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INFORMAZIONI DEL GIORNO – NEWS PER GLI ITALIANI ALL'ESTERO

Giorno del Ricordo, visita del Premier Meloni a Trieste e alla Foiba di Basovizza

ISTITUZIONI

 

ROMA – Il Presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, è intervenuta alla cerimonia del Giorno del Ricordo presso la “Foiba di Basovizza”. Successivamente, alla Stazione centrale di Trieste, Meloni ha partecipato all’inaugurazione del “Treno del Ricordo”. Il Treno del Ricordo, un treno storico appositamente allestito con una mostra multimediale, parte da Trieste per un viaggio che toccherà numerose città (Venezia, Milano, Torino, Genova, Ancona, Bologna, Parma, La Spezia, Firenze, Roma, Napoli) per ripercorrere idealmente quello compiuto dagli esuli istriani, fiumani e dalmati, e si concluderà il 27 febbraio a Taranto. Il progetto “Treno del Ricordo” rientra nell’ambito delle commemorazioni programmate dal Comitato di coordinamento per le celebrazioni del “Giorno del Ricordo”, istituito presso la Presidenza del Consiglio dei Ministri con decreto del Presidente Giorgia Meloni, con il compito di assicurare un’efficace e coordinata programmazione delle iniziative e delle cerimonie proposte ed organizzate dalle singole amministrazioni con il coinvolgimento delle associazioni, degli enti e delle diverse realtà della società civile. “Sono venuta diverse volte qui a Basovizza- ha esordito nel suo intervento il Premier Meloni – a rendere omaggio a questo Sacrario: ogni volta che l’ho fatto me ne sono andata con qualcosa di più nel cuore. Perché questo è un luogo del cuore, è un luogo che ti dona sempre qualcosa di prezioso”. Meloni ha poi sottolineato come l’istituzione del Giorno del Ricordo abbia spazzato l’oblio e l’indifferenza che per decenni ha avvolto la tragedia delle foibe e il dramma dell’esodo. “Uno dei padri della nostra Nazione, Giuseppe Mazzini, – ha continuato Meloni dopo aver ribadito il suo impegno affinché venga trasmesso alle future generazioni il testimone del ricordo –  diceva che la Patria è la famiglia del cuore. È una storia di famiglia quella di Monsignor Ugo Camozzo, ultimo vescovo di Fiume italiana. Lasciando Fiume, per sfuggire ai controlli e alle perquisizioni della polizia titina, tagliò in tre pezzi il suo Tricolore e lo nascose in tre valigie differenti. Con la parte verde avvolse il calice, con la parte bianca un Vangelo, con la parte rossa una Bibbia. Arrivato in Italia, ricucì la bandiera. Morirà da esule a Pisa e verrà sepolto con una croce e la bandiera di Fiume sul cuore”.

“Siamo qui per ricordare degli innocenti trucidati ma siamo qui anche per chiedere ancora una volta perdono a nome delle istituzioni di questa Repubblica per il silenzio colpevole che per decenni ha avvolto le vicende del nostro confine orientale”, ha aggiunto Meloni. “L’Italia – ha ricordato il Premier – a lungo non ha ricambiato quell’amore. Torna alla mente il treno partito da Ancona nel febbraio del ‘47, che conduceva gli esuli partiti da Pola nei vari campi profughi. Quando quel treno si fermò nella stazione di Bologna, venne preso a sassate”. Meloni ha poi parlato di una verità storica quale patrimonio da condividere anche con i popoli delle Repubbliche di Slovenia e Croazia, con lo stesso spirito di pacificazione che ha portato le città di Gorizia e Nuova Gorizia a condividere l’assegnazione del titolo di Capitale europea della Cultura del 2025. Meloni ha anche menzionato il dato storico della ricorrenza del ventesimo anniversario della legge 92/2004, che istituisce il Giorno del Ricordo. “Fu una legge spartiacque, che ha permesso di scrivere pagine di storia che non erano mai state scritte e ha consentito in questi vent’anni di compiere tanti passi in avanti”, ha concluso Meloni sottolineando che “grazie a quella legge il fiume carsico del ricordo è emerso in superficie e oggi risplende in tutta la sua bellezza alla luce del sole”. Il Premier ha anche segnalato che il progetto del Museo nazionale del Ricordo sorgerà a Roma. (Inform)

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