BRUXELLES – Per il ciclo “Una finestra sull’Italia: film e dibattiti sull’Italia contemporanea” domani all’Istituto Italiano di Cultura di Bruxelles sarà proiettato il documentario di Michele Fasano “In me non c’è che futuro. Ritratto di Adriano Olivetti” (2011) . Fasano, allievo di Tonino Guerra, si serve di filmati e foto d’archivio per ripercorrere la sorprendente parabola di una multinazionale atipica. Il documentario sarà proiettato alle ore 19 in versione originale senza sottotitoli. Ingresso libero ma prenotazione obbligatoria (http://www.eventbrite.com/event/5642811802# ). L’IIC è in rue Livourne 38.
La proiezione sarà preceduta dalla presentazione del direttore dell’Istituto Italiano di Cultura Federiga Bindi, del regista Michele Fasano, e del presidente della Fondazione Olivetti Laura Olivetti.
C’è stato un momento, a metà degli anni ’60 del XX secolo, in cui un’azienda italiana ebbe l’occasione di guidare la rivoluzione informatica mondiale. Una rivoluzione tecnologica che ebbe le sue radici in una rivoluzione culturale e sociale, in un modello industriale pensato al di là di Socialismo e Capitalismo, che il suo promotore, Adriano Olivetti, aveva cominciato a sperimentare sin dagli anni ’30 a Ivrea, in provincia di Torino. La Olivetti divenne l’azienda italiana con il maggior successo internazionale. Una multinazionale atipica: con un forte radicamento territoriale, caratterizzata da politiche sociali avveniristiche, formazione permanente e attività culturali di respiro internazionale, che furono il segreto del suo successo e non la conseguenza filantropica o mecenatistica dei suoi profitti. (Inform)