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INFORMAZIONI DEL GIORNO – NEWS PER GLI ITALIANI ALL'ESTERO

Laura Garavini (Italia Viva, ripartizione Europa) invita i connazionali all’estero a votare no al referendum costituzionale

ELETTI CIRCOSCRIZIONE ESTERO

Per la senatrice il funzionamento del Parlamento non migliorerà riducendo il numero dei parlamentari, perché non cambia l’iter legiferante

(foto fonte Camera)

ROMA – Anche la senatrice Laura Garavini (Italia Viva, ripartizione Europa) invita i connazionali all’estero a votare no al referendum costituzionale sulla riduzione del numero dei parlamentari.

“In questi giorni stanno arrivando a casa i plichi per votare al referendum costituzionale. Votando No – ribadisce Garavini – abbiamo la possibilità di far sentire la nostra voce su una riforma che colpisce in modo molto penalizzante gli italiani nel mondo”. Per l’esponente di Italia Viva, in caso di vittoria del sì, “il singolo voto di chi vive all’estero varrebbe molto meno”. “La riforma prevede infatti un taglio lineare dei parlamentari, che non tiene conto del numero dei residenti per ogni territorio. Di conseguenza – sottolinea Garavini – risultano maggiormente penalizzate certe regioni, ad esempio la circoscrizione Estero, che subirà una riduzione in proporzione molto maggiore di quanto non avvenga in Italia. I deputati passeranno da 12 a 8. I senatori da 6 a 4. Un paradosso, se si considera che l’elettorato, tra gli italiani nel mondo, negli ultimi dieci anni è addirittura raddoppiato. Ecco perché gli italiani all‘estero fanno bene a dire No ad un riforma che non li rispetta”.

“La riforma in discussione – prosegue la senatrice di Italia Viva – non va a modificare il grosso difetto dell’attuale meccanismo legislativo: il bicameralismo perfetto, cioè il principio secondo il quale entrambi le Camere hanno gli stessi identici poteri. Questo fa sì che la riduzione del numero dei parlamentari si ripercuota negativamente anche sull’efficacia del Parlamento, peggiorandolo”.  Garavini ritiene infatti che il funzionamento del Parlamento “non potrà migliorare se non si cambia l’iter legiferante e le medesime mansioni dovranno essere svolte da un numero inferiore di persone”.

“Nel caso in cui dovessero prevalere i Sì, aumenterà consistentemente il numero di elettori che fanno riferimento ad un parlamentare. E dunque sarà sempre più difficile raggiungere il proprio rappresentante e coltivare un contatto diretto. Aumenterà solo la distanza tra cittadini ed eletti. E non potrà migliorare nemmeno l’efficienza del Parlamento. Perché la riforma interviene esclusivamente sul taglio del numero dei parlamentari mentre lascia intatto il funzionamento delle due Camere – rileva Garavini. Per l’esponente di Italia Viva, dunque, “l’unica conseguenza sarà che meno persone dovranno svolgere più mansioni”, esito che probabilmente andrà a “peggiorare ulteriormente il meccanismo legiferante” senza determinare un risparmio significativo di fondi pubblici, quantificato “nell’equivalente di un caffè all’anno per ogni cittadino”. (Inform)

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