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“Expat, storie di italiani nel mondo: un paese ci vuole”, puntata di Radio3 a Ravenna in Onda

ITALIANI ALL’ESTERO

 

RAVENNA – “Expat, storie di italiani nel mondo: un paese ci vuole”, puntata di Radio3 a Ravenna in Onda condotta da Sara Sanzi e Marco Motta con ospiti Stefano De Felici (regista e autore di Stay in Valley), Ilaria Dioli (ricercatrice) e Marco Fabbri (presidente della Consulta degli Emiliano-Romagnoli nel Mondo). “Stay in Valley è un progetto che va alla ricerca di un sentimento di solidarietà per tenere coesa una comunità attraversando anche gli oceani”, racconta De Felici parlando quindi dell’Alta Val Nure. Roberto è il protagonista di questo documentario e si può ascoltare anche la voce di una zia trasferitasi in Galles e la voce è stata ritrovata dal nipote negli archivi della BBC. La zia ricorda che quando è arrivata in Gran Bretagna c’erano pioggia e nebbia e tutto faceva pensare all’idea di tornare indietro. Dioli affronta la questione da un altro punto di vista dove il migrante di fine ‘800 e inizio del ‘900 aveva la caratteristica dell’eroe destinato verso l’ignoto salpando su navi con viaggi lunghissimi. “Epico e mitico è il racconto di chi per esempio partiva dalla Val Nure verso la Francia addirittura a piedi”, spiega Dioli evidenziando come il viaggio sia un elemento comune tra vecchia e nuova emigrazione seppur con caratteristiche diverse. Dioli spiega che la figura dell’expat è sostanzialmente individuale e generalmente di medio-alto profilo diversamente dalla migrazione tradizionale cosiddetta di massa. Esempio di expat può essere la generazione Erasmus che aspira a entrare in un contesto fluido internazionale, magari con diverse destinazioni. Fabbri evidenzia a sua volta come l’Emilia-Romagna stessa sia cambiata nel corso dei decenni e all’epoca non era certo l’industria turistica che è invece oggi. “L’Emilia-Romagna ha sempre creduto nella Consulta fin dall’inizio: essa raggruppa 90 associazioni in tutto il mondo per quanto il Sudamerica sia la zona più vivace”, spiega Fabbri parlando però anche di scenari come America del Nord, Cina o Sudafrica. “E’ una grande famiglia di persone fiere di far parte di questo grande gruppo di Emiliano-Romagnoli con pari opportunità nella partecipazione. Questo è il senso della Consulta, posto che per l’emigrazione c’è un fenomeno tutto nuovo. Recentemente ho incontrato un ragazzo di 26 anni che ha lavorato alla BCE e ora si sta trasferendo alla Bank of England. Parliamo di un fenomeno fluido e dinamico”, sottolinea Fabbri che ricorda anche il Museo Virtuale dell’Emigrazione dell’Emilia-Romagna. Sulla questione dello spopolamento delle aree interne Fabbri mette anche in luce come esistano una serie di attività, per esempio volte a ristrutturare le abitazioni, pur consapevole che tutto questo non basta se poi mancano il lavoro e i servizi essenziali e assistenziali. “L’obiettivo è ricucire il legame tra capoluoghi e zone periferiche”, aggiunge Fabbri. (Inform)

 

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