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INFORMAZIONI DEL GIORNO – NEWS PER GLI ITALIANI ALL'ESTERO

Presentata a Roma la IV Settimana della Cucina Italiana nel Mondo: educazione alimentare e Dieta Mediterranea

FARNESINA

Ministro Bellanova (Mipaaf): L’agroalimentare italiano vale centoquaranta miliardi di euro di fatturato annuo: per questo dobbiamo rimettere il settore al centro dell’agenda economica del Paese
Sottosegretario Di Stefano (Maeci): necessaria una campagna di educazione alimentare condotta dalle istituzioni per consentire al singolo individuo di valutare le proposte alimentari
De Luca (Maeci): La nostra ristorazione è un punto di riferimento fondamentale nel mondo

ROMA – E’ stata presentata a Roma, presso le Officine Farneto, la IV Settimana della Cucina Italiana nel Mondo (18-24 novembre): la rassegna organizzata annualmente per promuovere il Made in Italy e le eccellenze italiane nel settore culinario, che spaziano dalla ricerca all’identità dei territori fino alla biodiversità. L’edizione di quest’anno ha come tema prescelto quello dell’educazione alimentare, all’insegna della cultura del gusto e della “Dieta Mediterranea”. Il progetto s’inserisce nel piano “Vivere all’Italiana” lanciato dal Maeci, in accordo con il Piano Strategico del Turismo, per valorizzare il territorio nazionale all’estero; il progetto è inoltre ideato e coordinato dalla Direzione Generale per la Promozione del Sistema Paese della Farnesina, all’interno di un gruppo di lavoro che coinvolge il Ministero per le Politiche Agricole, il Miur, il Mibac e il Mise ma anche Regioni, Agenzia ICE ed Agenzia ENIT. Presente in sala il Direttore Generale per gli Italiani all’Estero e le Politiche Migratorie del Maeci, Luigi Maria Vignali; hanno inoltre presenziato all’evento alcune scuole alberghiere e l’Albergo Etico, attivo nell’inclusione professionale e sociale, oltre alla squadra nazionale dei cuochi italiani.

Vincenzo De Luca, Direttore Generale del Maeci per la Promozione del Sistema Paese, ha ricordato come la Settimana della Cucina Italiana nel Mondo preveda oltre mille attività programmate dalle quasi trecento sedi diplomatico-consolari e dagli Istituti Italiani di Cultura oltre al contributo fondamentale apportato da ICE ed ENIT. “La nostra cucina è sempre più apprezzata in ambito internazionale: le Guide Michelin quest’anno hanno riconosciuto, con un salto in avanti generale per la nostra cucina, oltre trecentosettanta ristoranti stellati. Questo vuol dire che la nostra ristorazione è un punto riferimento fondamentale nel mondo e ci attestiamo nelle primissime posizioni. I temi di quest’anno sono l’educazione alimentare e la Dieta Mediterranea, quale Patrimonio immateriale dell’Unesco dal 2010”, ha spiegato De Luca evidenziando l’importanza della formazione e del dibattito scientifico che sono alla base della cultura culinaria e della produzione agricola nostrana: “la più naturale e salutare in Europa grazie anche alla cultura biologica”. De Luca ha anche rilevato come il focus di questo progetto sia orientato allo sviluppo dell’attività di internazionalizzazione quale strumento per attrarre dall’estero e per fidelizzare maggiormente il mondo del turismo, nonché per contrastare i dazi. Non è mancato infine un riferimento alla figura di Leonardo Da Vinci: “un genio italiano che si è occupato anche di cucina nelle sue ricerche, tanto che sono stati ritrovati vari disegni riguardanti invenzioni in ambito culinario e l’allestimento di banchetti di grande sfarzo”.
Manlio Di Stefano, Sottosegretario agli Esteri, ha parlato dell’importanza del settore agroalimentare nell’economia nazionale. “Il sistema agroalimentare rappresenta il 12% del Pil complessivo, con i suoi oltre duecento miliardi di euro: si tratta di una crescita di base annuale tripla rispetto al valore del Pil nazionale. Nel 2018 è stato raggiunto il valore record di quarantadue miliardi di euro, che vogliamo replicare: già nel primo semestre del 2019 il trend dell’export è stato più che positivo. Esiste un forte legame tra tradizioni, ricerca, cultura e design che fanno parte di uno stesso sistema: siamo non a caso tra i primi posti in Europa per la produzione nel settore agroalimentare. L’evoluzione della domanda non è più appannaggio di ricche elite ma anche delle classi medie, questo perché i consumatori sono sempre più disposti a pagare per avere prodotti di qualità”, ha sottolineato Di Stefano contestando i dazi e evidenziando come comunque la nostra gamma di prodotti non abbia eguali nel resto del mondo. “Serve inoltre un adeguato livello d’informazione e di competenza per consentire al singolo individuo di valutare le proposte alimentari, attraverso una campagna di educazione alimentare condotta dalle istituzioni”.

Teresa Bellanova, Ministro per le Politiche Agricole, ha espresso soddisfazione per la sinergia intrapresa in modo particolare con il Maeci per la promozione all’estero del settore agroalimentare italiano. “Quest’anno lo scenario internazionale ha visto emergere delle criticità come i dazi imposti da Trump: un pessimo segnale che danneggia i nostri produttori ma soprattutto i consumatori americani che vengono così privati di prodotti di qualità della Dieta Mediterranea. Con la legge di bilancio il Governo ha dedicato molta attenzione e risorse al piano straordinario per la promozione agroalimentare all’estero. Grazie al carattere capillare della nostra rete diplomatico-consolare possiamo proporre centinaia di iniziative in tutto il mondo”, ha spiegato Bellanova ribadendo alcuni dati sul nostro export. “Dopo gli oltre quaranta miliardi del 2018 ora puntiamo ad arrivare a cinquanta miliardi; dopo l’Expo di Milano del 2015 abbiamo visto un incremento dell’80% negli ultimi cinque anni. Purtroppo però dobbiamo far fronte anche ai circa cento miliardi di euro di danni causati dal furto dell’identità, dall’imitazione e dalla contraffazione. Nel complesso il settore agroalimentare italiano vale centoquaranta miliardi di euro di fatturato annuo: per questo dobbiamo rimettere questo settore al centro dell’agenda economica del Paese e rafforzare la competitività delle imprese nell’export”, ha aggiunto Bellanova mettendo in guardia dagli sprechi e dal diffondersi di modelli alimentari sbagliati”.

Luigi Pio Scordamaglia, Consigliere di amministrazione dell’Agenzia ICE e Presidente di Filiera Italia, ha invitato a rivalutare il settore agroalimentare. “Mentre la produzione generale italiana scendeva dello 0,9%, l’agroalimentare saliva del 2,5% stando ai dati aggiornati all’agosto scorso. Bisogna consolidare questi risultati ed estenderli ad altri mercati proprio contro il rischio dei dazi; al contempo si deve puntare ad un aumento dell’accesso all’export, ciò considerando che il 95% dell’export proviene solo dal 15% delle nostre aziende; infine c’è da ricordare la lotta alla contraffazione. Conquistiamo quotidianamente il mondo con il nostro stile di vita e per questo motivo è importante raccontare con un giusto storytelling il settore agroalimentare. Il valore della ristorazione italiana nel mondo è di circa duecento miliardi grazie agli oltre novantamila ristoranti. In termini percentuali siamo secondi dopo la Cina, ma come percezione di stile di vita sicuramente siamo al primo posto. Rappresentiamo un modello e non solo un prodotto”, ha commentato Scordamaglia ricordando come il settore agroalimentare rappresenti un milione e seicentomila occupati.
In conclusione hanno preso parola alcuni esperti di settore e ricercatori parlando di stile di vita mediterranea e di valorizzazione di un Patrimonio Unesco come le colline del Prosecco di Conegliano e Valdobbiadene. Gabriella Morini, ricercatrice in Scienze del gusto e del cibo presso l’Università di Pollenzo, ha precisato come “la dieta mediterranea sia arrivata a divenire un modello di stile di vita soltanto dopo un lungo processo bio-culturale, incorporando la consapevolezza che il gusto è una forma d’intelligenza con la quale il nostro corpo comprende i composti di ciò che stiamo mangiando”. Luca Piretta, nutrizionista e gastroenterologo presso il Campus Biomedico di Roma, ha lamentato come negli ultimi cinquant’anni i Paesi del bacino del Mediterraneo si siano allontanati dalla Dieta Mediterranea. “Dobbiamo quindi riappropriarcene di questo modello di alimentazione: la Dieta Mediterranea è un modello tutt’altro che antico”. Carla Rinaldi, Presidente della Fondazione Reggio Children, ha parlato dell’importanza dell’educazione alimentare: “il gusto non è solo il veicolo dell’alimentazione ma porta a delle relazioni sociali ed è per questo che bisognerebbe pensare all’alimentazione come parte del curriculum educativo nelle scuole italiane”. Alessandro Circiello, Federazione Italiana Cuochi, ha precisato il motto “siamo ciò che mangiamo” evidenziando come compito dei cuochi sia cercare di cucinare bene, con sapore e gusto. Innocente Nardi, Presidente del Consorzio di Tutela del Conegliano-Valdobbiadene Prosecco Superiore, ha menzionato l’importanza di territori come appunto le terre del prosecco superior. “Il prosecco era considerato un vino minore ma oggi rappresenta un tassello importante dello stile del bere italiano nel mondo”, ha spiegato Nardi. Ernesto Abbona, Presidente di Unione Italiana Vini, ha parlato del valore della competizione positiva e della lotta alla contraffazione dei vini grazie anche alla denominazione d’origine controllata. “Il vino a tavola è riconosciuto come patrimonio culturale perché unisce i commensali e riesce a promuovere un consumo consapevole e moderato. Spero in una giornata del vino italiano nel mondo dal prossimo anno”, ha aggiunto Abbona. Lo Chef Pino Cuttaia ha chiuso l’incontro sottolineando l’importanza del rapporto con la stagionalità e coi colori, ma anche con la filiera “per dare sostegno alla piccola artigianalità che è ancora un mestiere visto come una forma d’arte”. (Simone Sperduto/Inform)

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