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INFORMAZIONI DEL GIORNO – NEWS PER GLI ITALIANI ALL'ESTERO

“Le priorità della politica estera italiana”, gli interventi istituzionali del panel di approfondimento della XV conferenza degli Ambasciatori italiani nel mondo

FARNESINA

 

ROMA – “Le priorità della politica estera italiana”, questo il titolo del primo panel di approfondimento all’interno della XV conferenza degli Ambasciatori italiani nel mondo. Gli interventi istituzionali sono stati aperti dal Ministro degli Esteri Antonio Tajani che ha invitato gli Ambasciatori presenti a tornare nelle sedi nelle quali operano portando con sé gli spunti tratti da questa conferenza. “Anche per noi a Roma è però importante avere opinioni e suggerimenti da parte di chi ci rappresenta nel mondo”, ha precisato il Ministro esprimendo soddisfazione per i recenti emendamenti apportati dal Parlamento a supporto dell’incremento di unità in seno alle strutture del Maeci. “Questo è un modo per rendere un servizio migliore ai cittadini perché è a loro che dobbiamo rispondere attraverso i servizi consolari. A volte il cittadino non sa quali siano i problemi che abbiamo in organico”, ha evidenziato Tajani.

“Il rapporto tra esecutivo e Parlamento è fondamentale ed è altrettanto importante ascoltare chi guida le nostre Ambasciate. Non siamo un’élite che deve confrontarsi con se stessa ma abbiamo il dovere di guidare la politica estera del nostro Paese che però non riguarda solo noi. La politica estera si fa coordinando una squadra di persone che vengono anche da amministrazioni differenti”, ha spiegato Tajani sottolineando l’attitudine di considerare la politica estera come un qualcosa che vada oltre la Farnesina. Il Ministro ha ricordato anche l’imminente incontro riguardante il tema della sicurezza delle Ambasciate con un focus specifico sulla cyber-security. “Vi daremo delle indicazioni generali ma anche ad hoc al fine di evitare interferenze esterne”, ha aggiunto il Ministro. La giornalista Rai Monica Maggioni ha quindi moderato il panel parlando di una visione generale necessaria per far fronte a un momento storico che non ha precedenti se si guarda agli ultimi decenni. Ha poi preso la parola la Presidente della Commissione Esteri del Senato, Stefania Craxi, che ha ricordato come il conflitto tra Russia e Ucraina abbia modificato repentinamente le dinamiche internazionali. Craxi ha evidenziato “il ruolo di una diplomazia totale capace di essere il motore di dinamiche incentrate nel rispetto dell’uomo e dei suoi diritti inviolabili”. “Ciascuno di noi, nei propri ruoli, è chiamato a uno sforzo in più per far sì che l’Italia possa ritagliarsi uno spazio primario negli scenari presenti e in quelli che verranno”, ha aggiunto Craxi sottolineando che alcune aree del globo hanno per l’Italia un’importanza centrale anche in funzione della proiezione internazionale del Paese. “Il Mediterraneo, nella più ampia accezione che spazia dai Balcani al Medioriente fino all’Africa, è con tutta evidenza l’orizzonte naturale dei nostri rapporti”, ha precisato Craxi invitando quindi a promuovere “una diplomazia della crescita che sappia sostenere il tessuto produttivo del nostro Paese e il nostro export”. Sulla difesa, Craxi ha auspicato che “al crescere degli investimenti sulla difesa, dove dovremmo raggiungere l’obiettivo del 2%, seguano parallelamente aumenti di budget per il rafforzamento della rete diplomatica e per le iniziative dedicate alla cooperazione”. Craxi si è detta però consapevole del fatto che difficilmente si potrà raggiungere per la cooperazione l’obiettivo dello 0,75% del Pil entro il 2030. “Servono manovre che possano prevedere di scorporare la cooperazione dal rapporto deficit-Pil”, ha precisato Craxi riferendosi alla necessaria riforma del patto di stabilità europeo in tal senso. E’ stata poi la volta del Presidente della Commissione Esteri della Camera, Giulio Tremonti, che ha tracciato tramite una citazione letteraria (libro ‘Europa 33’) un parallelo storico tra quanto sta avvenendo oggi in Europa e quanto avvenne in questo stesso continente negli anni ’30 del secolo scorso. “Cupi anni – li ha definiti Tremonti – e non per caso molti dei sussulti odierni sono localizzati nei luoghi della storia lungo l’arco di crisi che va, come allora, dal Baltico al Mar Nero”. Secondo Tremonti possiamo presagire quasi “la fine di un mondo globale, malato non solo per il Covid o per la guerra”. “Questo è un periodo in cui non si discute di finanza però stiamo passando da una fase di austerità millimetrica all’opposto, ossia di una liquidità illimitata”, ha precisato Tremonti vedendo il tutto come un qualcosa di preoccupante. Tremonti ha anche parlato di modelli diversi che si stanno imponendo nel settore mercantile e in un contesto globale dove occorre una consapevolezza diversa, partendo da un’opinione pubblica maggiormente coinvolta nelle questioni riguardanti i piani nazionali. (Inform)

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