direttore responsabile Goffredo Morgia
Registr. Trib. Roma n.338/2007 del 19-07-2007
INFORMAZIONI DEL GIORNO – NEWS PER GLI ITALIANI ALL'ESTERO

Presentazione XXXIV Rapporto Ice e Annuario 2020 Istat-Ice, è intervenuto il Ministro degli Affari Esteri Di Maio

MADE IN ITALY

ROMA – Si è svolta oggi la presentazione del XXXIV Rapporto Ice e dell’Annuario 2020 Istat-Ice alla presenza del Ministro degli Esteri, Luigi Di Maio. Nel suo intervento il Ministro ha parlato dell’importanza del Patto per l’Export siglato nei mesi scorsi, frutto di un lungo ciclo di incontri virtuali, tenutisi durante il periodo più duro della pandemia con tutti gli attori coinvolti nel settore. “Tutte le persone che hanno lavorato al Patto per l’Export hanno messo in campo sinergie per l’internazionalizzazione delle imprese e per la digitalizzazione: questi sono due aspetti che vanno necessariamente insieme. È proprio nei numeri l’importanza del nostro export che pesa per oltre il 30% sul pil ed è un volano anche per il turismo che, a sua volta, rappresenta un altro 15% del pil”, ha spiegato Di Maio sottolineando la necessità di accelerare sul fronte dell’esportazione. Tra gli attori coinvolti nel Patto si ricordano il Maeci, che da gennaio scorso ha competenze specifiche, il Mise, l’Agenzia Ice, ma anche Sace e Simest. Come ha evidenziato il Ministro, il Patto va ad incidere su un settore molto importante per l’Italia che, in Europa, ha come partner – e allo stesso tempo competitor – Francia e Germania: il settore fieristico.

“Non rinunceremo ad avere eventi fieristici in presenza perché il Made in Italy non potrà essere solo virtuale: anche le fiere producono un indotto importante per il territorio in termini turistici”, ha aggiunto Di Maio nel porre l’attenzione sull’alternativa, pur molto importante, di piattaforme virtuali – come Fiera Smart 365 di Ice – nonché sull’e-commerce che è cresciuto molto durante la pandemia. “Sono orgoglioso del lavoro svolto, coinvolgendo tutte le associazioni e le categorie. Quando parliamo di Made in Italy parliamo di impresa: è il privato infatti che permetterà a questo Paese di affrontare il tema dell’occupazione, ma non è questa una crociata contro il pubblico. Lo stesso Recovery Fund e la legge bilancio ruotano attorno alle aziende; in particolare l’accordo europeo è stato frutto della consapevolezza, a livello comunitario, che senza le imprese italiane non si va da nessuna parte”, ha sottolineato Di Maio parlando degli assi portanti del Patto per l’Export.

Tra i pilastri del Patto c’è in primo piano la comunicazione. “Entro settembre sarà chiusa la gara da 50 milioni di euro per la promozione del Vivere all’Italiana”, ha evidenziato Di Maio ricordando gli altri assi che sono la formazione e l’informazione, la finanza agevolata e i finanziamenti diretti a fondo perduto, quindi l’e-commerce ed i grandi marketplace come Amazon e Alibaba. Per quanto riguarda la formazione il Ministro ha sottolineato l’implementazione di due figure centrali anche per il piazzamento delle imprese nei marketplace internazionali: si tratta delle figure del ‘temporary export manager’ e del ‘digital manager’.  “Non era scontato mettere insieme questi assi. 1 miliardo e 300 milioni sono previsti dal Fondo di promozione integrata del Maeci: la presenza del corpo diplomatico in funzione imprenditoriale farà in modo che le nostre Ambasciate siano la casa delle imprese italiane”, ha commentato Di Maio riferendosi al finanziamento di questo piano straordinario che passa anche per l’Agenzia Ice e per il comparto Sace-Simest. A breve sarà pronto il portale export.gov.it per racchiudere tutti gli strumenti utili a conoscere le risorse disponibili e ad accedervi. “Dal 31 agosto partiamo con il programma di road show virtuale per spiegare questi strumenti: la campagna di comunicazione sarà un grande banco di prova. Mancano solo alcuni upgrade ma entro settembre avremo dispiegato in modo operativo tutto quello che c’è nel Patto”, ha concluso Di Maio ringraziando il Ministro dell’Economia Gualtieri e il Presidente della Conferenza delle Regioni Bonaccini.

Carlo Ferro, Presidente Agenzia Ice, ha illustrato alcuni dati del Rapporto partendo da quelli positivi del 2019: 585 miliardi di euro derivanti dall’export, con 53 miliardi in positivo nel saldo commerciale e un +35% che ha consacrato gli ultimi dieci anni di crescita consecutiva. “Purtroppo però questa è una macchina in corsa che si è fermata e dobbiamo lavorare per farla ripartire”, ha commentato Ferro ricordando come la flessione del 12% per il 2020 sarà poco alla volta ridotta entro il 2022. L’Italia eccelle nell’export di macchine e apparecchi e nel settore della moda: il 59% dell’export è destinato a una decina di mercati ben precisi: Giappone, Svizzera, Croazia, Canada e Usa (in quest’ultimo caso nonostante il problema dei dazi) ma anche  Repubblica Ceca, Romania , Cina, Polonia e Russia sono i Paesi che hanno visto una crescita del nostro export. Oltre il 50% dell’export italiano è generato dalle piccole e medie imprese. Ferro ha ricordato i servizi gratuiti offerti dall’Ice alle imprese fino a 100 impiegati ed i desk regionali. “Offriamo accordi sui marketplace ed accompagnamo le imprese nell’intero ciclo dell’e-commerce”, ha spiegato il Presidente Ice menzionando il Global start-up Program per 150 giovani imprese in dieci Paesi. Gian Carlo Blangiardo, Presidente Istat, ha parlato di un leggero rialzo nell’import-export negli ultimi due mesi. L’Istituto di Statistica ha condotto inoltre un’indagine Covid che ha messo in luce alcuni riflessi sull’economia, soprattutto su fatturato, liquidità, rischio di sopravvivenza (cui sono soggette 4 imprese su 10): tra i settori più colpiti c’è quello dei servizi ricettivi. Dal report risulta anche che le imprese non esportatrici sono quelle con una caduta del fatturato superiore al 50%. Il vincolo rispetto alla domanda estera è quindi molto forte per le imprese ad alta propensione verso l’export. E’ altrettanto vero che le imprese esportatrici, essendo per natura più aperte e reattive nei confronti della crisi, sono anche quelle più propense alla riorganizzazione e all’identificazione di nuovi prodotti e servizi per rientrare in partita.

Nella tavola rotonda conclusiva si sono confrontate le esperienze di tre imprenditori che hanno parlato dell’impatto che avrà il Patto per l’Export: Paola Marzario (Brandon Group), Angelo Minotti (Miprons), Mario Schiano (Schiano srl). Marzario si occupa di e-commerce e di marketplace: “oggi le istituzioni danno strumenti che nel 2012, quando sono partita come start-up, non c’erano e l’online è stata una scommessa” ha spiegato Marzario che lavora a Napoli e che ha voluto lanciare un messaggio positivo al mondo dell’imprenditoria. “Sono soddisfatta dall’aspetto della formazione e dalla presenza di figure come il digital manager”, ha aggiunto l’imprenditrice sottolineando come questo potrà aiutare a superare quelle difficoltà di chi ha invece dovuto finora attrezzarsi da autodidatta in questo settore. Un’altra piacevole sorpresa viene dal Lazio, la seconda Regione italiana dopo la Lombardia per numero di start-up. Ci sono start-up anche molto all’avanguardia come quella rappresentata dall’ex ricercatore Minotti attiva nel settore della propulsione innovativa per satelliti. “Sembrerà strano ma l’Italia è uno dei Paesi migliori al mondo per istituire un’attività di questo genere, proprio per un supporto così da parte dello Stato che è inimmaginabile altrove”, ha spiegato Minotti auspicando ulteriori semplificazioni burocratiche e ringraziando il Global start-up Program dell’Ice. Schiano, a Napoli, rappresenta invece la terza generazione dell’omonima azienda di produzione di biciclette. “L’Italia è leader nel mondo per la produzione di biciclette, soprattutto da corsa, dove è riconosciuto proprio lo stile del Made in Italy”, ha commentato Schiano evidenziando come sia necessario eliminare in modo più incisivo il divario tra Nord e Sud ragionare come Sistema Paese. (Simone Sperduto/Inform)

Facebooktwitterredditpinterestlinkedinmail
Powered by Comunicazione Inform | Designed by ComunicazioneInform