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L’Asociación Terra de Mar del Plata incontra Harry Baldissera, creatore della Casa Museo “Paciu Maison” nel bolognese  

ASSOCIAZIONI

 

 

MAR DEL PLATA – L’Asociación Nuevas Generaciones Terra de Mar del Plata, punto di riferimento in Argentina per le comunità dei discendenti emiliano-romagnoli, ha presentato nel corso del ciclo di incontri “Conoscendo” il direttore artistico Harry Baldissera, da Bologna, ideatore della Casa Museo “Paciu Maison” di Ponte Rizzoli, a pochi chilometri dal capoluogo emiliano. L’incontro è stato moderato da Gino Ponzini, che ha ringraziato la Consulta regionale degli emiliano-romagnoli nel mondo; hanno inoltre presenziato Marcelo Carrara (consigliere Cgie-Argentina) e Mariano Gazzola (Vicesegretario generale del Cgie per l’America Latina). Cos’è la Paciu Maison? La si potrebbe definire come una residenza d’artista che diviene strumento di ricerca attraverso la condivisione di spazi fisici e concettuali: ciò consente una conoscenza approfondita, reale e reciproca tra spettatore ed artista. Insomma una galleria d’arte abitabile, come ha avuto modo di spiegare il suo ideatore e direttore: Harry Baldissera. Ogni stanza di questa residenza artistica, quasi fuori dal tempo, diventa una sorta di mondo a sé stante e racconta una tematica specifica. Così per esempio le stanze de “il fiume della parola” e de “l’occhio dello scatto” pongono rispettivamente lo spettatore davanti alla cultura come totalità e impossibilità di arrivare all’onniscienza e al contempo davanti al confronto tra pubblico e privato nell’uso dell’immagine fotografica oggigiorno pervasiva. “Il cammino del vestito” analizza il processo mediante il quale costruiamo un’immagine del corpo da esibire agli altri, mentre ne “Il volto del colore” la normalità viene analizzata attraverso lo sguardo del bambino che è l’unico capace di percepirne l’essenza: lì dove la malattia del nostro tempo è la non accettazione della diversità.

“Ho realizzato questa casa partendo da un progetto di introspezione con me stesso e quindi con un percorso di ‘arte terapia’ ridipingendo le pareti e ristrutturando questa casa che era fatiscente, abbandonata a se stessa senza possibilità di avere un futuro. Ho creduto molto nella casa e nel progetto ‘autobiografico’ proprio per rigenerare me stesso in maniera speculare. L’idea non è più quella dello spettatore davanti al quadro ma quella dello spettatore all’interno dell’opera stessa. Per questo la Paciu Maison è un’opera d’arte abitabile, un mondo onirico che ha cominciato ad attirare attenzione fino ad avere visite guidate”, ha spiegato Baldissera che ha evidenziato come il periodo di emergenza sanitaria abbia ovviamente condizionato le attività in presenza ma allo stesso tempo la tecnologia abbia consentito di restare comunque connessi con gli amanti dell’arte e con i visitatori virtuali. “Dobbiamo riflettere su quanto sia stata fondamentale per le persone l’arte in ogni sua forma in questa pandemia”, ha aggiunto Baldissera che ha voluto lanciare anche una riflessione su quanto, tuttavia, nel mainstream italiano ci sia carenza di cultura a vantaggio dell’intrattenimento. Dunque la Casa Museo può essere un punto di partenza dal quale irradiare altri progetti: in cantiere, come anticipato dall’ideatore della Paciu Maison, c’è infatti un progetto divulgativo sull’arte destinato a un pubblico eterogeneo e pensato attraverso “pacchetti ‘smart’ per raccontare l’arte e renderla fruibile tramite un’analisi semplice”. Baldissera ha rilevato come ad oggi le case museo esistenti siano generalmente storiche; ci sono invece ormai diversi hotel che per esempio hanno commissionato agli artisti delle installazioni ‘site-specific’ in una o più stanze. “Non credo che ci sia un’altra casa museo di questo genere in Italia, abitabile in tutti i sensi avendo cucina e bagno. Questo la rende viva e viverla è quasi una ‘performance’ perché lo stesso ospite interagisce con gli oggetti della casa. E’ strano pensare di poter vivere all’interno di un’opera d’arte che non è più una semplice scenografia da osservare”, ha aggiunto Baldissera. Non è dato sapere se fuori dall’Italia ci siano esperienze artistiche assimilabili a questo concetto di residenza-museo abitabile. (Simone Sperduto/Inform)

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