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Registr. Trib. Roma n.338/2007 del 19-07-2007
INFORMAZIONI DEL GIORNO – NEWS PER GLI ITALIANI ALL'ESTERO

Farnesina, presentato in modalità online il Progetto sul Turismo delle Radici

ITALIANI ALL’ESTERO

 

 

ROMA – E’ stato presentato dalla Farnesina in modalità online il progetto sul turismo delle radici promosso dalla Direzione Generale per gli Italiani all’Estero . Luigi Maria Vignali (Direttore Generale per gli Italiani all’Estero) ha parlato di “un grande progetto che prende avvio nell’ambito del PNRR: progetto importante per ambizione e articolato in tanti filoni”, ha spiegato Vignali che punta a incidere nella percezione stessa delle nostre collettività estere. Vignali è andato oltre affermando che questo non riguarda “solo connazionali che chiedono servizi dovendo divenire uno strumento d’impresa del nostro Paese”. Dunque grazie al turismo delle radici posto in essere sul campo “l’obiettivo è dare linfa a un piano che abbiamo già strutturato: già da oggi e nelle prossime settimane lavoreremo per dargli un importante valore aggiunto”, ha sottolineato Vignali consegnando queste parole ad un breve videomessaggio di saluti iniziali. Il Coordinatore del tavolo tecnico per il turismo delle radici, Giovanni De Vita ha a sua volta evidenziato l’importanza di un progetto che nasce insieme a realtà come Asmef e Raìz Italiana ad Enit. Sono già trascorsi quasi cinque anni dal primo tavolo tecnico e sono stati nel frattempo raccolti aspetti importanti da sviluppare con l’aiuto di tutte le componenti in campo. De Vita ha anche ricordato l’avvio recente di un Master sul turismo delle radici promosso dall’Università della Calabria. Un’altra ricerca importante è quella condotta dalle Università di Mar del Plata e di Torino per delineare l’identikit del turista delle radici che è un turista particolare. “Sarà anche un’opportunità per riallacciare i rapporti con le collettività estere. E’ stata creata la figura del coordinatore del turismo delle radici – ha spiegato De Vita menzionando quindi il proprio ruolo – che sarà affiancato dai coordinatori regionali”. Il dirigente Maeci ha altresì parlato dell’importante figura dell’esperto in comunicazione “affinché si renda identificabile e omogeneo il progetto a livello di percezione; ai coordinatori regionali spetterà invece il compito di relazionarsi con gli enti locali”, ha precisato De Vita sottolineando quindi l’importanza della formazione degli operatori, attraverso per esempio strumenti come il già menzionato master universitario. Il progetto sarà però anche un sostegno all’occupazione giovanile. “Stiamo preparando bandi per giovani under 35 che vorremmo formare e che saranno parte dei gruppi coordinati capaci di incidere sui territori. Le ATS (associazioni temporanee di scopo, ndr) saranno un punto di riferimento per la raccolta dati e per il monitoraggio con la rete universitaria”, ha aggiunto De Vita puntando alla sensibilizzazione sul tema dell’emigrazione all’interno degli istituti scolastici perché ad oggi “il fenomeno dell’emigrazione è solo parzialmente conosciuto dall’opinione pubblica italiana”. Il coordinatore del progetto ha illustrato anche il ruolo dei comuni ai quali sarà chiesto di trovare figure specifiche per la gestione degli archivi comunali utili a rintracciare le radici familiari nonché per la digitalizzazione dei documenti finalizzati alla ricerca genealogica: “questo è il primo passo che compie un turista delle radici quando affronta il viaggio alla scoperta delle sue origini”. C’è anche un altro obiettivo da raggiungere ossia “la formazione di una nuova classe di imprenditori e consulenti specializzati in turismo delle radici che possano sviluppare iniziative autonome riconosciute a livello regionale”, ha aggiunto De Vita ricordando prodotti già disponibili come la collana ‘Guida alle Radici Italiane’ giunta al secondo volume, mentre è in preparazione il terzo. De Vita ha auspicato la creazione di una piattaforma virtuale che possa portare anche alla valorizzazione della rete museale sull’emigrazione. “Un passaporto delle radici potrebbe essere un documento o un codice digitale che consente sconti speciali, dai servizi di accoglienza all’enogastronomia fino ai trasporti locali e nazionali. Avremo dei fondi da dare a chi aderirà a iniziative destinate ai turisti delle radici per corsi di lingua o di artigianato”, ha spiegato De Vita evidenziando come la campagna di comunicazione partirà nel momento in cui tutto sarà davvero pronto sul campo per la dovuta accoglienza di questi turisti le cui esigenze sono sensibilmente diverse da quelle di un turista mainstream. “Pensiamo al 2024 come l’anno del turismo delle radici: sarà un evento di richiamo importante per l’immagine del Paese. Sarà anche creazione di occasioni per ripopolare i piccoli borghi”, ha concluso De Vita.

Michele Schiavone (Segretario Generale Cgie) ha espresso soddisfazione per la fase di programmazione reale cui è giunto il progetto sul turismo delle radici. Ha però invitato a capire meglio come coinvolgere chi vive fuori dall’Italia ad oltre un mese di distanza ormai dalla quarta assemblea plenaria Stato-Regioni-PA-Cgie di dicembre nella quale si è discusso anche di questo tema. L’idea espressa da Schiavone è quella di coinvolgere mondo associativo, Comites e Cgie: “soggetti che hanno esperienza e che avrebbero interesse ad avere un ruolo da protagonisti per coinvolgere il numero esponenziale di 6 milioni e mezzo di residenti all’estero e di 80 milioni di italo-discendenti”, ha spiegato Schiavone riflettendo sul fatto che oggi si viaggia però per ragioni diverse rispetto al mero amarcord basato sulla nostalgia. Quindi si viaggia per esigenze di varia natura legate all’attualità, non ultime le esperienze di scambio studio-lavoro per i più giovani. “Mi auguro che il progetto decollerà per gli sforzi fatti finora affinché ci sia un flusso continuo di nostri connazionali che tornino in Italia per diverse ragioni”, ha aggiunto Schiavone parlando del coinvolgimento del Cgie nella cabina di regia affinché “si possa ragionare sulle modalità di coinvolgimento di chi vive fuori dall’Italia”. Luigi Scaglione (coordinamento consulte regionali) ha ricordato come nella Conferenza permanente siano già emerse iniziative volte al sostegno di questo progetto che hanno però bisogno di un coordinamento operativo. “E’ stato già chiesto alle giunte regionali di fare sintesi perché non tutte le regioni hanno un coordinamento: è un’esigenza fondamentale così come lo sarà lo spazio che potrà esserci per progetti interregionali, come ad esempio quello del Festival delle Spartenze”, ha spiegato Scaglione evidenziando come l’interregionalità degli eventi sia un elemento nuovo per catalizzare il turismo su più territori. Silvia Alciati (Cgie-Brasile) ha ricordato l’apertura dei musei in maniera gratuita per i residenti all’estero. che potrebbe essere molto apprezzata all’interno di un viaggio delle radici, grazie alla volontà del Ministro Franceschini. Fondamentale per Alciati sarà anche il ruolo degli archivi italiani, nonché il giusto riconoscimento della cittadinanza e l’erogazione di altri servizi evitando possibili intermediari. Norberto Lombardi (Cgie-Pd) ha parlato di una campagna informativa da parte del Ministero della Cultura e del Maeci che possa andare a favore degli utenti, sottolineando il fascino per la storia e la cultura italiana che c’è nelle giovani generazioni di emigrati o la possibilità di visitare luoghi tipici. “Ho però la sensazione che l’anello debole di questa catena complessa sia nei comuni e in quelli che maggiormente sono colpiti dallo spopolamento in quanto meno attrezzati dal punto di vista burocratico e dei servizi”, ha rilevato Lombardi.

Michele Mondolfo (operatore e consulente nel settore turistico) ha parlato dell’importanza di valorizzare le professionalità già esistenti nel turismo delle radici per un coordinamento tra territori. Fiorello Primi (Borghi più Belli d’Italia) ha chiesto di capire meglio come coinvolgere i comuni in questo progetto articolato chiarendo bene a quali fondi i comuni potranno accedere e in quali forme. “I comuni più piccoli e spopolati hanno strutture amministrative e operative più scarne”, ha spiegato Primi puntando sul ruolo di attività volte a far compiere un salto di qualità a questi comuni. Il rappresentante di Eduitalia ha invitato a riflettere sul contributo rappresentato dagli studenti, affinché oltre allo studio possano visitare anche i propri luoghi di origine. Eleonora Principe (assessore comune Sommacampagna) ha ricordato come il proprio comune abbia all’attivo già qualche anno nell’ottica del turismo delle radici avendo posto le basi per arrivare a questo obiettivo. “Abbiamo riordinato l’archivio storico comunale mettendo anche a disposizione sul sito le foto custodite dai cittadini”, ha spiegato Principe chiedendo chiarimenti circa il bando peri borghi del Ministero della Cultura rivolto ai comuni sotto i 5mila abitanti. In proposito il Consigliere De Vita ha precisato che il coinvolgimento dei comuni, per quanto riguarderà questo progetto del Maeci (separato dai bandi del Ministero della Cultura, ndr), avverrà attraverso le ATS che saranno le destinatarie dei bandi Maeci. Carmen Bizzarri (Università Europea di Roma) ha parlato di un corso già attivo in turismo e valorizzazione del territorio chiedendo come le università possano partecipare creando unitarietà nella formazione. “Ci sarà un turismo delle radici inclusivo per persone con particolari necessità?”, ha chiesto Bizzarri. Su questo punto De Vita ha parlato di inclusione come fattore tipico del progetto. “Il ruolo delle università sarà importante non solo per il monitoraggio dei flussi ma come rete di riferimento” . Pina Costa (Assocamerestero) ha parlato dal punto di vista dei rapporti con il sistema camerale come comunità d’affari ma che ha comunque un legame a tutto campo con l’Italia, con un’attenzione anche emozionale. “Vorremmo essere quella parte che aggiunge ai legami emozionali quelli legati al business”, ha aggiunto Costa. In proposito De Vita ha ricordato il ruolo di Assocamerestero come partner del progetto fin dal principio. Dopi l’intervento di Monica Spadafora su un eventuale ruolo nelle ATS delle piccole associazioni che già si occupano di migrazione e degli  operatori turistici, . Maddalena Tirabassi (Centro Altre Italie) ha parlato di un’esperienza ultra trentennale nell’avvicinare gli italiani nel mondo al viaggio e alla cultura: tra le maggiori esperienze si annoverano proprio i già menzionati scambi studenteschi. “I borghi vanno visti come un mosaico che compone la cultura italiana nel suo insieme”, ha precisato Tirabassi invitando a unire i centri di ricerca al ruolo delle università.

Raffale Mannelli (Regione Toscana) ha sottolineato il ruolo dei flussi migratori ad ampio raggio e dello sport nella società italiana. Laura Schiff (Regione Emilia-Romagna) ha parlato di maggiore valorizzazione di un progetto già esistente sul turismo dei cammini, enogastronomico e sportivo per evitare frammentazioni. De Vita ha replicato sottolineando che gli itinerari sono certamente uno degli aspetti che si vogliono curare. Giancarlo Dell’Orco (manager ed esperto del settore) ha chiesto chiarimenti circa il ruolo della formazione e se le ATS possano contribuire ad evitare una frammentazione del prodotto. De Vita ha ricordato che sarà competenza del coordinatore regionale capire e aggregare le diverse entità mentre la formazione sarà centrale per trattare il turista delle radici in modo adeguato. Alberto Mattei (Nomadi Digitali) ha invitato a riflettere sulle nuove esigenze abitative non essendo questi turisti abituali ma magari tendenti a divenire residenti temporanei. Salvo Iavarone (Asmef) ha ricordato come la sua associazione sia tra i soci fondatori del progetto, a cominciare dai lavori preparatori in vista del primo tavolo tecnico del 2018. Iavarone ha menzionato l’iniziativa della Giornate dell’emigrazione giunta alla 14esima edizione ma fermatesi per il Covid. Iavarone ha invitato tutti, salvo ulteriori problemi legati alla gestione pandemica, l’11 marzo alla Camera dei deputati per la 15esima edizione. Daniele Marconcini (Mantovani nel Mondo) ha fatto emergere alcuni problemi: per esempio nelle regioni dove manca un coordinamento nei vari settori e quindi serve una verifica per capire se nelle regioni c’è davvero un luogo di sintesi partendo dalle consulte per l’emigrazione e, lì dove non si cono, la possibilità di mettere insieme regioni e associazioni. Marconcini ha ricordato un aspetto tipico del turismo delle radici partendo dai territori: seguendo ad esempio le vie dell’acqua, le ferrovie storiche o le vie della fede. Marconcini ha proposto l’inserimento dei treni storici nel progetto per permettere al turista delle radici di raggiungere i borghi più distanti dai grandi circuiti turistici. Tra queste è stata avanzata la proposta di un treno storico dalla stazione di Milano fino al porto di Genova per l’inaugurazione del museo dell’emigrazione. Tullio Romita (Università Calabria) ha ricordato il master universitario dedicato al turismo delle radici. “Si è notata negli anni la perdita di opportunità non considerando il turismo del ritorno che già esiste e che non è stato però trattato finora con la dovuta attenzione a livello territoriale”, ha spiegato Romita ringraziando il Maeci per aver trasformato l’attività di ricerca scientifica iniziate da anni in opportunità. “Il turismo delle radici già esiste ma non ci può improvvisare e a volte non è stato possibile intercettare questo turista perché non è stato trattato nella maniera più appropriata”, ha aggiunto Romita. Letizia Sinisi (manager e operatrice del settore) ha parlato di un progetto rivolto all’italianità diffusa. “Per rispettare le scadenze serve una managerialità anche nel rapporto tra pubblico e privato, inserendo criteri per selezionare le realtà in grado di apportare un’offerta per far ripartire il Paese”, ha spiegato Sinisi invitando a usufruire di tutto ciò che già esiste a cominciare dalla genealogia, settore che ha già personale qualificato. “In Italia manca ancora una consapevolezza di cosa sia il turismo delle radici”, ha sottolineato Sinisi. Tiziana Nicotera (Università Calabria) ha invitato a non abbandonare la ricerca scientifica facendo crescere sempre di più la comunità dei ricercatori. Questo anche perché i comuni chiedono un supporto per fare indagini su migranti e loro discendenti all’estero. “Questa dimensione particolare del viaggio manca nelle statistiche Istat”, ha rilevato Nicotera. (Simone Sperduto/Inform)

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