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INFORMAZIONI DEL GIORNO – NEWS PER GLI ITALIANI ALL'ESTERO

Presentazione della “Peer Review Ocse-Dac” dell’Italia: 58 anni di cooperazione allo sviluppo nella politica estera italiana

COOPERAZIONE

ROMA – L’Italia è membro del Comitato di aiuto allo sviluppo dell’Ocse (Dac) dalla sua fondazione nel 1961. Il Comitato ha pubblicato il rapporto sull’ultima revisione della politica e dei programmi di cooperazione allo sviluppo dell’Italia per il periodo 2014-2019. Si tratta del primo esame del sistema della cooperazione italiana allo sviluppo creato dalla legge 125/2014, quindi non ancora operativo al tempo della precedente Peer Review del 2014. Il Dac sottolinea che l’Italia è un solido partner per lo sviluppo e ne enfatizza il ruolo guida in problematiche globali, la sua responsabilità negli organismi internazionali e il suo sostegno al sistema multilaterale. Il rapporto rileva la presenza stabile e ben radicata dell’Italia sul campo e la sua esperienza comprovata in Paesi fragili e in situazioni di crisi. Inoltre, l’esame del Dac testimonia che il settore privato è ormai attore a pieno titolo del sistema della cooperazione italiana allo sviluppo. Le 11 raccomandazioni forniscono punti di riferimento per un miglioramento della cooperazione italiana: la loro implementazione è uno degli aspetti della presentazione del rapporto.

Susanna Moorehead, Presidente del Dac, ha parlato dell’importanza della cooperazione anche nella prevenzione dei conflitti e nell’assistenza. “Abbiamo diversi ostacoli da affrontare per ridurre la povertà in un approccio multi-stakeholders”, ha spiegato Moorehead sottolineando come messaggi fondamentali in tal senso siano giunti dal recente incontro di alto livello con i rappresentanti dei diversi Paesi. “Parliamo di temi legati al finanziamento, dove ci troviamo di fronte a domanda crescente ed offerta decrescente: questa sarà una delle politiche più importanti da sostenere da parte della Presidenza italiana del G20 che sarà un foro unico per incontri trasparenti tra Paesi”, ha aggiunto Moorehead centrando poi l’attenzione sul tema delle disuguaglianze a tutti i livelli, in primis quelle di genere. “Ci saranno molte più persone verso la povertà estrema a seguito della pandemia”, ha lanciato l’allarme il Presidente del Dac. Jorge Moreira da Silva, Direttore del Dipartimento per la cooperazione allo sviluppo dell’Ocse, ha spiegato come questa revisione inter-pares oggi metta in luce proprio la bontà del cosiddetto processo di ‘peer review’ dell’Italia. “Questa revisione è la prima dall’attuazione legge 125/2014 atta a rilanciare la cooperazione allo sviluppo, settore nel quale l’Italia è membro di lunga data e apprezzato.  Nel rapporto sono stati evidenziati tanto i punti di forza quanto alcune raccomandazioni per migliorare. Sicuramente l’Italia è leader in settori dove vanta esperienze internazionali nel multilateralismo, che è ad oggi l’unica possibilità realistica di attuazione: l’Italia da sempre assicura che nessuno resti indietro in contesti delicati e critici. La copresidenza della Cop26 sarà una possibilità in più per l’Italia nella sua strategia globale”, ha sottolineato Moreira da Silva.

Emanuela Del Re, Viceministro degli Esteri, ha espresso soddisfazione per il fatto che il rapporto ‘peer review’ abbia riconosciuto i meriti dell’Italia quale partner influente. “E’ un riconoscimento che ci conferisce delle responsabilità e ci dimostra la bontà delle riforme in atto dopo la legge 125/2014 che hanno posto la cooperazione allo sviluppo al centro delle politiche estere italiane”. Del Re ha evidenziato il bagaglio di esperienze ed eccellenze italiane riconosciute ormai a livello globale all’insegna del multilateralismo quale strumento efficace ed efficiente e quale modo migliore per rendere la cooperazione davvero valida. “La pandemia ha dimostrato con forza che il mondo è connesso e globale: questo aspetto richiede risposte multilaterali”, ha sottolineato il Viceministro. Tra i progetti portati avanti dall’Italia non poteva non essere menzionata la ‘food coalition’, ossia l’alleanza globale in seno alla Fao, volta ad aiutare a costruire nel mondo sistemi alimentari più equi e resilienti. “Ormai la cooperazione allo sviluppo è una prassi comune in Italia e vede la partecipazione della società civile e delle istituzioni in un sistema, diffuso nel Paese, cui l’Agenzia per la cooperazione è leader. Il G20 sarà per noi un’ottima opportunità”, ha proseguito Del Re indicando nei diritti delle persone, nel benessere del pianeta, nella qualità del cibo, nella prosperità e nel tema del debito i maggiori investimenti da attuare. “Anche sulle migrazioni abbiamo una serie di attività per permettere alle persone di muoversi in sicurezza e su questo lavoriamo con l’Onu e le Ong: per esempio l’Italia ha lanciato l’idea dei corridoi umanitari e dei trasferimenti sicuri via aerea di persone fragili verso il nostro Paese, con progetti di sostegno per l’inserimento in cooperazione tra Maeci, Viminale, Comunità di Sant’Egidio, Chiesa Valdese e federazione delle Chiese protestanti.

Piero Fassino, Presidente della Commissione Affari Esteri alla Camera, ha ricordato come la prossima scadenza per il monitoraggio sia nel 2025. “Il monitoraggio continuo sugli investimenti nella cooperazione allo sviluppo servono per migliorarne efficacia ed efficienza: sarà mia cura trasferire alla Commissione Esteri il vostro rapporto contenente le indicazioni utili per tradurre in ambito parlamentare le vostre indicazioni sulle migliori scelte operative da attuare”, ha spiegato Fassino evidenziando il forte impegno finora profuso dall’Italia nella cooperazione votata proprio al multilateralismo che da solo assorbe il 60% del totale delle risorse. “Le leggi non sono monumenti di marmo – ha proseguito Fassino – e verificarle costantemente aiuta ad adattarle a realtà complesse come la cooperazione allo sviluppo. Rispetto al precedente Governo abbiamo distinto l’impegno al contrasto dell’illegalità nei fenomeni migratori dall’ impegno al salvataggio delle persone ad opera delle organizzazioni non governative. Occorre coerenza tra gli obiettivi ed i risultati per migliorare la programmazione politica”. Soddisfazione è stata infine espressa da Fassino per l’elemento novità rappresentato da Cassa depositi e prestiti, venuta a crescere assumendo un ruolo centrale nella cooperazione allo sviluppo: “un ruolo di cerniera tra settore pubblico, istituzionale e privato”.

Giorgio Marrapodi, Direttore generale per la Cooperazione allo Sviluppo del Maeci, si è detto soddisfatto del risultato della ‘peer review’. “I risultati raggiunti sono notevoli ma ancora non sufficienti per lottare contro povertà, malattie, malnutrizione e cambiamenti climatici. Il rapporto ‘peer review’ include molte sfide e anche responsabilità per chi deve attuare delle scelte politiche. Stiamo finalizzando un piano di risposta da attuare e sarà l’occasione per discutere con gli stakeholders: l’Italia è leader in aree legate al patrimonio culturale e all’agricoltura. Non abbiamo perso tempo nell’implementare le raccomandazioni che ci sono giunte: l’Italia è sostenitrice fondamentale del sistema multilaterale sia per qualità che per quantità”, ha spiegato Marrapodi ricordando la presenza forte in Paesi fragili e in situazioni di crisi, con il sostegno a persone vulnerabili, disabili e alla parità di genere. “Uno dei miglioramenti da fare – ha aggiunto Marrapodi – è nel rafforzamento della coerenza allineando la cooperazione con la strategia nazionale per lo sviluppo sostenibile prevista dall’Agenda 2030”. Luca Maestripieri, Direttore dell’Agenzia italiana per la cooperazione allo sviluppo, ha ricordato l’apprezzamento del rapporto sulla scelta della legge italiana, anche per l’individuazione di un’apposita agenzia specializzata e per l’approccio multi-stakeholders. “Le raccomandazioni pervenuteci saranno un punto di riferimento per le nostre strategie nei prossimi anni. Le macro aree dell’Agenzia Aics punteranno al potenziamento e alla razionalizzazione dell’organizzazione stessa dell’agenzia sia nelle risorse umane che strumentali. Puntiamo a una formazione costante del personale come elemento centrale”, ha spiegato Maestripieri sottolineando la necessità di affrontare la cooperazione con un approccio multi-livello ma anche la bontà di avere un forum permanente dedicato a queste tematiche; un ruolo centrale sarà giocato dall’era digitale nel creare un nuovo modello di rapporto con i cosiddetti stakeholders. (Simone Sperduto/Inform)

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