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L’intervento di Simone Billi (Lega, ripartizione Europa) nella discussione che ha portato all’approvazione in Aula del Trattato di cooperazione rafforzata Italia – Francia: intesa che risponde all’interesse comune di bilanciare la supremazia tedesca in Europa

CAMERA DEI DEPUTATI

 

ROMA – La Camera dei deputati ha approvato il provvedimento di ratifica ed esecuzione del Trattato Italia e Francia per la cooperazione bilaterale rafforzata, fatto a Roma il 26 novembre 2021.

Nel corso della discussione in Aula è intervenuto anche il deputato eletto nella ripartizione Europa Simone Billi (Lega) che ha sottolineato la rilevanza storica del Trattato “del Quirinale”, firmato “al termine di trattative molto complesse, iniziate almeno nel 2017”.

“Si tratta di un accordo di vasta portata, che lega Roma a Parigi, istituzionalizzando la concertazione politica preventiva nell’ambito di una cooperazione bilaterale rafforzata, modellata sull’esempio del Trattato franco-tedesco dell’Eliseo e del successivo Trattato di Aquisgrana – ricorda Billi, sottolineando come si preveda “la cooperazione bilaterale nel campo della politica estera, da attivare tanto a livello politico quanto a livello di alti funzionari in costanza di crisi o alla vigilia di importanti appuntamenti internazionali”. “Si stabilisce che Italia e Francia sviluppino la cooperazione nel campo della sicurezza e della difesa, con l’obiettivo di sviluppare le capacità di interesse comune, al fine di migliorare l’efficienza e la competitività dei rispettivi sistemi industriali e di contribuire allo sviluppo e al potenziamento della base industriale e tecnologica della difesa – segnala il deputato, richiamando anche la promozione prevista di alleanze industriali strutturate e la facilitazione del transito e dello stazionamento delle Forze armate dell’altra parte sul proprio territorio.

Prevista anche un maggiore cooperazione nel campo degli affari europei, nel quale si prefigura un impianto d’azione comune che si estende dalla politica economica a quella industriale, a quella energetica, della concorrenza e altro ancora. Un tentativo – sostiene Billi – “di contenere il rigore tedesco assieme alla Francia”.

Nel campo delle politiche migratorie, la giustizia e gli affari interni, l’obiettivo è quello di “perseguire una politica solidale e responsabile, che contempli tanto la ripartizione degli oneri quanto degli accordi con i Paesi sorgente e di transito”. Sono poi incoraggiati gli investimenti diretti reciproci per la cooperazione economica, industriale e digitale, che Billi si augura improntate alla reciprocità. Altri aspetti riguardano il tema dello sviluppo sociale, sostenibile e inclusivo, la politica spaziale, la definizione della frontiera terrestre italo-francese quale un bacino di vita interconnesso, in cui le popolazioni italiana e francese condividono un destino comune. Le parti approfondiranno poi la loro cooperazione in materia di sicurezza, in particolare attraverso scambi di personale e favorendo la realizzazione di operazioni comuni e coordinate.

Billi richiama anche l’organizzazione di Vertici intergovernativi annuali inserita nell’intesa, così come la partecipazione almeno una volta a trimestre di un membro del Governo di una delle Parti, in alternanza, alle riunioni del Governo della controparte e la nascita di un Comitato strategico paritetico composto dai segretari generali dei due Ministri degli Affari esteri.

“La scelta della cooperazione rafforzata risponde certamente alla convergenza degli interessi francese e italiano al bilanciamento della supremazia tedesca in Europa, con l’obiettivo di contenerne alcune manifestazioni sul terreno economico, politico ed istituzionale – sottolinea Billi, che rileva tuttavia il rischio di una possibile “subordinazione” dell’Italia alla Francia “che deriverebbe dagli squilibri di forza esistenti tra le controparti”. “A fronte di 240 mila addetti in Francia al servizio di gruppi imprenditoriali italiani, nel nostro Paese i posti di lavoro dipendenti dagli investimenti francesi ammontano, infatti, a un milione e 700 mila. Parigi dispone, inoltre, del diritto di veto nel Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite ed è una potenza nucleare, con interessi in tutto il mondo – rileva Billi, ribadendo pertanto l’esigenza di “monitorare attentamente ciò che accadrà nella fase attuativa di questo Trattato”. “A questo proposito, appare interessante l’idea, veicolata in audizione dal ministro della Difesa Lorenzo Guerini, di provare a bilanciare il peso del Trattato del Quirinale stringendone altri di uguale contenuto con la Spagna e anche con la Germania, come, del resto, ha fatto anche la Francia, ad Aquisgrana, in modo tale – spiega il deputato – da poter negoziare su più tavoli, volta per volta, la composizione di interessi più favorevole per il nostro Paese”.

“Sarà, infine, necessario tenere conto di nuovi sviluppi introdotti nella geopolitica europea dallo scoppio della guerra russo-ucraina. Francia e Italia sembrano già coordinarsi, esprimendo in modo coordinato l’istanza europea alla ripresa del dialogo delle parti; circostanza che sembra confermare la congruità del Trattato del Quirinale con i nostri interessi nazionali. Il dato nuovo, tuttavia – aggiunge Billi, – è ora l’annunciato riarmo della Germania, rispetto al quale il problema dell’avanzamento del processo di integrazione europea e quello del mantenimento degli equilibri del nostro continente assumono un nuovo significato”.

Per Billi appare quindi rafforzata “la necessità del bilanciamento”, “tanto nell’ambito industriale quanto in quello della sicurezza”, e conclude ribadendo il suo sì al Trattato purché sia gestito “in modo oculato e funzionale ai nostri interessi, senza alcuna soggezione al nostro partner francese”. (Inform)

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