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INFORMAZIONI DEL GIORNO – NEWS PER GLI ITALIANI ALL'ESTERO

Dino Nardi: “Perché un Pd in Svizzera?”

PARTITI

Da “Pd/Cittadini nel mondo”, notiziario del Partito Democratico per gli italiani all’estero, numero 4 del 18.4.2014

Dopo ben sette anni dalla sua nascita, il Partito Democratico in Svizzera ha celebrato a Losanna il suo primo congresso confermando alla Segreteria Michele Schiavone. Un bel giorno, indubbiamente, per gli iscritti e gli elettori del PD nella Confederazione. Si, proprio un bel giorno – in particolare per chi, come il sottoscritto, ha una storia alle spalle di militante socialista che, a suo tempo. aveva scelto di aderire al PD fin dalla sua costituzione – poiché questo primo congresso in Svizzera si è tenuto quando finalmente il PD è entrato, a pieno titolo, a far parte della famiglia del socialismo europeo, il PSE. Tuttavia questo “bel giorno” è stato celebrato in un periodo poco felice per l’Italia e gli italiani in generale, come pure per la comunità italiana in Svizzera che è confrontata su due fronti: quello italiano e quello elvetico.

Infatti la critica situazione economica e finanziaria in cui si trova l’Italia sta influendo negativamente anche nelle politiche a favore degli italiani all’estero. Vedi, per esempio, i tagli alla promozione e l’insegnamento della lingua e cultura italiana, nonché all’assistenza degli indigenti; oppure pensiamo al continuo rinvio del rinnovo degli organismi di rappresentanza (Comites e Cgie) o, ancora, alla chiusura di 37 Uffici consolari dal 2007 ad oggi (sette nella sola Svizzera) e, soprattutto, al mancato riconoscimento, ai fini fiscali, di “prima casa”, dell’abitazione in Italia degli iscritti all’AIRE sia, con la vecchia IMU che oggi con la nuova IUC. Un costo, quest’ultimo, che è diventato ormai insopportabile per la stragrande maggioranza degli emigrati italiani in Svizzera che, nei primi anni di emigrazione, avevano investito tutti i loro risparmi nell’acquisto di un’abitazione in Italia nei rispettivi luoghi di origine.

Oltre che con questa critica situazione vissuta sul fronte italiano, la comunità italiana in Svizzera deve fare i conti con il brutto clima (non meteorologico, naturalmente) che si è risvegliato, oggi, nella Confederazione nei confronti degli immigrati. Infatti, dopo ben cinque referendum contro gli stranieri iniziati nel lontano 1970 ed a quattordici anni dall’ultimo tenutosi nel 2000 (peraltro tutti bocciati dall’elettorato), lo scorso 9 febbraio ne è invece stato accolto uno contro l’immigrazione di massa, sia pure con una maggioranza risicata di soli 20mila voti. Un referendum promosso – anche in questo caso, come sempre nel passato – dalla Destra populista, conservatrice e xenofoba elvetica rappresentata, attualmente, dall’Unione Democratica di Centro (UDC).

Una vittoria della Destra che rischia di far saltare i vari Accordi Bilaterali tra la Svizzera e l’Unione Europea entrati in vigore dal 2002 in poi: soprattutto quello sulla libera circolazione delle persone e annessa sicurezza sociale ed altri ancora come il commercio, gli appalti pubblici, l’agricoltura, i trasporti terrestri, il trasporto aereo, e la ricerca. Se ciò accadrà sarà un gran bel problema e non solo per i cittadini elvetici (compreso gli 800mila doppi cittadini) bensì anche per i circa due milioni di stranieri che risiedono in Svizzera, incluso i 280mila cittadini italiani.

Si, proprio un gran bel problema anche perché questo risvegliato clima antistraniero sta già producendo altri danni poiché viene cavalcato dai partiti elvetici che, con l’eccezione del Partito socialista, sono praticamente ostaggio del populismo dell’UDC e del suo leader Christoph Blocher.

Infatti dopo lo scorso 9 febbraio il Consiglio Nazionale svizzero (l’equivalente della Camera dei Deputati italiana) ha deciso per l’espulsione automatica dei cittadini stranieri autori di gravi crimini (omicidio, assassinio, rapina, stupro, truffa, furto) e per l’inasprimento delle pene nei confronti di coloro che abusano dell’aiuto sociale e delle stesse assicurazioni sociali.

Ma non solo. Poiché, come si dice, l’appetito vien mangiando, ecco che un deputato dell’UDC ha chiesto di togliere il passaporto originario a tutti coloro che si naturalizzano svizzeri e chissà cosa si inventeranno ancora quelli dell’Unione Democratica di Centro per rendere sempre più difficile la vita agli stranieri che vivono in questo Paese ed a quanti intendono venirci.

In una situazione come questa descritta, in cui si trova a vivere la comunità italiana in Svizzera, è per essa certamente importante poter contare sulla presenza attiva di un’associazione politica come il Partito Democratico presente con suoi circoli in tutta la Confederazione.

Un partito che si fa carico di rappresentare le problematiche della comunità nei confronti delle istituzioni italiane e svizzere. Nel primo caso, tramite i suoi rappresentanti eletti nei Comites, nel Cgie e nella Circoscrizione Estero con il supporto del partito nazionale (anche se, purtroppo, con scarsi risultati in questi ultimi anni, complice sicuramente la crisi economica e finanziaria che vive il Paese). Nel secondo caso, per gli stretti rapporti di collaborazione che può far valere il PD con il partito socialista svizzero ed il sindacato UNIA nei quali, peraltro, militano molti suoi iscritti ricoprendovi pure incarichi di rilievo. Ed è proprio grazie a questi stretti rapporti di collaborazione che, fino ad oggi, gli emigrati in Svizzera (non solo italiani) hanno potuto evitare tante discriminazioni nell’ambito del mondo del lavoro e dei diritti sociali e politici e ci fanno ben sperare che si possano limitare i danni della votazione del 9 febbraio. Quindi è auspicabile un PD sempre più forte anche in Svizzera e, rispetto alla prossima scadenza delle elezioni europee del 25 maggio, è assolutamente necessario che i cittadini dell’Unione Europea che vivono in Svizzera, non solo gli italiani, non manchino all’appuntamento elettorale e si rechino a votare per il PD, ovvero per il Partito Socialista Europeo e quindi per Martin Schulz presidente della Commissione Europea, affinché l’Europa possa diventare ancor più attenta al sociale di quanto lo sia stata fino ad ora! (Dino Nardi- “Pd Cittadini nel mondo” /Inform)

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