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‘Los pueblos más bonitos’: premiato dalla stampa il turismo genuino dei piccoli borghi spagnoli, un tema caro anche all’Italia

CULTURA

MADRID – La ‘Asociación de los Pueblos más Bonitos de España’ ha ottenuto nei giorni scorsi un importante riconoscimento: si tratta del ‘Premio Turismo con Identidad’ assegnato, nell’ambito dell’annuale appuntamento noto come ‘Premios Internacionales de Periodismo 2020’, dalla ‘Asociación de Corresponsales de Prensa Extranjera’. Alla cerimonia hanno presenziato personalità politiche come il Presidente della Comunità di Madrid,  Isabel Díaz Ayuso, ed il sindaco di Madrid, José Luis Martínez Almeida. Francisco Mestre, Presidente della ‘Asociación de los Pueblos más Bonitos de España’, ha espresso “l’orgoglio e la soddisfazione per aver ricevuto questo premio che è un riconoscimento per i 94 piccoli borghi – alcuni con addirittura meno di cento abitanti – frutto di un lavoro che dura da circa dieci anni”, ha commentato Mestre evidenziando come la Spagna sia generalmente conosciuta per lo più per alcune tipologie consolidate di turismo – grandi città, spiagge e movida – mentre l’obiettivo adesso sia quello di attrarre turisti anche attraverso il patrimonio più autentico e genuino di questi borghi.

I criteri di selezione per entrare a far parte di questa famiglia sono rigorosi: bisogna avere una popolazione inferiore ai 15 mila abitanti, con un patrimonio urbanistico e naturale certificato, mentre per i borghi con più di 5 mila abitanti la regola è avere un centro storico in perfette condizioni. Tutti gli aspetti richiesti nello specifico sono contenuti nella cosiddetta ‘Carta de Calidad’ che stabilisce i parametri per potersi fregiare dell’ambita ‘Marca de uno de los Pueblos más Bonitos de España’. L’Associazione spagnola presiede pro-tempore la Federazione internazionale dei borghi più belli, che conta tuttora 13 Paesi affiliati. Alle origini di questo movimento c’è l’Associazione ‘Les Plus Beaux Villages de France’ nata nel lontano 1982. Quindi a seguire, per citare i passaggi più importanti, nel 1994 nasce l’omonima forma di associazionismo in Belgio, nel 1998 in Québec-Canada, nel 2001 in Italia, nel 2005 in Giappone, nel 2010 in Romania, nel 2011 in Spagna ed in Sassonia-Germania, nel 2015 in Svizzera. Solo nel 2020 sono entrati a far parte della lista dei borghi più belli della Spagna i seguenti quindici nuovi municipi, portando a 94 il totale dei borghi:  Alcudia (Baleares), Atienza (Guadalajara), Betancuria (Fuerteventura), Castellar de la Frontera (Cádiz), Castrillo de los Polvazares (León), Culla (Castellón), Mogrovejo (Cantabria), Monteagudo de las Vicarías (Soria), Olivenza (Badajoz), Pastrana (Guadalajara), Pollença (Baleares), Ponte Maceira (Coruña), Robledillo de Gata (Cáceres), Teguise (Lanzarote) y Vinuesa (Soria).

Ad accomunare Italia e Spagna in questo percorso c’è la ricerca reciproca di una riscoperta: quella del fascino e della genuinità dei borghi antichi che in Italia si somma anche al tema sempre attuale e sofferto dell’emigrazione che ha visto nei decenni lo spopolamento progressivo di alcuni territori. Un altro elemento che accomuna i due Paesi – vicini non solo geograficamente ma anche per storia, cultura, lingua e tradizioni – è per esempio la lunga storia di gemellaggi tra comuni italiani e spagnoli anche all’infuori della cornice propriamente dedicata a ‘los pueblos más bonitos’. Storico è ormai il ventennale gemellaggio tra la laziale Rieti e la spagnola Caleruega (comune con circa 500 abitanti) in provincia di Burgos) che si rinnova nel tempo nel segno di San Domenico di Guzmán; oppure quello tra la reatina Rivodutri e la spagnola Candelario (di appena mille abitanti) in provincia di Salamanca. (Simone Sperduto/Inform)

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