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La Commissione Affari costituzionali ha approvato una risoluzione relativa a iniziative per l’indicazione del luogo di nascita nei documenti personali dei cittadini italiani nati nei territori ceduti alla ex Jugoslavia

CAMERA DEI DEPUTATI

 

La risoluzione, a prima firma Giorgia Meloni (Fdi), impegna il Governo a dare esecuzione alla norma che stabilisce di indicare il nome italiano del comune di nascita nei documenti e nelle certificazioni

 

ROMA – La Commissione Affari costituzionali della Camera dei deputati ha approvato la risoluzione a prima firma Giorgia Meloni (Fdi) relativa a iniziative in merito all’indicazione del luogo di nascita nei documenti personali e nelle certificazioni relative a cittadini italiani nati nei territori poi ceduti alla ex Jugoslavia.

La risoluzione impegna il Governo a dare ulteriore esecuzione a quanto disposto dalla legge del 15 febbraio 1989, n. 54, che stabilisce che tutte le amministrazioni dello Stato, del parastato, degli enti locali e qualsiasi altro ufficio o ente, nel rilasciare attestazioni, certificazioni, dichiarazioni, documenti in genere, a cittadini italiani nati in comuni già sotto la sovranità italiana e oggi compresi nei territori ceduti ad altri Stati, indichino unicamente il nome italiano del comune di nascita, “senza alcun riferimento allo Stato cui attualmente appartiene”.

La risoluzione ricorda anche che la medesima legge prevede per quegli stessi cittadini, “la possibilità di adeguare eventuali documenti su semplice richiesta verbale dell’interessato” e che le disposizioni riguardano “anche i cittadini italiani nati nei territori poi ceduti alla ex Jugoslavia, quando erano ancora parte integrante del Regno d’Italia”.

Si rileva infatti che “nonostante le disposizioni sopra richiamate siano in vigore da oltre quarant’anni, per i cittadini italiani nati in Istria e Dalmazia quando erano ancora territori italiani, al momento della richiesta di un semplice codice fiscale, continua a ripetersi il paradosso di vedersi consegnare documenti che attestano la loro nascita in Jugoslavia”.

“L’inconveniente nasce, probabilmente, da un errore originario commesso dal Ministero dell’Interno in fase di digitalizzazione, non considerando che tutti i cittadini nati nei 136 comuni passati dall’Italia alla Jugoslavia al termine del conflitto, sarebbero risultati, meccanicamente e informaticamente, nati all’estero – spiega la risoluzione, segnalando come siano state le associazioni degli esuli a sollevare ripetutamente la questione. Il fatto, “oltre che a ferire la loro sensibilità – sottolinea la risoluzione, – determina anche diversi contrattempi di carattere pratico, facendoli risultare cittadini stranieri agli occhi degli erogatori di prestazioni sanitarie e complicando non poco la stesura di atti notarili in cui venga richiesto il codice fiscale”. Inoltre, “sempre secondo l’associazione degli esuli, il problema non sarebbe circoscritto esclusivamente ai codici fiscali, ma risulterebbe esteso a qualunque inserimento o elaborazione di dati che non preveda un’analisi di relazione tra la data di nascita, il luogo di nascita e la nazionalità del cittadino interessato”. Per questo motivo la Commissione impegna il Governo ad intervenire per dare esecuzione alla norma citata in premessa “adottando tutte le misure idonee al fine di garantire l’efficace e piena operatività dei relativi sistemi”. (Inform)

 

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