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INFORMAZIONI DEL GIORNO – NEWS PER GLI ITALIANI ALL'ESTERO

Referendum costituzionale sul taglio dei parlamentari, diretta web del Consiglio Generale con Gianni Pittella (Pd) e Stefano Fassina (Leu)

CGIE

ROMA – Nei giorni scorsi si è tenuto un dibattito in diretta web condotto dal Segretario Generale del Cgie, Michele Schiavone, insieme a due esponenti politici come il senatore Gianni Pittella (Pd) e il deputato Stefano Fassina (Leu) nonché consigliere comunale di Sinistra per Roma, per parlare del referendum sulla riduzione dei parlamentari, che ci sarà il 20 e il 21 settembre prossimi.  Si è parlato in primo luogo dei plichi elettorali che dovranno pervenire in tempo utile ai connazionali all’estero per consentire il regolare adempimento del diritto di partecipazione al referendum. Come evidenziato da Schiavone in alcuni Paesi i plichi sono già stati recapitati (per esempio in America Latina) mentre in altre parti del mondo questo dovrà avvenire nei prossimi giorni. Questo perché per chi è all’estero il tempo utile per votare è fino al 14 settembre, dopodiché i plichi dovranno giungere ai consolati entro il giorno successivo. Il Cgie si è rivolto all’Agcom per sollecitare un aumento di informazione sui canali generalisti radiotelevisivi: “ad oggi (29 agosto, ndr) non ci è ancora giunta risposta”, ha segnalato il Segretario Generale del Cgie ricordando come “la trasparenza del voto è determinata anche dal modo in cui è gestita tutta la fase pre e post elettorale”, definendo altresì come insufficienti le informazioni pubblicate sui canali istituzionali della rete diplomatica consolare .

Gianni Pittella ha parlato della riforma come di “un taglio netto e lineare nel numero dei Parlamentari in entrambi i rami che non è una misura inserita in una riforma più ampia volta a toccare i nodi fondamentali della democrazia come per esempio quello del bicameralismo perfetto; un taglio così netto ha il sapore del populismo”, ha affermato Pittella sottolineando come a farne maggiormente le spese sarà la rappresentanza degli italiani all’estero che passa da dodici a soli otto deputati e da sei ad appena quattro senatori. “Quella del voto degli italiani iscritti all’Aire rischia così di diventare una conquista risibile, con un numero impercettibile di parlamentari che dovranno rappresentare milioni di connazionali nel mondo”, ha aggiunto Pittella evidenziando come ad essere altresì particolarmente colpite saranno le Regioni più piccole che vedono dimezzata la loro rappresentanza. Un altro rischio reale, secondo Pittella, è nel funzionamento stesso delle istituzioni rappresentative che vedranno parlamentari ridotti nel numero a dover far fronte agli stessi impegni odierni tra lavori in aula, partecipazione alle commissioni e rapporto con il territorio: “si rischia una disfunzione del Parlamento stesso”, ha lanciato il monito Pittella che ha sollevato un altro problema, riguardante la possibilità che con questa riforma i parlamentari eletti in Italia possano avere un peso ancora più debole rispetto alle scelte o alle direttive dei segretari di partito mentre per gli eletti all’estero resterà il principio del doversi guadagnare comunque le preferenze sul campo. “Contesto radicalmente l’idea che gli istituti della democrazia possano essere considerati come un costo quasi inutile per la collettività o degli orpelli cui si possa rinunciare, con un risparmio tra l’altro appena percettibile”, ha concluso Pittella mettendo anche in guardia da possibili impedimenti in alcune aree del mondo nel poter esercitare il diritto di voto a causa del Covid. Stefano Fassina si è detto anzitutto preoccupato dai livelli scarsi di informazione per questo referendum.  “Non sono particolarmente convinto che la riduzione dei parlamentari sia un obiettivo utile a qualificare la rappresentanza, sebbene la mia esperienza alla Camera mi porti ad avere la sensazione che una riduzione dei deputati possa essere utile a rendere più fluidi i lavori; tuttavia questo non può avvenire come un’operazione solitaria anche perché a quei numeri precisi fanno riferimento degli equilibri costituzionali. Parliamo per esempio della platea che elegge il Presidente della Repubblica: con la riforma si riduce di un terzo la rappresentanza parlamentare ma si lascia intatta quella dei delegati regionali, alterando così un equilibrio”, ha spiegato Fassina definendo pertanto la sua visione non come una contrarietà in assoluto alla riduzione, purché essa di fatto non vada ad incidere negativamente su alcuni assetti istituzionali. Nel concreto Fassina è favorevole ad una riduzione dei parlamentari, auspicando che essa possa però essere il preludio ad una successiva ed organica riforma elettorale in senso proporzionale ed una successiva riduzione dei delegati regionali nonché revisione della base regionale per il Senato: come ricordato dal deputato, queste sarebbero condizioni già previste dal programma di Governo. “Se non verranno rispettate queste condizioni metteremo in discussione la tenuta della maggioranza”, ha concluso Fassina. Seguono approfondimenti. (Simone Sperduto/Inform)

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