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INFORMAZIONI DEL GIORNO – NEWS PER GLI ITALIANI ALL'ESTERO

“Il ruolo dei territori per lo sviluppo del Turismo delle Radici”, webinar di Lavorare in Calabria e Unpli Calabria

ITALIANI ALL’ESTERO

 

ROMA – Si è svolto il 27 gennaio, in streaming sui canali social di Lavorare in Calabria, il workshop dal titolo: “Il ruolo dei territori per lo sviluppo del Turismo delle Radici”: un appuntamento a carattere internazionale che ha visto la presentazione di una ricerca scientifica sul tema, a cura della Prof.ssa Sonia Ferrari e della Dott.ssa Tiziana Nicotera dell’Università della Calabria. La ricerca è stata realizzata con il supporto del Ministero degli Affari Esteri (Dgit) che, attraverso tavoli tecnici di coordinamento e progetti, è impegnato nella valorizzazione e nello sviluppo di questa importante forma di turismo. Lo studio ha un carattere internazionale e coinvolge vari partner: l’Università di Mar del Plata, l’Università degli Studi di Torino, l’Unpli e le Pro Loco, partendo dalla Calabria come territorio ospitale ed accogliente.

Unpli Calabria, attraverso le Pro Loco, ha stilato un protocollo d’intesa con il Dipartimento di Scienze Giuridiche e Aziendali dell’Università della Calabria relativo al Turismo delle Radici. La Pro Loco si prefigge di sensibilizzare i residenti su questo importante tema, realizzare per ogni territorio coinvolto un censimento legato al patrimonio immateriale; ma anche documentare, attraverso interviste, repertori fotografici e documenti, le partenze di familiari ed i relativi arrivi, fino alla costruzione di itinerari delle radici. Nella ricerca sono coinvolti anche i comuni da dove sono partiti e ritornano molti emigrati calabresi.  Nell’incontro in  video conferenza sono intervenuti due referenti della ricerca scientifica, Sonia Ferrari e Tiziana Nicotera, il Presidente Unpli Cosenza, Antonello Grosso La Valle, e il Presidente Unpli Calabria, Filippo Capellupo, hanno partecipato al webinar anche il   Consigliere della Direzione Generale per gli Italiani all’Estero del Maeci, Giovanni Maria De Vita, il giornalista de Il Sole 24 ore Claudio Visentin, il CEO di Lavorare in Calabria (lavorareincalabria.it), Vittorio Andreoli, nonché i Sindaci di diversi Comuni: il Sindaco di San Giovanni in Fiore (CS), Rosaria Succurro; di Roccella Jonica (RC), Vittorio Zito; di Mangone (CS), Orazio Berardi; e il Presidente del Consiglio del Comune di Belvedere Marittimo (CS), Vincenzo Carrozzino.

La ricercatrice Sonia Ferrari ha spiegato come la loro ricerca sia stata portata avanti tramite finanziamenti del Maeci, partner accademici e associazioni internazionali con una base importante in Argentina: “la ricerca, che portiamo avanti da anni su indagini qualitative e su un tema trascurato fino a qualche anno fa, ha un senso se la si porta avanti con i soggetti che operano sui territori come i Comuni e le Pro Loco”, ha evidenziato Ferrari parlando quindi di “una forma di turismo importante e sostenibile per le destinazioni minori ed i piccoli borghi per capire meglio questi territori di origine”. Una parte della ricerca ha riguardato proprio la Calabria sottoponendo un questionario a diversi sindaci per capire meglio che sensibilità ci sia ad oggi su questo tema; la ricerca sarà replicata in Puglia e sarà utile comparare le due Regioni; c’è infine la ricerca specificamente rivolta all’Argentina (questionario in questo caso in italiano, spagnolo e inglese). Il Sindaco di Roccella Jonica, Vittorio Zito, ha parlato di un focus centrale negli emigrati di prima e seconda generazione: c’è una forte presenza di cittadini originari di Roccella in Argentina e Australia. Tra i cittadini illustri, Zito ha ricordato l’ex Ministro della Sanità argentino Hector Lombardo, originario proprio di Roccella che andò a far visita al suo Comune: “si emozionò leggendo l’estratto di nascita di suo padre”, ha raccontato il Sindaco. “Serve un’offerta turistica ben strutturata invitando questi emigrati a venire in primis in Italia e poi andare verso destinazioni come Roccella; serve anche un’offerta culturale e, da parte della Regione Calabria, occorre potenziare una funzione che gli compete, ossia mettere in campo azioni reali e concrete per legare gli emigrati di seconda e terza generazione al territorio riconoscendo in queste persone un asset strategico”, ha sottolineato Zito. Antonello Grosso La Valle, Presidente Unpli Cosenza, ha ricordato l’essenza sentimentale quale risorsa valoriale del territorio. “Oggi le Pro Loco hanno un ruolo importante e riconosciuto come attori territoriali che valorizzano i luoghi in cui operano. C’è anche tutto un patrimonio immateriale, negli usi e nelle tradizioni del luogo, che bisogna recuperare in maniera empirica insieme alle memorie di testi conservati e al coinvolgimento di quel segmento che è la cosiddetta terza età, quale memoria storica sulle partenze”, ha spiegato La Valle ricordando il protocollo d’intesa stilato proprio per recuperare questo settore. Filippo Capellupo, Presidente Unpli Calabria, ha ricordato che quando si parla di rientri bisogna tenere anche a mente che l’azione associativa di legame coi territori di partenza nasce già al finire dell’800 quando comincia la grande diaspora dal Meridione italiano verso il resto del mondo. “Abbiamo visto centri storici nel tempo abbandonati e oggi c’è un senso di recupero delle aree interne. Pensate a chi è andato in un’altra Nazione dove non sa neppure chi abiti nel suo stesso palazzo e quindi c’è bisogno di questo ritorno alla vicinanza, aspetto divenuto ancor più forte con la pandemia che ci ha riportato a valutare la necessità di sentirsi vicini”, ha spiegato Capellupo. La ricercatrice Tiziana Nicotera ha rilevato come la finalità ultima della ricerca sia delineare un modello di offerta sul territorio rispondente alle esigenze della domanda degli emigrati italiani: esigenze completamente diverse da quelle del turismo tradizionale. “Quindi dovremmo concentrarci sulle motivazioni che spingono queste persone ad effettuare il viaggio delle radici ma dovremmo anche imparare a stimolarle; poi capire il livello di soddisfazione e la loro capacità di promuovere l’Italia nella comunità che oggi le accoglie all’estero”, ha spiegato Nicotera definendo un dovere morale lo sviluppo di questo spirito di appartenenza attraverso questa forma di turismo. Dunque si tratta di una forma di turismo sostenibile ma c’è anche una connessione con altre forme di emigrazione, per esempio legata al cosiddetto svernamento di chi vive in zone dove il clima non è come quello italiano oppure legata alla condizione dei pensionati all’estero che potrebbero rientrare per periodi più lunghi. Chi sono gli stakeholders ossia i portatori di interesse? “Il Comune, la parrocchia, la stessa comunità dei residenti del luogo e chiunque possa avere un ruolo nell’aiutare queste persone a ricucire un legame con le proprie origini”, ha sottolineato Nicotera. Il Sindaco di S. Giovanni in Fiore, Rosaria Succurro, ha parlato di benefici notevoli per i territori oltre a quelli per coloro che effettuano il viaggio: quindi una forma importante per lo sviluppo economico dei territori. “Dalla ricerca usciranno anche storie, oltre ai numeri, e mi auguro che questi incontri possano ripetersi per la crescita dei territori”, ha aggiunto Succurro. Il Sindaco di Mangone, Orazio Berardi, ha ricordato come ai piccoli borghi sia demandato anche il compito di rivitalizzare la socialità andando oltre le sagre o le feste patronali: eventi sempre importanti che però non superano i confini locali avendo di solito poca attrattiva su larga scala. Berardi ha menzionato un appuntamento ad hoc escogitato dal suo Comune per far ritornare le persone a Mangone: la festa, preceduta da una campagna informativa, ricade simbolicamente nel periodo della festa patronale. Il giornalista Claudio Visentin ha parlato di turismo efficacie, non competitivo rispetto a quello tradizionale, e con ricadute positive. “Sempre più territori sono interessati da questo fenomeno iniziato in Calabria, che ha ormai risalito tutto l’Appennino. C’è però bisogno di redigere un prontuario di buone pratiche che ogni Comune possa adottare”, ha spiegato Visentin sottolineando come si possano creare progetti comuni tra diverse località proprio perché questo turismo non prevede che i diversi attori siano tra loro concorrenti. I Comuni possono giocare anche un ruolo importante avendo adesso a disposizione uno strumento come la legge istitutiva del bonus 110% per la riqualificazione di beni immobili. “La digitalizzazione dei documenti storici, che andrebbe finanziata, sarebbe utile ai Comuni e permetterebbe di scrivere a quelle persone che hanno interesse in quella località nella ricerca delle origini”, ha evidenziato Visentin. Il Presidente del Consiglio di Belvedere Marittimo, Vincenzo Carrozzino, nonché esponente del movimento associativo USEI, ha lamentato quanto a volte in Calabria le istituzioni non siano così sensibili a questo legame come lo sono invece i connazionali all’estero. “La voglia dei nostri corregionali di tornare nei paesi di origine è forte e noi probabilmente non facciamo molto per favorire questo”, ha aggiunto Carrozzino.

Giovanni Maria De Vita, consigliere della Direzione Generale per gli Italiani all’Estero del Maeci, ha parlato di un percorso che si sta definendo, molto importante, nella misura in cui tende a fornire i primi strumenti concreti allo sviluppo del fenomeno del turismo delle radici che può avere valenze decisive per la ripresa del settore turistico, gravemente colpito dalla crisi pandemica; fenomeno importante, anche perché si rivolge a un pubblico che non è interessato principalmente al cosiddetto mainstream turistico, andando invece nei piccoli borghi per rintracciare le proprie origini. “Ho raccolto in questi anni storie molto belle, anche di terze e quarte generazioni e quindi di oriundi, ossia di persone che scoprivano questi borghi sviluppando esperienze incredibili sotto l’aspetto emotivo, ma ce n’è anche uno pratico di aspetto – ha spiegato De Vita – ossia occorre iniziare a guardare al turista delle radici con professionalità e con servizi adeguati coinvolgendo gli enti locali in modo organico”. Questa, ricorda De Vita, è stata la finalità che nel 2018 ha portato a convocare presso il Maeci realtà come Raìz Italiana, Asmef, Enit più tutti coloro che sono coinvolti nella promozione di questo turismo. “In quell’occasione al Maeci c’erano enti locali, associazioni di categoria ed enti accademici: quindi si è trattato di un primo forum di discussione che ha raccolto 24 sigle. Nell’ultima edizione, quella del 2020 svolta a distanza, hanno partecipato ben 60 sigle riscuotendo quindi grande interesse”, ha precisato De Vita che ha voluto sottolineare come il Maeci sia attivo in questo settore perché grazie alle sue strutture diplomatiche sparse ovunque nel mondo può fungere facilmente da cassa di risonanza per iniziative attivate nei territori italiani. “Parliamo di una platea importante di circa 80 milioni di persone italo-discendenti nel mondo: un potenziale che altri Paesi non hanno. Occorre venire incontro all’esigenza di un cittadino oriundo, che ormai fa parte di una società spesso multietnica cui ha contribuito,  che è interessato a riscoprire le proprie origini. Il nostro tavolo vuole favorire lo scambio di informazioni e le buone prassi per permettere di affinare l’offerta dando un servizio soddisfacente al turista delle radici. E’ un tipo di turista che va trattato coi guanti di velluto, al quale fornire tutta una serie di informazioni che sono il motivo stesso del suo viaggio: i turisti delle radici vanno per esempio a vedere i cimiteri perché vogliono scoprire dove sono sepolti i propri antenati”, ha spiegato De Vita invitando tutti a lavorare sul coordinamento anche a livello regionale: quindi sui trasporti e sulla formazione. “Come Maeci abbiamo avviato tutta una serie di iniziative specifiche: uno studio mirato per tracciare l’identikit di questi turisti e per la formazione sul territorio, in collaborazione con l’Università della Calabria che ha lanciato il primo master per formare operatori dedicati al turismo delle radici; siamo anche sostenitori di una ricerca che è promossa dall’Associazione AsSud; abbiamo poi sostenuto finanziariamente una collana di guide sul turismo delle radici realizzata da Raìz Italiana e tradotta in inglese, spagnolo, portoghese e francese: il primo numero è stato dedicato a Puglia, Basilicata, Abruzzo ed Emilia Romagna ma sta per uscire anche una seconda edizione con Calabria, Lombardia, Molise e Sicilia”, ha sottolineato De Vita che ha voluto concludere con un pensiero al Comune di San Giovanni in Fiore quale simbolo del sacrificio dei calabresi nel mondo, ricordando la tragedia mineraria del 1907 a Monongah (in Virgina Occidentale negli Usa) con la morte di 37 sangiovannesi: un evento ancora presente nella memoria collettiva della Calabria. (Simone Sperduto/Inform)

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