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RIMINI – “Le nostre comuni sfide con l’Africa” è il titolo di uno dei panel che si sono tenuti nel corso del Meeting di Rimini al quale ha partecipato il Vice Presidente del Consiglio e Ministro degli Esteri Antonio Tajani .
Il Ministro Tajani ha spiegato il legame storico tra Italia e Africa. “Non si può dire Roma non si dice Cartagine o pensare a cosa sia stato l’antico Egitto anche per noi”, ha esordito Tajani non dimenticando il ruolo avuto in tempi più recenti dai missionari a dal mondo cristiano. Tajani ha quindi rievocato il suo trascorso politico come Commissario europeo che lo ha aiutato a comprendere come collegare al meglio l’Europa all’Africa. “L’ultimo atto da Commissario europeo fu un grande evento che organizzai insieme alla Commissione africana sulle reti infrastrutturali trasversali che potessero connettersi tra loro aiutando entrambe le economie”, ha ricordato Tajani invitando a rivalutare il rapporto con i Paesi africani. “Se pensiamo di rapportarci all’Africa con una mentalità neocoloniale rischiamo di avere una sorta di rifiuto nei nostri confronti che farebbe danno a noi e all’Africa perché arriverebbero altre realtà, come Russia e Cina, che non hanno un interesse di vicinato”, ha spiegato Tajani parlando di un’Africa molto povera ma anche molto ricca. “Il nostro agire deve andare nella direzione dell’amicizia”, ha evidenziato Tajani spiegando che ad esempio gli stessi militari italiani sono normalmente ben voluti perché più inclini a comprendere le identità altrui. “Per avere materie prime a costi più bassi dobbiamo cercare di fare accordi con gli africani che siano vincenti per entrambi i contraenti. Penso ad esempio a società miste che facciano lavorare manodopera africana”, ha suggerito Tajani annunciando un evento che ci sarà a novembre tra Italia e Africa e che coinvolgerà diversi capi di governo. “Quando parlavo di Piano Marshall, da Commissario e Presidente del Parlamento europeo, ne parlavo per una strategia comunitaria. Il Piano Mattei è la sezione italiana del Piano Marshall europeo. Vorrei che tutti i Paesi europei facessero quello che sta cercando di fare l’Italia per la crescita del continente africano. Il nostro saper fare può essere trasferito in Africa con degli accordi vincenti per entrambi”, ha spiegato Tajani sottolineando che gli accordi che si stanno facendo non sono orientati allo sfruttamento delle risorse, anche in campo energetico. Tajani ha ricordato che si sta lavorando anche sul fronte della formazione attraverso lo strumento di borse di studio che consentano a giovani africani di formarsi in Italia così che “quando torneranno nei propri Paesi vedranno nell’Italia un amico e un punto di riferimento”. Dal punto di vista dell’attività diplomatica, invece, Tajani ha espresso particolare apprezzamento per quanto fatto in Sudan e Niger a favore dei connazionali. Il Ministro ha altresì invitato a rivalutare il ruolo dei missionari e della loro formazione. “Dobbiamo essere grati a tanti di questi missionari”, ha aggiunto Tajani parlando di un’immagine positiva dell’Italia anche per merito di “ambasciatori che vanno in nome di Dio”. Il Ministro si è soffermato sul concetto della tolleranza tra le religioni che non devono essere strumenti per contrastare gli altri bensì per portare la pace. “Il diritto a professare la propria fede deve essere difeso con il dialogo inter-religioso”, ha affermato Tajani che, anche in funzione della questione migratoria, ha invitato ad aprirsi agli altri pur rimanendo certi della propria identità. “Centralità della persona, solidarietà, e dovere di aiutare chi ha di meno per chi ha di più sempre con spirito di fratellanza: questi sono i valori che devono guidare la vita di un politico”, ha sottolineato Tajani. (Inform)