direttore responsabile Goffredo Morgia
Registr. Trib. Roma n.338/2007 del 19-07-2007
INFORMAZIONI DEL GIORNO – NEWS PER GLI ITALIANI ALL'ESTERO

IV Conferenza Permanente Stato-Regioni-PA-CGIE: dibattito su internazionalizzazione e sistema Paese

CGIE

 

ROMA – Alla IV Conferenza Permanente Stato-Regioni-PA-CGIE si è parlato del tema dell’internazionalizzazione e del sistema Paese con un dibattito aperto che è seguito alla parte propriamente istituzionale. Michele Schiavone (Segretario Generale CGIE) ha posto l’attenzione sull’importanza della comunicazione nell’affrontare la materia dell’internazionalizzazione e della promozione del sistema Paese. L’invito di Schiavone è stato dunque quello di ricalibrare tutti gli aspetti trattati nell’apertura istituzionale, guardandoli però dal punto di vista specificamente comunicativo. Vincenzo Arcobelli (consigliere CGIE USA) ha indirizzato a Petrocelli, quale rappresentante politico di una Commissione Esteri, la richiesta da far pervenire alla politica il fatto che l’assenza di un budget necessario per le politiche e la promozione non consente di essere competitivi rispetto ad altri Paesi come Germania, Francia, Inghilterra che a livello internazionale investono maggiormente credendo nel valore della promozione dei loro prodotti e delle tecnologie. “Parlamento e Governo devono intervenire per investire di più”, ha aggiunto Arcobelli plaudendo ai miglioramenti che pure ci sono stati con le cabine di regia. Arcobelli ha quindi ricordato un appuntamento ormai divenuto fisso in Texas che è quello della Conferenza dei ricercatori italiani sottolineando al contempo che tutti coloro che danno il proprio apporto all’italianità sono da considerare eccellenze: dallo studioso al pizzaiolo. “Il coinvolgimento non sia un qualcosa che dobbiamo chiedere noi: perché se si crede davvero ad una strategia comune per il sistema Paese, il cammino deve essere comune utilizzando rappresentanze come associazioni, Comites e CGIE”, ha rilevato Arcobelli riferendosi alle istituzioni. Il consigliere ha anche chiesto un radicale cambio di approccio verso gli italiani all’estero, auspicando per il Maeci una maggiore organizzazione e semplificazione in senso unitario. Arcobelli ha concluso la sua riflessione sottolineando la necessità di considerare gli italiani all’estero come una risorsa,  se si vogliono mantenere in maniera concreta associazioni, Comites e CGIE.  Giangi Cretti (CGIE/FUSIE) è tornato su quanto ripetuto in questi giorni dal consigliere Mariano Gazzola sul fatto che il sistema non è sistemico. In proposito Cretti ha segnalato come a queste tavole rotonde manchino alcuni protagonisti dei territori come l’Enit e le Camere di Commercio. Cretti ha anche ricordato come il riordino delle competenze tra Maeci e Mise abbia lasciato a quest’ultimo solo il controllo su Unioncamere che però non è a sua volta competente sull’internazionalizzazione per via della recente riforma: quindi le Camere di Commercio all’estero non sono soggette al Maeci pur avendo evidentemente necessità di fare rete con le sedi diplomatiche e con l’ICE. Cretti ha dunque auspicato che la cabina di regia possa essere davvero tale e agisca in maniera concreta. Il Consigliere ha poi rilevato come le risorse messe in campo per la nuova campagna lanciata dal Maeci, chiamata BeIT, probabilmente non saranno usufruite dai media italiani che da tempo si occupano di questioni legate a tutta quella parte d’Italia che è all’estero. “Non vorrei che lo stereotipo del migrante con la valigia di cartone .- ha concluso Cretti – fosse accantonato per un altro stereotipo: quello del giovane pieno di vitalità che non vede l’ora di andare all’estero, quando magari vi è costretto e vorrei invece che questa fosse una scelta”.  Il giornalista Franco Siddi ha evidenziato l’importanza di una buona comunicazione come aiuto per ogni attività. “E’ importante che ci siano cose utili da comunicare partendo da un principio di affidabilità”, ha spiegato Siddi ricordando ad esempio i tanti problemi legati all’amministrazione della giustizia in Italia con i suoi tempi notoriamente biblici che rappresentano un freno per il Paese. “Per il PNRR l’Italia ha dovuto assicurare l’Europa di intervenire su questi problemi realizzando così i progetti in tempi certi”, ha precisato il giornalista. (Simone Sperduto/Inform)

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