GOVERNO
Il PNRR ci consente di investire in progetti di lungo termine e migliorare la sostenibilità ambientale e sociale delle nostre infrastrutture
Prezzi dell’energia elettrica, il governo sta preparando un intervento di ampia portata nei prossimi giorni
GENOVA – Il Presidente del Consiglio Mario Draghi è stato ieri in visita a Genova. Al Porto ha incontrato le autorità locali, ha potuto visionare i lavori per lo sviluppo della città ed è intervenuto a Palazzo San Giorgio insieme agli altri rappresentanti istituzionali. Si è poi recato alla Radura della Memoria, dove ha incontrato i parenti delle vittime del crollo del Ponte Morandi e ha partecipato al momento di preghiera officiato dall’Arcivescovo di Genova Mons. Marco Tasca. La giornata si è conclusa con la visita al cantiere del Terzo Valico ferroviario. A seguire, l’intervento del Presidente Draghi a Palazzo San Giorgio.
Grazie per il calore che mi avete dimostrato, grazie per le splendide parole dette da chi mi ha preceduto. Vi devo dire che è un gran piacere essere qui per me oggi. Ero venuto a Genova tante volte, ma erano sempre state visite rapide. L’arrivo di oggi mi ha fatto scoprire una città che non conoscevo assolutamente.
Voglio ringraziare il Presidente Toti, il Sindaco Bucci, il Prefetto Franceschelli, il Presidente Signorini, tutte le autorità e voi cittadine e cittadini. Oggi è veramente un enorme piacere essere qui, nel Palazzo San Giorgio, questo straordinario eroico presidio marittimo della città. Voglio di nuovo ringraziarvi per tutto ciò.
Come ricorda la sua facciata, Palazzo San Giorgio è il “Palazzo del mare”. È stato sede delle magistrature dei traffici portuali, della dogana, del Banco San Giorgio, e infine dell’Autorità portuale. Testimonia il rapporto profondo tra Genova e il mare – un rapporto che ha segnato, non solo la storia di Genova, ma la storia d’Italia. L’intraprendenza e l’ingegno dei mercanti hanno reso la Repubblica di Genova una delle grandi potenze del Mediterraneo. Da Quarto, sulle navi a vapore dell’armatore genovese Rubattino, “i Mille” sono partiti verso la Sicilia per unire la nostra penisola. Nei cantieri genovesi sono state costruite alcune delle imbarcazioni più celebri della nostra storia marittima, come i transatlantici Rex e Michelangelo che popolavano i sogni della mia infanzia, non la vostra. Ed è anche grazie alle navi che caricano e sbarcano merci – in questo, come negli altri porti italiani – che la nostra industria si è affermata in Europa e nel mondo.
La storia recente di Genova – e il coraggio di voi genovesi – ci mostrano soprattutto come ripartire dopo una tragedia. Se dovessi riassumere le parole di coloro che mi hanno preceduto, e anche il senso un po’ del mio intervento oggi, direi che stiamo parlando di un sogno che sta diventando realtà. Penso a come Genova ha reagito alla tragedia del Ponte Morandi. Voglio esprimere di nuovo la vicinanza del Governo e mia personale ai familiari delle 43 vittime, ai feriti, ai loro cari. Oggi, come quattro anni fa, il loro dolore è il nostro dolore. E voglio ringraziare la struttura commissariale, le autorità locali, il Senatore Renzo Piano e tutti coloro che sono stati coinvolti nell’opera di ricostruzione. Un esempio di collaborazione, rapidità, concretezza che è diventato un modello per tutta l’Italia. Sul viadotto Genova-San Giorgio e sulle strade che vanno verso il porto transitano ogni anno centinaia di migliaia di tir e automobili. Se si escludono i passeggeri locali, dal porto di Genova, come ci diceva ora il Presidente Signorini, passa più del 10% delle persone in transito nei porti italiani – 3,5 milioni nel 2019. Soltanto nel 2020, sono transitate 44 milioni di tonnellate di merci. Il porto di Genova insomma, e quello di Savona, è il primo in Italia per traffico di container da e verso terra, con un terzo del totale nazionale.
La velocità e l’efficienza dello scalo portuale sono fondamentali per le nostre esportazioni e per l’intero settore produttivo. Oggi, il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza, insieme al Programma Straordinario, ci consentono di rendere il Porto di Genova ancora più competitivo e sicuro. È un investimento sulla città, e sull’industria regionale sì, ma nazionale anche. L’Italia è diciannovesima al mondo per tempi e costi associati alla logistica, anche a causa degli oneri burocratici e dei ritardi nello sviluppo digitale. Dobbiamo abbattere questi ostacoli, cogliere a pieno i vantaggi offerti dall’aumento degli scambi commerciali.
In particolare, vogliamo ampliare le infrastrutture, per accogliere un traffico sempre maggiore. Vogliamo migliorare la connessione tra porti, reti stradali, ferrovie, anche per far fronte alla concorrenza degli altri porti mediterranei e di quelli nord-europei. Accelerare la digitalizzazione di tutta la catena logistica, per favorirne la flessibilità, ridurre le inefficienze. E semplificare i procedimenti amministrativi per agevolare i flussi.
Il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza ci consente di investire in progetti di lungo termine e migliorare la sostenibilità ambientale e sociale delle nostre infrastrutture. Nel caso del Porto di Genova, impieghiamo 500 milioni per la nuova diga foranea, per consentire l’accesso a navi di nuova generazione, rafforzare la sicurezza, facilitare le manovre. È quello che il sindaco mi ha mostrato pochi minuti fa, arrivando qui. Semplifichiamo le procedure per la pianificazione strategica, riformiamo le regole per le concessioni. Investiamo nell’alta velocità e nel potenziamento del nodo ferroviario di Genova – un cantiere già avviato. I lavori sono in corso anche per quanto riguarda il “Terzo Valico”, un investimento da 7,4 miliardi di euro per velocizzare i collegamenti con il nord Italia e il resto d’Europa. Un investimento, che come dicevo prima al sindaco, cambierà radicalmente la città di Genova. Sempre con il PNRR, procediamo con l’elettrificazione delle banchine, come ha appena ricordato il Presidente Signorini, per ridurre l’inquinamento atmosferico e acustico di tutta l’area. Tutte queste misure creeranno nuove opportunità di lavoro per migliaia di persone per l’intera Regione.
Il porto non è soltanto una zona economica ma è, prima di tutto, parte della città. Voglio ricordare le parole di un sindaco di Genova, tra i protagonisti della trasformazione del Porto conclusa con l’EXPO del 1992 – Cesare Campart. Per Campart, Genova doveva recuperare la valenza del mare, “sia per quanto concerne il suo porto, sia per quello che riguarda una vivibilità complessiva della città”. Occorreva, ragionava sempre il sindaco, “attivare industrie compatibili con l’ambiente migliorato”. L’EXPO segnò un momento di svolta, a partire dall’abbattimento del muro che separava l’area portuale. Con l’ampliamento della Via del Mare, l’ammodernamento delle vecchie strutture, la creazione di nuove – come l’Acquario -, il Porto Antico è rinato come centro turistico e culturale.
La stessa prospettiva di sviluppo sostenibile deve continuare a guidare i nostri sforzi. La crescita del porto passa anche attraverso il miglioramento della qualità della vita per i cittadini. Per questo, sempre nel PNRR, sono previsti interventi per riqualificare diversi quartieri. Come proposto dal Comune e dalla Regione, investiamo oltre 130 milioni di euro per ristrutturare edifici e recuperare immobili confiscati alla mafia e per costruire alloggi popolari; per favorire associazioni culturali senza fini di lucro; per aiutare con specifiche agevolazioni i giovani che vogliono vivere vicino al porto.
Far crescere l’area portuale di Genova vuol dire scommettere sul potenziale di questa città. Sulla capacità del nostro Paese di essere protagonista nel Mediterraneo e nel mondo. Vuol dire creare occupazione e nuove opportunità per i giovani. E dimostrare che interventi di questa portata possono essere realizzati nel rispetto dell’ambiente e andare di pari passo con il miglioramento dei servizi per i cittadini. Per una città ancora più vivibile e sempre più vicina al mare. “Genova sempre nuova, vita che si ritrova”, scriveva il poeta Giorgio Caproni nel suo celebre tributo alla città. Il mio auspicio è che lo stesso spirito di rinascita che oggi vediamo a Genova possa continuare a pervadere tutta l’Italia negli anni cruciali che abbiamo davanti.
Dicevo prima, il senso di queste parole, delle parole di chi mi ha preceduto, è quello di descrivere un sogno che sta diventando realtà. Prima però di concludere, devo dire che il governo non dimentica il presente. E il presente oggi ci fa vedere una realtà caratterizzata dalle difficoltà che famiglie e imprese hanno per i prezzi dell’energia elettrica. E volevo utilizzare questa circostanza per dire che il governo sta preparando un intervento di ampia portata nei prossimi giorni.
Il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza appartiene a tutti gli Italiani. Dobbiamo portarlo avanti con unità, con fiducia, con determinazione. Lo scorso anno abbiamo raggiunto tutti gli obiettivi previsti. Lo stesso accadrà quest’anno. È una questione di serietà – verso i cittadini, e i nostri partner europei. Ed è una questione di affidabilità – perché la crescita sostenuta, equa, sostenibile è il miglior custode della stabilità.
Un’Italia affidabile, fiduciosa nelle proprie straordinarie capacità; un’Italia dei giovani e delle donne; un’Italia che non dimentica i deboli e protegge gli anziani; un’Italia dove c’è spazio per il futuro. Questa è l’Italia per cui lavoro, per cui tutti noi dobbiamo batterci. Perché la storia d’Italia passa da tutti noi. Grazie. (Inform)