mercoledì, 6 Novembre, 2013 in
NOTIZIE INFORM
COOPERAZIONE SANITARIA
Alla Camera dei Deputati incontro promosso da Angela Fucsia Nissoli (Sc-ripartizione America settentrionale e centrale)
La solidarietà dei connazionali residenti all’estero a sostegno dell’impegno italiano nei progetti di cooperazione sanitaria internazionale
Illustrato oggi un progetto di cooperazione in cardiochirurgia pediatrica realizzato in Palestina e Striscia di Gaza dall’azienda ospedaliera Giovanni XXIII di Bergamo con il sostegno di Gift of Life Italy di New York
ROMA – La solidarietà dei connazionali residenti all’estero a sostegno dell’“operosità silenziosa” dell’impegno italiano nei progetti di cooperazione sanitaria internazionale al centro della conferenza stampa promossa oggi alla Camera dei Deputati da Angela Fucsia Fitzgerald Nissoli, parlamentare di Sc eletta nella ripartizione America settentrionale e centrale.
L’iniziativa, intitolata “Cooperazione sanitaria internazionale: il caso Palestina e Striscia di Gaza”, ha offerto l’occasione di presentare un progetto di cooperazione in cardiochirurgia pediatrica messo in campo da Giancarlo Crupi, cardiochirurgo dell’azienda ospedaliera Giovanni XXIII di Bergamo – terra di origine della Nissoli – grazie al sostegno di Gift of Life Italy di New York, organizzazione nata con intenti benefici e presieduta da Francesco DiMarco. Proprio DiMarco, presente all’evento, ha sottolineato come il 90% dei fondi raccolti da Gift of Life Italy of New York derivino da donazioni effettuate dalla collettività italiana residente nella Grande Mela, ripercorrendo la nascita del suo impegno a favore dei bambini malati. “Mi sono avvicinato a questa tematica grazie al racconto di amici e conoscenti ed ho cominciato a fare esperienza accompagnando i piccoli pazienti negli ospedali. Nel 2003 un italiano, Nicolas Codiscoti, mi donò 250 mila dollari chiedendomi di utilizzarli per aiutare i bambini malati in Italia. Impiegai molto tempo – spiega DiMarco – a far capire a questo nostro connazionale, emigrato 50 anni prima dall’Italia, che non erano i bambini italiani ad essere i più bisognosi di questo tipo di sostegno e a decidere insieme a lui come mettere a frutto la donazione”. Da allora l’organizzazione è cresciuta raccogliendo fondi per iniziative benefiche, sostenendo così anche il progetto dell’ospedale bergamasco, insieme alla Regione Lombardia.
“Si tratta di un’iniziativa di cooperazione che sta portando buoni frutti all’insegna della solidarietà e della competenza scientifica, competenza – rileva Nissoli – che va condivisa con i meno fortunati”. “Ritroviamo così il volto più bello del nostro Paese, la generosità italiana che ci fa onore nel mondo – prosegue la parlamentare, segnalando come il valore della cooperazione sia “insostituibile per risolvere i problemi che i singoli Stati da soli non riuscirebbero ad affrontare, avvicinando popoli e culture nel dialogo e nel rispetto reciproco, consapevoli che insieme si può aiutare lo sviluppo di contesti vittime sia delle tensioni geopolitiche esistenti sia di sistemi poco funzionali allo sviluppo umano”.
A moderare l’incontro, Gianni Lattanzio dell’Associazione Dialoghi, che ha ribadito l’importanza della cooperazione per la “ricostruzione del tessuto sociale” e il sostegno alla speranza “in contesti dove la società è disgregata e la povertà imperante”. Richiamato anche il sostegno che ai progetti di cooperazione può arrivare dal terzo settore e la necessità di porre in atto in questo campo azioni “continuative e durature”. Ha ricordato la collaborazione in atto nel settore sanitario tra il nostro Paese e la Palestina il presidente della Commissione Affari sociali della Camera, Pierpaolo Vargiu, a partire dalla ristrutturazione dell’ospedale italiano di Nazareth, nel 1999, per arrivare agli investimenti del 2012, quantificati in 60 milioni di euro. “Credo che sia importante valorizzare un’iniziativa come questa – ha affermato Vargiu – anche per ricordare come la nostra sanità, spesso considerata in difficoltà, specie da un punto di vista economico, sia in grado di garantire output straordinari da parte di eccellenze che messe in rete possono offrire standard di assistenza invidiabili”.
A ripercorre le tappe del progetto di cooperazione sanitaria il dottor Crupi, che ricorda in premessa come la tutela della salute dei più piccoli sia inclusa negli articoli della Convezione delle Nazioni Unite sui diritti dell’infanzia. “Si tratta di proposizioni che però valgono solo in Paesi in cui le strutture sanitaria sono avanzate e con disponibilità economiche elevate – riconosce il medico, precisando come il dato sulla mortalità infantile nei primi 5 anni di vita resti ancora altissimo a livello mondiale: si parla di 5 milioni di bambini all’anno. “Per questo è importante la cooperazione internazionale – afferma, – perché in questo modo, con progetti ben strutturati e rispettosi delle realtà locali, si riesce a fornire assistenza anche in aree molto sofisticate della medicina, come, appunto, la cardiochirurgia pediatrica”. L’iniziativa è nata in risposta ad una lettera inviata nel 1998 – allora Crupi era cardiochirurgo agli Ospedali Riuniti di Bergamo – dal presidente del Palestine Children’s Relief Found, Steve Sosebee, organizzazione no profit che si impegna per i trattamenti medici gratuiti a favore dei bambini del Medio Oriente. Sosebee, d’intesa con il ministro della Sanità palestinese, lancia il programma “Healing Heats”, un progetto di cooperazione internazionale pensato per la Palestina e la Striscia di Gaza che possa coinvolgere quante più realtà possibili e a cui rispondono Italia, Usa, Nuova Zelanda, Inghilterra, Francia e Belgio. Crupi ripercorre i sopralluoghi effettuati nelle strutture sanitarie di Gaza, Gerusalemme est e Ramallah, sopralluoghi che consentono di identificare l’ospedale Al Makassed, sul Monte degli Ulivi, a Gerusalemme, come il più appropriato per una prima missione, che si svolge nel 1999. Negli anni successivi il progetto coinvolge Ramallah e la Striscia di Gaza, ma rischia di interrompersi per via dell’intensificarsi dei conflitti nell’area. “Quando nel 2000 scoppia la seconda Intifada, grazie all’aiuto della Regione Lombardia riusciamo ad operare a Bergamo nell’ambito del progetto Salviamo i futuri ambasciatori di pace 10 bambini palestinesi all’anno per 3 anni. Non si tratta di grandi numeri – ammette Crupi – ma sono bambini che non avrebbero avuto nessuna possibilità di ricevere cure adeguate e continuare a vivere”. Le missioni nella Striscia di Gaza riprendono nel 2003 al Shifa Hospital, per poi proseguire a Gerusalemme. In 10 anni, grazie al programma, sono stati operati 1200 bambini palestinesi – fa sapere Crupi, – con missioni quasi su base mensile. Alla Regione Lombardia si affianca dal 2005 il sostegno di Gift of Life Italy, e, con il venir meno delle risorse regionali per via della crisi, il Club Rotary Sarnico e Valle Cavallina – Gift of Life Italy è un progetto del Rotary Club di Verrazzano. Nel corso degli anni il progetto si espande in Moldavia, “lo Stato più povero d’Europa – segnala Crupi, mentre nella Striscia di Gaza si preferisce utilizzare ora l’European Gaza Hospital a Khan Younis, vicino al confine con l’Egitto. “La prossima missione è fissata dal 21 novembre al 1 dicembre e coinvolgerà un’equipe di 11 persone – afferma Crupi, che sottolinea come il costo per ogni singola missione si aggiri intorno ai 25 mila euro, con medici che utilizzano il loro periodo di ferie per poter partecipare al programma. Le difficoltà sono grandi: Gaza e la situazione palestinese sono molto differenti, è molto difficile uscire da Gaza e garantire continuità agli approvvigionamenti necessari per una specializzazione medica così delicata. L’obiettivo, a dispetto della crisi economica o delle difficoltà geopolitiche esistenti, resta quello di tenere in piedi i contatti già stabiliti e giungere a programmi di cardiochirurgia pediatrica indipendenti, così come è già successo in Palestina e in Moldavia.
“Credo che iniziative come queste siano una risposta in termini di giustizia e di pace nello scenario internazionale – conclude Gian Luigi Gigli, membro della Commissione Affari sociali della Camera. “La politica estera – aggiunge – è anche politica di solidarietà e partenariato”. (Viviana Pansa – Inform)