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Registr. Trib. Roma n.338/2007 del 19-07-2007
INFORMAZIONI DEL GIORNO – NEWS PER GLI ITALIANI ALL'ESTERO

Diritti civili, politici e di cittadinanza dei connazionali all’estero: dibattito tra Cgie, politica e mondo accademico

CGIE

 

ROMA – Il terzo incontro preparatorio del Cgie, in vista della IV Conferenza Permanente Stato-Regioni-PA-Cgie, è stato incentrato sul tema dei diritti civili, politici e di cittadinanza dei connazionali nel mondo. Dopo gli interventi istituzionali di apertura ne è seguito un dibattito tra consiglieri Cgie, esponenti politici e del mondo accademico. Luigi Billé (consigliere Cgie per il Regno Unito) ha parlato di riforme che attendono da tempo un’accelerazione e questa Conferenza potrebbe conferire la possibilità al cantiere delle riforme di essere messe sul tavolo delle istituzioni a ogni livello. Diritti civili e politici, riforma della circoscrizione Estero, garanzie sui diritti, Aire, salute, previdenza sociale e partecipazione al voto: questi i punti chiave evidenziati da Billé che ha chiesto per l’Aire una centralizzazione dei dati anagrafici per ovviare alla circolarità tra consolati, comuni, ministero dell’interno e Maeci. “Il diritto alla salute sia garantito a tutti i cittadini ovunque essi siano: per i cittadini Aire temporaneamente rientranti c’è la prestazione sanitaria d’urgenza di massimo 90 giorni in Italia ma per i Paesi dove non c’è alcuna convenzione questo diritto viene meno”, ha lamentato Billé che auspica un’estensione della tutela sanitaria anche in previsione del cosiddetto turismo di ritorno per i quali sarebbe utile che le stesse regioni si facessero promotrici di questo diritto allargato a tutti i cittadini Aire. Sulla previdenza sociale, Billé ha invitato a superare la conflittualità a volte esistente tra Stato ed enti privati.

Laura Di Russo, responsabile Consiglio regionale abruzzesi nel mondo, ha portato all’attenzione un problema tuttora irrisolto sull’Imu per i pensionati italiani all’estero: la riduzione del 50% dell’Imu, infatti, sarebbe, secondo Di Russo, una condizione che allo stato attuale soddisferebbe solo una tipologia di pensionati ossia coloro che abbiano maturato una pensione in regime di convenzione internazionale con l’Italia, una piccola parte a fronte invece di una parte considerevole di pensionati residenti all’estero ma con una casa di proprietà in Italia. Giuseppe Stabile Scardaci (consigliere Cgie per la Spagna e il Portogallo) ha ripreso il tema dell’Imu sollevato da Di Russo garantendo che tanto l’intero Cgie quanto la sesta commissione tematica, che sta collaborando alla Conferenza, si sono interessati da sempre a tale problema. Oggetto di una richiesta di chiarimento è stata l’ambiguità del testo e in particolare: “se il requisito richiesto di essere titolari di pensione maturata in regime di convenzione internazionale si applica alle persone che hanno lavorato esclusivamente in Paesi extracomunitari, convenzionati con l’Italia, od anche ai lavoratori che abbiano maturato periodi assicurativi in uno Stato Ue o in un Paese che applica i regolamenti comunitari di sicurezza sociale come Svizzera e Stati See”, ha quindi chiesto Stabile al fine di verificare la reale entità della platea dei beneficiari. Preoccupazione è stata poi espressa per la scarsa partecipazione al voto all’estero e per lo stanziamento di soli 9 milioni di euro, in funzione delle prossime elezioni per i Comites che poi a loro volta saranno chiamati ad eleggere il Cgie. “Non parliamo di organismi di sola rappresentanza onoraria – ha precisato Stabile riferendosi a Comites e Cgie – dato che in assenza di strumenti operativi hanno comunque dimostrato di lavorare cogliendo le mutate esigenze e riuscendo forse meglio di altri livelli”, ha concluso Stabile, proponendo che per i servizi consolari la soluzione potrebbe essere spostare alcuni fondi dal capitolo di bilancio dell’autorità diplomatica.

Fucsia Fitzgerald Nissoli, deputata FI eletta nella Circoscrizione Estero, ha parlato della messa in sicurezza del voto e della ridefinizione delle ripartizioni da riadattare alla riduzione dei parlamentari. “Sulla riforma della modalità di voto urge procedere a cancellare le storture di questi anni”  ha commentato Nissoli che auspica in previsione dell’istituenda Commissione bicamerale la creazione di uno strumento istituzionale in grado di mettere a sistema le nostre comunità all’estero. “Per quanto riguarda la riforma di Comites e Cgie, essa deve essere attuata e semplicemente presentata da un parlamentare per farla calendarizzare e raggiungere così un obiettivo che altrimenti rimane solo un progetto”, ha sottolineato Nissoli che  ha anche ricordato come la riduzione del numero dei parlamentari abbia portato ad un più complesso rapporto con gli elettori, sottolineando inoltre la necessità di far scaturire dagli incontri preparatori della Conferenza Permanente Stato-Regioni-Province Autonome-Cgie proposte concrete da promuovere in Parlamento in favore degli italiani all’estero.

L’ex senatore Vittorio Pessina (consigliere Cgie-FI) ha parlato della sperimentazione del voto elettronico come un traguardo da raggiungere in un prossimo futuro anche per evitare eventuali brogli e per ridurre i costi. Luciano Vecchi, responsabile degli italiani nel mondo PD, ha parlato della tutela e della valorizzazione dei connazionali quali due facce della stessa medaglia. “La rete dei servizi è insufficiente ma c’è anche un problema quantitativo perché forse sono state chiuse troppe sedi consolari negli anni passati lasciando in difficoltà intere comunità; in aggiunta ricordiamo le modifiche strutturali alla nostra emigrazione, con caratteristiche individuali e distaccate dalle reti di solidarietà soprattutto tra i più giovani”, ha spiegato Vecchi sottolineando quattro punti per lui essenziali: la messa in sicurezza del voto, il superamento dell’impunità per chi compie eventuali brogli, l’obbligo della residenza all’estero per candidarsi nella suddetta circoscrizione, messa a sistema della rete consolare e del sistema associativo e dei patronati.

Silvana Mangione, vicesegretario generale del Cgie per i Paesi anglofoni extraeuropei, ha parlato dell’assoluta necessità di approvare le riforme di Comites e Cgie entro i prossimi mesi in modo da avere la riforma prima del rinnovo dei suddetti organismi: un articolato di riforma armonizzato con la Farnesina e l’idea che la Bicamerale se ne faccia carico e possa provvedere alla calendarizzazione in tempi brevi. “Vogliamo il coinvolgimento degli esponenti della nuova mobilità”, ha auspicato Mangione non nascondendo però la preoccupazione il problema della permanenza quinquennale all’interno della stessa circoscrizione consolare che negli standard di vita della nuova mobilità è un tempo spesso assai troppo ampio. “Il Cgie deve farsi carico di tutte le istanze che vengono presentate e trovare insieme ai Comites, ai parlamentari e alla Farnesina il momento di sintesi che non penalizzi nessuno ma tenga conto delle esigenze di tutti per far diventare una risorsa enorme per l’Italia i connazionali all’estero”, ha concluso Mangione. Francesco Giacobbe, senatore Pd eletto nella Circoscrizione Estero, ha ricordato il concetto della cittadinanza piena in fatto di diritti e doveri ovunque siano gli italiani. “Siamo un Paese all’avanguardia che ha dato il diritto di voto ai cittadini all’estero e molti Paesi ci imitano: ora serve un salto in più garantendo l’adeguata rappresentanza consolare ed i servizi”, ha spiegato Giacobbe menzionando due misure risalenti al 2020 come l’accesso al reddito di emergenza e l’ecobonus mentre purtroppo resta invece problematica l’assistenza sanitaria che non è sempre pienamente disponibile per chi rientra in Italia. Il riacquisto della cittadinanza per l’ha persa prima del 1992 e la contrarietà dell’inversione dell’opzione di voto sono altri de punti importanti per Giacobbe.

Silvia Alciati (consigliera del Cgie per il Brasile) ha ricordato come il periodo di pandemia abbia determinato la chiusura dell’accesso ai consolati per motivi di Covid e le difficoltà tecniche incontrate dai connazionali per l’accesso ai servizi online. “In America Latina non riusciamo ad attuare lo Spid e quindi non possiamo affidarci ai servizi online. C’è bisogno di consolati più dinamici e operativi per diffondere notizie: i Comites non riescono a fare sufficiente rumore e quindi serve una sinergia tra enti ed organi del sistema Italia. Serve più informazione per far conoscere ai cittadini cosa siano i Comites e il Cgie”, ha spiegato Alciati richiamando l’idea di un Ministero per italiani all’estero. Norberto Lombardi (consigliere Cgie-Pd) ha richiamato un aspetto cui puntare l’attenzione: rinvigorire la legittimazione della rappresentanza degli italiani all’estero, perché quando si vota per i Comites partecipa una percentuale esigua ma anche per le elezioni politiche in effetti si fa fatica ad andare al di là di un terzo degli aventi diritto. “Principale fattore sia la legittimazione degli organismi che viene prima dei meccanismi elettorali e nel sentimento dei cittadini come qualcosa di appartenente alla loro vita e rispondente alle proprie necessità. Oltre la partita dei diritti civili e politici c’è la partita della cittadinanza sociale”, ha spiegato Lombardi sottolineando le attuali difficoltà soprattutto temporali che si incontrano per rinnovare un passaporto o avere un appuntamento”. Rita Blasioli Costa, componente del CdP del Cgie per l’America Latina, ha lanciato l’idea di creare insieme una sorta di vademecum di informazioni per connazionali all’estero e per quei cittadini che vedono nell’Italia una madrepatria cui fare riferimento, specie se vivono in Paesi deboli dal punto di vista dei diritti sociali.

Mariano Gazzola, vicesegretario generale del Cgie per l’America Latina, ha parlato dell’errore che soggiace sovente nell’usare come fossero sinonimi i termini di nazionalità e cittadinanza e altrettanti problemi sorgono quindi sui concetti di acquisto o riacquisto della cittadinanza. “La perdita della cittadinanza non corrisponde alla perdita di identità”, ha spiegato Gazzola facendo riferimento all’esempio dei discendenti di emigrati nei territori dell’ex Impero austro-ungarico che rivendicano l’appartenenza all’Italia e ancora stanno aspettando da dieci anni che una commissione termini l’istruttoria. “Trasmissione dell’identità tramite ius sanguinis” e “cittadinanza come dimensione politica” sono i temi di Gazzola che dopo le riforma della rappresentanza parlamentare, che ha riguardato anche gli italiani all’estero, ha menzionato proprio il venir meno per i residenti all’estero del diritto ad essere rappresentati come gli altri cittadini. Gazzola ha evidenziato poi la dimensione regionale: “le regioni hanno introdotto riferimenti a questi diritti per le comunità estere come parte integrante della comunità stessa ma si continua a negare il diritto di voto a livello regionale”, ha aggiunto ricordando che ci sono regioni che ancora non hanno attivato le consulte. “Il diritto di cittadinanza c’è se al diritto viene associato un servizio da parte dello Stato: c’è un problema di risorse per la rete consolare che non è solo questione di servizi ma di proiezione e presenza del Paese nel mondo. L’Italia ha la possibilità di diventare la prima nazione globale e questo è possibile se riusciamo a far vedere chi parte dall’Italia non come chi la lascia ma chi la porta con sé”, ha concluso Gazzola.

Francesco Clementi, professore diritto comparato all’Università di Perugia, si è detto sempre favorevole alla riduzione dei parlamentari ma la mera riduzione se non è seguita da altre riforme perde di efficacia. “La ‘finestra Draghi’ sia ora sfruttata per riforme utili. La riduzione del numero degli eletti porta una precarizzazione tra gli italiani all’estero e la formalità elettorale: bisogna offrire un elemento ulteriore alla mera legge elettorale per cui si pensi bene alla Bicamerale o ad una figura ministeriale presso la Presidenza del Consiglio”, ha spiegato Clementi. Vincenzo Arcobelli (consigliere Cgie per gli Usa) ha parlato di fallimento della politica sui diritti e sulla rappresentanza. “Con 9 milioni di euro vi è la certezza che queste elezioni si svolgeranno entro l’autunno?”, si è chiesto Arcobelli parlando delle elezioni per i Comites lamentando come i 9 milioni di euro possano non bastare e inoltre c’è un problema sanitario in corso. Un’emergenza sanitaria che, per Arcobelli, renderebbe sicuramente complesso anche l’espletamento delle pratiche burocratiche atte ad autenticare una firma per presentare una lista. Il consigliere ha anche auspicato più mezzi per i consolati onorari.

Marcelo Carrara (consigliere Cgie per l’Argentina) ha ricordato i progetti portati avanti dai Comites, con finanziamento del Ministero degli Esteri, per le nuove generazioni e per lottare contro il Covid. “I Comites conoscono bene le situazioni territoriali potendo presentare così progetti ad hoc con la collaborazione del Cgie: bisogna rafforzare questi ruoli per arrivare di più ai nostri connazionali. Dobbiamo anche sviluppare una politica di educazione civica per i connazionali coinvolgendo tutto il sistema Paese e anche le regioni. Il diritto all’informazione è uno dei principali diritti politici”, ha spiegato Carrara. Nello Gargiulo (consigliere Cgie per il Cile) ha sottolineato la necessità di fare in fretta per assicurare le prossime elezioni in modo più lineare possibile: “l’italianità aumenta nel mondo e va alimentata, i nuovi italiani devono essere tali parlando la lingua e avendo un po’ di conoscenza civica”. Fabio Ghia (consigliere Cgie dalla Tunisia) ritiene fondamentale rilanciare il parere tecnico delle commissioni per creare una sinergia tra le tematiche trattate fin qui. “Molti richiedono la cittadinanza per mere questioni di discendenza secondo la normativa, ma poi mi chiedo come mai alle elezioni dei Comites partecipi solo il 5%: la cittadinanza non sia solo una pratica internazionale per viaggiare più facilmente”, ha commentato Ghia. Carlo Ciofi (consigliere Cgie-Ctim) ha ricordato come i diciotto eletti all’estero siano stati già a suo tempo frutto di accordo bipartisan. “Le regioni siano il veicolo per arrivare ai nostri connazionali e le consulte siano il veicolo per gli scambi culturali o per il turismo di ritorno”, ha spiegato Ciofi sottolineando anche il nuovo peso delle regioni tra i consiglieri di nomina governativa del Cgie. Fernando Marzo (consigliere Cgie per il Belgio) ha espresso preoccupazione per i Comites e per il fatto che le proposte di riforma del Cgie siano ancora ferme, contestando poi l’inversione dell’opzione. Vincenzo Mancuso (consigliere Cgie per la Germania) ha parlato di necessità di potenziare servizi consolari, assistenza sanitaria e rivedere le questioni sulla cittadinanza.

Luigi Maria Vignali, Direttore Generale per gli Italiani all’Estero del Maeci, ha parlato in conclusione di rappresentatività come tema che include due modifiche: normative e cittadinanza che a loro volta richiamano il tema delle risorse umane e finanziarie della rete diplomatico-consolare affinché siano adeguate: “ciò richiede però un raccordo importante con il mondo della politica e delle amministrazioni interessate quindi gli Esteri, l’Economia e l’Interno”, ha spiegato Vignali. Michele Schiavone, Segretario Generale del Cgie, ha parlato della cittadinanza come un qualcosa in più di un semplice riferimento giuridico al luogo in cui si nasce o ai diritti civili bensì come diritto al lavoro e alla cultura. “Bisogna cogliere questo passaggio istituzionale con la finestra rappresentata da Draghi: cogliere al balzo l’opportunità per far diventare protagonisti gli italiani all’estero. Il rinnovo di Comites e Cgie diventa un appuntamento cruciale per la credibilità degli organismi rappresentativi di base delle comunità estere”, ha spiegato Schiavone con un richiamo alla rappresentanza sociale e alla necessità di essere sempre più vicini e svolgere un servizio di prossimità alle nostre comunità: “questo per quanto riguarda quindi le questioni amministrative della rete diplomatico-consolare, per il ruolo di formazione e promozione culturale attraverso l’insegnamento civico e il senso della rappresentanza che si esercita attraverso la partecipazione politica”. L’appuntamento della settimana prossima con le conferenze online del Cgie non ci sarà ed è posticipata di un mese quindi verosimilmente intorno alla prima settimana di marzo per le vicissitudini della politica nazionale in corso in questi giorni. (Simone Sperduto/Inform)

 

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