MOSTRE
MENDRISIO (Svizzera) – Dal 27 marzo al 26 agosto alla Pinacoteca Giovanni Züst di Rancate (distretto di Mendrisio), potrà essere visitata la mostra “Arte e diletto. Valeria Pasta Morelli (1858-1909) e le pittrici del suo tempo”.
La Pinacoteca cantonale Giovanni Züst ha ricevuto di recente un’importante donazione di opere – 34 dipinti, anfore, album di studi, medaglie e diplomi – di una delle rare donne pittrici che il Ticino conti: Valeria Pasta Morelli (Mendrisio 1858 – Milano 1909). Rare e oltretutto spesso confinate nell’ambito familiare. Anche per questo motivo spesso dimenticate.
È stata la nipote, Valeria Morelli Razzini (1923-2014), che portava lo stesso nome della nonna, a destinare alla sua morte il lascito al museo in memoria e onore dell’artista ma anche come segno di stima per il lavoro svolto dall’istituzione.
Valeria Pasta Morelli che ebbe come maestri anche Bartolomeo Giuliano e Sebastiano De Albertis, fu una delle poche ragazze a frequentare l’Accademia di Brera a Milano. Qui raccolse premi e riconoscimenti, mentre in patria la “Gazzetta ticinese” la celebrava come “esimia giovane artista” ricordando un suo dipinto allegorico realizzato per il carnevale di Mendrisio. Il matrimonio con un alto funzionario dell’esercito italiano chiuderà tuttavia le sue ambizioni, confinandola nel circuito domestico, l’unico ritenuto adatto a una donna della sua posizione.
La mostra intende far luce per la prima volta sulla personalità artistica di Valeria Pasta Morelli, non mancando tuttavia di contestualizzarla nel particolare ambito familiare nel quale si muoveva. Valeria era infatti figlia del noto dottor Carlo Pasta, consigliere nazionale e promotore, tra le altre imprese, della ferrovia e dell’industria alberghiera sul Monte Generoso. Lo zio era invece Bernardino Pasta, un pittore appartenente alla cerchia degli Induno che godette di buona fama. A queste figure così importanti sono quindi dedicate le prime sale della mostra.
Una sezione presenta inoltre opere di altre donne artiste attive nel Cantone Ticino negli stessi anni, come Marie-Louise Audemars Manzoni, Giovanna Béha-Castagnola, Adele Andreazzi, Olga Clericetti, Elisa Rusca, Antonietta Solari e Regina Conti. Appartenenti quasi tutte a famiglie della borghesia locale, non frequentavano però le Accademie né le scuole di disegno dislocate sul territorio. Donne di buona famiglia, che coltivavano privatamente la loro passione per l’arte, come un hobby piuttosto che come un lavoro, e che si esercitavano perlopiù negli studi dei pittori. Tra i maestri più apprezzati si ricorda Gioachimo Galbusera, che teneva nel suo atelier frequenti corsi e del quale si espongono alcuni dipinti.
La mostra e il catalogo sono a cura di Mariangela Agliati Ruggia, Stefania Bianchi,Sergio Rebora. Coordinamento scientifico e organizzativo di Alessandra Brambilla. Il 23 marzo, alle ore 11, si terrà presso la Pinacoteca una conferenza stampa per presentare l’esposizione. (Inform)