie di contributi indiretti in campo economico per esempio sull’export italiano, le attività di ristorazione e manifatturiere: “la rete dell’imprenditoria sia il traino dell’export in quanto detentrice di un know-how peculiare e multiculturale”. Lodetti ha evidenziato i benefici derivanti non solo dallo scambio di beni materiali ma tanto più significativo quando dietro c’è l’insieme di beni qualitativamente relazionati alla vita culturale , ai diritti e al bagaglio socio-culturale delle comunità. “Questo vale tanto più in un contesto di mobilità circolare e di nuova emigrazione che mantiene un legame con l’Italia superiore rispetto al passato. C’è poi il turismo di ritorno per il quale abbiamo la convenzione con Enit e sul quale si stanno facendo grandi esperienze”, ha concluso Lodetti. Rita Blasioli Costa, componente del CdP del Cgie per l’America Latina, si è riallacciata al progetto del turismo delle radici ricordando che proprio l’anno scorso in questi giorni veniva sottoscritto il protocollo d’intesa Enit-Cgie: un lavoro frutto dell’impegno proveniente dalla base dei territori ossia dai Comites. Blasioli Costa ha citato le parole usate in quell’occasione dal Presidente Enit Palmucci: italiani estero come risorsa con un Pil italiano rappresentato per una percentuale importante da questo tipo di turismo capace di sensibilizzare 80 milioni di italo-discendenti. “Lo stimolo della ripresa e la riscoperta delle origini proprio in questo momento può significare molto per i piccoli borghi italiani”, ha spiegato Blasioli Costa mettendo in rilievo il legame storico dell’emigrazione italiana soprattutto con il Sudamerica. (Simone Sperduto/Inform)

 

Facebooktwitterredditpinterestlinkedinmail
Powered by Comunicazione Inform | Designed by ComunicazioneInform