LIBRI
Deirdre Cornell, l’autrice americana che assiste i migranti nello Stato di New York, riflette sul rapporto tra migrazione e cristianesimo
PADOVA – “Gesù era un migrante”. Il libro di Deirdre Cornell (Edizioni Messaggero Padova) attualizza i racconti evangelici sul significato profondo e universale della migrazione, in un momento storico in cui il tema delle migrazioni e dei profughi riempie, come in queste settimane, il dibattito politico di tutto il mondo e scuote le coscienze. Il mondo è pieno di migranti e rifugiati le cui storie drammatiche sono impossibili da ignorare. E Gesù stesso era un migrante.
Il libro contiene riflessioni sulla Sacra Scrittura e sulla esperienza ultraventennale di lavoro con migranti e immigrati dell’autrice. Senza ignorare i problemi che il fenomeno migratorio presenta, l’autrice lo rilegge in un’ottica cristiana, coniugando esperienze personali, teologia e spiritualità, riflettendo sulla vita dei migranti in rapporto alla vita cristiana, e su come le tribolazioni che accompagnano il viaggio dei migranti possano anche essere fonte di benedizione, per loro stessi e per la società che li accoglie.
“La tradizione giudaico-cristiana possiede un ricco tesoro di memorie in cui il cammino del popolo eletto da Dio è strutturato da migrazioni individuali e collettive – scrive Cornell – Gesù apparteneva a un popolo segnato in modo indelebile da storie di Esodo e di esilio. La sua vita e il suo ministero sono incorniciati da quelle storie. Da duemila anni, avendo i cristiani fatto proprie le grandi storie bibliche sulla mobilità umana, la migrazione ha avuto un ruolo di primo piano nella nostra fede”.
E ancora: “In vari paesi e comunità l’immigrazione è divenuta questione difficile, spinosa e fonte di divisione. Secondo l’Organizzazione Internazionale per le Migrazioni, migranti e immigrati sono oggi più di duecento milioni, l’equivalente della popolazione del Brasile, quinto paese più grande del mondo. La situazione in alcune parti del pianeta ha raggiunto livelli di crisi, creando problemi di coscienza ai credenti di tutte le denominazioni religiose. La mobilità umana è un “segno dei tempi”, un fenomeno che ci rivela il nostro mondo d’oggi. Mentre la globalizzazione accelera il ritmo dell’emigrazione, noi uomini e donne delle più diverse fedi attingiamo alle nostre rispettive tradizioni per trovare risposte che possano guidarci nel nostro operare per la pace e la concordia tra i popoli. È ovvio che incontriamo delle difficoltà. Come potrebbe essere facile formulare leggi e adottare comportamenti che tengano conto di una simile complessità? A differenza delle nostre politiche, i nostri cuori possono elevarsi, purificarsi. I nostri confini possono non aprirsi… ma i nostri cuori sì. Anche noi possiamo “migrare”, avvicinandoci alla visione evangelica di giustizia e pace”. Deirdre Cornell è vissuta per tre anni in Messico svolgendo opera di missionaria laica di Maryknoll e da decenni assiste lavoratori migranti nel nord dello Stato di New York, dove vive con il marito Kenny e cinque figli. È autrice di American Madonna. Crossing Borders with the Virgin Mary (2010). (Inform)