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INFORMAZIONI DEL GIORNO – NEWS PER GLI ITALIANI ALL'ESTERO

“Il patrimonio culturale in Abruzzo e i viaggiatori di ritorno”, l’intervento del giornalista e scrittore Goffredo Palmerini

ITALIANI ALL’ESTERO

 

L’AQUILA – La Fondazione Carispaq e l’Associazione Dimore Storiche Italiane hanno organizzato nei giorni scorsi l’incontro “Il patrimonio culturale in Abruzzo e i viaggiatori di ritorno. Radici e identità”, è stato presentato anche il volume “Dimore Storiche in Abruzzo – Storia identità e patrimonio culturale privato”. L’evento è stato promosso per fare il punto sulla sostenibilità dei territori riguardo uno specifico modo di viaggiare: quello dei viaggiatori di ritorno. Un tema d’attualità a livello nazionale dettato dal progetto del PNRR sul “Turismo delle Radici”. Il volume “Dimore storiche in Abruzzo – Storie, identità e patrimonio culturale privato”, commissionato da ADSI Abruzzo a Carsa Editore, è curato da Andrew James Hopkins, docente di Storia dell’Architettura all’Università degli Studi dell’Aquila. Nel suo intervento Goffredo Palmerini, giornalista corrispondente dall’estero e scrittore, ha voluto sottolineare come il tema dell’emigrazione italiana sia connesso a tutto ciò di cui si è dibattuto nell’incontro: un qualcosa che ha potuto toccare con mano non solo professionalmente ma anche come referente, in passato, degli abruzzesi nel mondo a livello associazionistico. “Il turismo delle radici è una delle opportunità di ciò che può essere possibile con un rapporto maturo delle istituzioni con le nostre comunità nel mondo”, ha rilevato Palmerini definendo questa comunità come “un’altra Italia ben più grande di quella che sta dentro i confini” riferendosi soprattutto ai circa 80 milioni di oriundi e italo-discendenti stimati nel mondo. “Hanno dimostrato, in quei Paesi, di avere la schiena dritta e di essere rispettosi delle leggi”, ha aggiunto Palmerini sottolineando come l’emigrazione italiana abbia dimostrato di possedere valori che possono essere di esempio. “Abbiamo avuto con questa ‘altra Italia’ un rapporto complicato all’interno delle nostre istituzioni. Per certi versi è stato un rapporto un po’ trascurato e con qualche sottile forma di rimozione del problema. Invece, da qualche anno a questa parte, c’è un recupero di attenzione sulla storia della nostra emigrazione”, ha spiegato Palmerini chiedendosi però quando finalmente i nostri libri di didattica si occuperanno di storia dell’emigrazione: insomma, una pagina di storia troppo spesso trascurata o relegata al massimo a qualche timido accenno nonostante l’impatto politico, sociale ed economico che ha avuto non solo sull’Italia. “Hanno desiderio di essere conosciuti e riconosciuti”, ha aggiunto il giornalista riferendosi sempre alle comunità italiane nel mondo discendenti di quella emigrazione di cui sopra, a volte invisibile ai manuali di storia. Palmerini ha poi menzionato quegli ‘italici’ di cui parla Bassetti, che sono persone che si sentono connesse sentimentalmente o culturalmente all’Italia pur non avendo legami di sangue. “L’Italia deve maturare in questo senso e saper investire nel suo petrolio”, ha aggiunto il giornalista dando spazio a una metafora che ben rende il concetto e ricordando come questo giacimento straordinario sia composto da tanta arte e cultura che non se ne trova altrove. Palmerini ha anche riflettuto sul fatto che, di fronte a una congiuntura complicata come quella attuale o comunque degli ultimi anni, diventa difficile anche ragionare in termini di visione. “Invece in questo particolare argomento del turismo delle radici nel maggio 2018 il Ministero degli Esteri – insieme a Raíz Italiana, Enit e ASMEF – promosse una riflessione che ha portato poi a questo investimento pluriennale sul tema del turismo delle radici”, ha aggiunto il giornalista parlando di un argomento che sembra avere un medio-lungo respiro e non essere quindi un qualcosa di episodico. (Inform)

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