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Rapporti Italia-San Marino: incontro in videoconferenza tra le Commissioni Affari esteri dei due Stati

SENATO DELLA REPUBBLICA

ROMA – La Commissione Affari esteri del Senato ha incontrato in videconferenza la Commissione consiliare permanente Affari esteri della Repubblica di San Marino, per un confronto sullo stato delle relazioni tra i due Paesi. A presiedere i lavori per l’Italia è stato il senatore Vito Rosario Petrocelli (M5S) mentre per San Marino è stato Paolo Rondelli (Movimento Civico RETE). Rondelli, membro del Consiglio Grande e Generale, ha ricordato brevemente il legame storico che unisce i due Paesi a cominciare dall’epoca garibaldina: nell’Antica Terra della Libertà, Giuseppe Garibaldi ha ottenuto la cittadinanza onoraria. Nel 1849 San Marino salvò Garibaldi in fuga verso Venezia dopo la caduta della Repubblica Romana. Garibaldi fu sempre riconoscente alla Repubblica sammarinese, anche dopo aver riunificato l’Italia. “Il primo accordo tra i due Stati è del 23 marzo 1862, per regolare lo scambio di merci e più in generale i rapporti di amicizia. Seguirono vari accordi postali, poi tra il 1872 e il 1897 due accordi di buon vicinato. Ci furono inoltre accordi addizionali per regolamentare materie come l’esecutività delle sentenze pronunciate reciprocamente dai rispettivi tribunali, quindi anche accordi per battere moneta”, ha rievocato Rondelli andando a menzionare quello che è tuttora considerato come l’accordo principale tra i due Paesi. “Il 31 marzo 1939 ci fu una nuova convenzione siglata dal Segretario Gozi e dal Ministro Ciano: un corpus normativo unico per regolamentare molte materie di interesse comune”, ha sottolineato Rondelli ricordando anche come questa Commissione arrivi ad oltre dieci anni di distanza dall’ultimo incontro tra l’attuale organismo sammarinese per gli esteri e quello omologo della Camera dei deputati: in quell’occasione si celebrò il 70° anniversario dell’accordo cardine del 1939.

Arrivando a tempi più recenti, per San Marino un percorso virtuoso è cominciato nel 2008 conducendo a cambiamenti importanti sotto il profilo economico; dopo la visita nel 2012 del Presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, si è avuto l’avvio di un nuovo stadio per quanto riguarda i rapporti bilaterali per prevenire le doppie imposizioni fiscali e le frodi. “E’ giunto il momento di riavviare il tutto e quindi di uscire dalla fase di rallentamento che c’è stata dopo la visita menzionata (quella di Napolitano, ndr): per le relazioni bilaterali occorre il rilancio di tavoli tecnici”, ha sottolineato Rondelli. A San Marino risiedono – secondo dati risalenti al 31 maggio scorso – 33.500 persone delle quali 5 mila sono registrate come italiani. “E’ una precisazione dovuta  – ha aggiunto Rondelli – perché ci sono anche altri 10 mila italiani ma sono registrati come sammarinesi perché in possesso di doppia cittadinanza: quindi un 44% della popolazione residente è di fatto italiana. A questi aggiungiamo i 6 mila lavoratori frontalieri italiani che beneficiano di ammortizzatori sociali e di benefit propriamente sammarinesi: per esempio, soprattutto nella crisi da Covid, la tutela del lavoro a carico del sistema sammarinese pur vivendo il lavoratore in Italia”, ha spiegato Rondelli parlando poi di una questione d’interesse particolare: la questione delle targhe.

Questa è una problematica molto seria per il lavoro e l’impresa, conseguente al cosiddetto ‘decreto sicurezza Salvini’. E’ il decreto legge n. 113 del 4 ottobre 2018 – poi convertito in legge – che tocca diverse imprese che abbiano impiegati frontalieri per quanto riguarda l’uso di mezzi aziendali e anche di mezzi pesanti, con un rischio di ricaduta sulla scelta stessa del lavoratore da assumere. Di fatto il decreto vieta l’utilizzo di vetture nello specifico con targa sammarinese – in realtà con targhe estere in generale – da parte di un cittadino residente regolarmente e stabilmente in Italia. Ne consegue che i principali problemi si siano verificati per ovvie ragioni con lavoratori frontalieri italiani. “L’auspicata modifica ancora non si è concretizzata: l’iter avviato è stato interrotto dalla pandemia”, ha evidenziato Rondelli al quale ha fatto seguito il senatore Alessandro Alfieri (Pd). Alfieri ha ulteriormente messo in evidenza come “il decreto sicurezza Salvini crei problemi agli italiani frontalieri con l’assurdità per cui persone che guidavano auto aziendali, per esempio anche sul confine svizzero, si siano viste sequestrare il veicolo. C’è un emendamento al Ministero dell’Interno sulla modifica di quella parte del decreto sicurezza: la volontà politica c’è”, ha sottolineato il senatore sebbene ad oggi non si sappia se questa modifica interverrà direttamente sul Codice della strada. Un altro aspetto toccato da Alfieri è la necessità della definizione chiara di uno statuto dei lavoratori frontalieri.

Rondelli ha ricordato anche la questione delle frequenze radiotelevisive: San Marino Rtv venne costituita nel 1991 con un capitale sociale suddiviso al 50% tra Eras e Rai: un recente negoziato prevede la revisione dell’accordo del 2015 sull’uso delle frequenze assegnate alla luce delle nuove disposizioni Ue. Sul fronte europeo più in generale Rondelli ha evidenziato il ruolo strategico del supporto offerto dall’Italia a San Marino nel percorso di avvicinamento alle istituzioni europee. L’invito rivolto “all’amica Italia” è dunque quello ad accompagnare San Marino in questo tragitto sotto l’aspetto economico, doganale e di mobilità delle persone. Una novità molto importante, proprio per lo spostamento delle persone, riguarda la fine dello stato di emergenza nella Repubblica del Titano, che ufficialmente ne è uscita dal 1 luglio, dopo un difficile periodo di lockdown che ha visto costanti contatti tra i due Stati. La consigliera Denise Bronzetti (Noi per la Repubblica) ha auspicato la ripresa del confronto bilaterale perché i temi sono tanti: “partendo da questioni più urgenti come l’emendamento al decreto sicurezza e le tematiche riguardanti i frontalieri, poi c’è anche la rivisitazione dell’accordo del ‘39”, ha commentato Bronzetti tranquillizzando la senatrice Stefania Craxi (FI) sulla presunta retroattività della legge qualificata sammarinese n.1 del 2020 che, secondo un’interpretazione autentica, potrebbe avere un effetto retroattivo di modifica dell’ordinamento giudiziario. E’ una problematica sulla quale Craxi ha chiesto chiarimenti e rassicurazioni in virtù del già menzionato percorso di avvicinamento all’Ue da parte di San Marino.

Il senatore Enrico Aimi (FI) ha chiesto alla Commissione sammarinese dati sulla sicurezza in fatto di contrasto alla criminalità e dati riguardanti la crisi del sistema bancario di San Marino. Rondelli ha rassicurato i colleghi italiani sul controllo della criminalità nel piccolo territorio sammarinese: qui la sicurezza viene garantita dal Corpo della Gendarmeria, dalla Polizia Civile, dalla Guardia di Rocca e anche dal Comando Interpol. “Viviamo in un luogo sicuro dove i pochi episodi criminali sono soprattutto legati alla tossicodipendenza oppure a reati non particolarmente violenti. Sul problema della tossicodipendenza ricordo che a San Marino non vige il concetto di ‘modica quantità’ e quindi qualsiasi quantitativo di droga costituisce reato. Non ci sono da diverso tempo reati gravi come gli omicidi. Dal 2008 con la Convenzione di Istanbul c’è una maggiore attenzione alle violenze contro le persone, come quelle sessuali, accompagnata a una forte attività di prevenzione”, ha spiegato Rondelli parlando di un forte stato sociale e un’importante assistenza al disagio sociale. “Il nostro quadro normativo deriva dagli statuti medievali e dal diritto comune: queste norme sono attualmente usate dal Tribunale unico, suddiviso in sezioni, e abbiamo molti magistrati e cattedratici italiani che esplicano la loro attività qui da noi. Recentemente c’è stato un allungamento dei tempi per alcune tipologie di cause”, ha aggiunto Rondelli parlando infine della questione bancaria e della crisi che ha investito un settore sul quale vigila la Banca Centrale Sammarinese. “Uno dei principali scopi di tutte le forze politiche è quello di ridare una forte credibilità al sistema in cui il deficit pubblico ha portato all’assunzione di importanti decisioni. Negli ultimi anni c’è stata una crisi del sistema: alcune banche sono addirittura scomparse oppure ci sono state fusioni. L’atto più importante è stato il subentro dello Stato nella proprietà della Cassa di Risparmio di San Marino, che ha visto la sua governance aggiornata di recente. Lo Stato è molto presente e addirittura è proprietario della principale banca del Paese”, ha concluso Rondelli. Il Vicepresidente della Commissione, Nicola Renzi (Repubblica Futura), già Segretario gli Esteri, ha ricordato il lavoro portato avanti durante la scorsa consiliatura, come l’apertura di tavoli tecnici per rivedere la convenzione del ’39. “Da lì bisogna ripartire con un nuovo framework collaborativo con l’Italia: non ci sono solo interessi sammarinesi perché una maggiore organicità utile all’inserimento di San Marino nel quadro europeo, con diritti e doveri, può essere utile a tutti”. (Simone Sperduto/Inform)

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