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INFORMAZIONI DEL GIORNO – NEWS PER GLI ITALIANI ALL'ESTERO

“Dai flussi migratori ai flussi turistici: il turismo delle radici”, webinar della Federación de Sociedades de Mar del Plata y Zona

ASSOCIAZIONI

 

 

MAR DEL PLATA (Argentina) – E’ stato presentato dalla Federación de Sociedades Italianas de Mar del Plata y Zona in un incontro online il progetto “Dai flussi migratori ai flussi turistici: il turismo delle radici”. Il tema del turismo delle radici è infatti al centro di importanti studi di settore condotti dal mondo universitario: in particolare dall’Università Nazionale di Mar del Plata e dall’Università della Calabria che nel 2021 saranno impegnate nel condurre anche un master di primo livello per formare figure professionali idonee ad operare in questo particolare segmento turistico, un’iniziativa sostenuta dalla Dgit del Maeci. Il turismo delle radici è dal 2018 anche al centro del  tavolo tecnico istituito dalla Direzione Generale per gli Italiani all’Estero del Maeci che coinvolge enti regionali, locali e mondo dell’associazionismo e della rappresentanza in senso ampio dei connazionali nel mondo. Marcelo Carrara, Presidente della Federación de Sociedades Italianas de Mar del Plata y Zona e Consigliere Cgie, ha ribadito l’importanza di accompagnare un progetto di tale spessore che vede partecipi in primis il mondo universitario e il Ministero degli Esteri. “L’obiettivo è mantenere alta l’italianità nel mondo: per questo è importante lavorare in un settore come il turismo delle radici e in un progetto che è frutto del lavoro di tanti anni”, ha commentato Carrara riferendosi al progetto di ricerca congiunto tra l’Università di Mar del Plata e l’Università della Calabria. “Facciamo che questo sia il calcio di inizio per creare questa rete di lavoro”, ha aggiunto Carrara ringraziando tutto il mondo italiano in Argentina: una rete della quale fanno parte associazioni e Comites. Soltanto la Federación fin qui menzionata raduna infatti ben 25 associazioni e l’idea espressa dal Presidente Carrara è proprio quella di rendere possibile un accompagnamento di questo progetto in modo che ogni elemento possa apportare un contributo alla diffusione del turismo delle radici.

Daniel Antenucci, Vicerettore dell’Università Nazionale di Mar del Plata, ha ricordato come la città argentina in questione abbia una con forte presenza italiana e soprattutto come la sua università sia stata nel corso dello scorso anno la prima a istituire una cattedra interamente dedicata alla ‘italicità’. “Italianità vuol dire qualcosa di molto più ampio rispetto a quello che si pensa perché l’Italia rappresenta per la cultura occidentale quello che la Cina rappresenta per la cultura orientale. In tal senso inseguire l’italicità è come ritornare alle origini di ognuno di noi”, ha spiegato Antenucci. Ana Maria Biasone, Responsabile del Master in Sviluppo turistico sostenibile presso l’Università di Mar del Plata, ha posto tra gli obiettivi del progetto quello di studiare sul piano del marketing territoriale un argomento complesso come quello del turismo delle radici. Parlando di cifre, Biasone ha ricordato come la stima degli oriundi italoargentini è di circa 20 milioni di individui: a ciò si aggiunga che di fatto il 50% della popolazione argentina ha origini italiane. Non sono cifre enunciate casualmente ma servono a comprendere il peso che potrebbe avere, anche in termini economici, un progetto di tale portata. Si tratta quindi di un progetto che vede coinvolti numerosi soggetti: l’Università di Mar del Plata, con il suo team interdisciplinare, ma anche i Comites e la Federación. “Tutti vogliono collaborare a questa ricerca nella convinzione che il risultato possa contribuire allo sviluppo del mercato turistico in Italia ma anche per poter risvegliare l’interesse di tanti italo-discendenti verso la terra dei propri antenati”, ha sottolineato Biasone.

Tiziana Nicotera, Cultore della materia presso l’Università della Calabria, ha parlato del lavoro svolto tramite interviste a persone già tornate in Italia dall’estero, per lo più in Calabria, chiedendo se la visita fosse stata in linea con le loro attese o cosa li avesse colpiti di più: un dato emerso di frequente ha riguardato la soddisfazione per l’accoglienza e per il calore della gente. L’indagine di tipo qualitativo ha portato alla formulazione di un questionario di 60 domande. Nicotera ha evidenziato anche un’altra indagine condotta sui Comuni in quanto essi rappresentano l’anello di congiunzione tra l’emigrato o il discendente e la terra d’origine. “Sono persone che hanno esigenze diverse rispetto alla maggior parte dei turisti: sono di solito molto attenti ai piccoli borghi che generalmente sono fuori dai target turistici. Vi è anche la ricerca dei documenti in loco per risalire ai propri antenati. Altri Paesi europei con un forte esodo come Scozia e Irlanda, puntano molto a livello nazionale su questo tipo di turismo e ciò ha favorito la nascita di molte imprese e studi genealogici: in Italia rispetto agli studi genealogici siamo ancora indietro”, ha sottolineato Nicotera. Sonia Ferrari, Docente di Marketing territoriale e del turismo presso l’Università della Calabria, ha spiegato come l’inchiesta sia già iniziata da diversi anni: “è stato quindi possibile formare una squadra di lavoro insieme al Ministero degli Esteri che crede molto in questo settore perché l’Italia e il suo Sud sono molto coinvolti dall’emigrazione ed è un tema importante per i borghi minori del Meridione”, ha commentato Ferrari ricordando anche come alla base di tutto ci sia stato uno studio incentrato sulla letteratura internazionale di tipo qualitativo perché su questo punto specifico c’era poco in Italia. “Questi turisti sono totalmente differenti perché vogliono conoscere le proprie radici e incontrare la gente del posto; vogliono avere notizie sulla propria famiglia e sul sito dove hanno vissuto nonni e padri”, ha precisato Ferrari ricordando che il questionario è dedicato in modo specifico a persone di origini italiane che vivono all’estero ed è incentrato su questi aspetti. “E’ importante sensibilizzare anche la politica e coinvolgere i sindaci perché accogliere al meglio queste persone è un aspetto significativo e tutte queste esigenze le andiamo a conoscere attraverso il questionario”, ha sottolineato Ferrari.

Pierpaolo Iaizzo, della Confederazione degli Italiani nel Mondo-Argentina e del Consiglio dei Molisani nel Mondo, ha rievocato il parallelismo che sussiste tra i cosiddetti ‘Borghi più belli d’Italia’ e questo segmento particolare di turismo. “Anche per il Molise ci sono progetti buoni da sviluppare in tal senso”, ha commentato Iaizzo. Giuseppe Spinelli, Federazione Italiana Circoli Calabresi, ha invitato a valutare il turismo delle radici con l’amore genuino per la terra dei padri legandolo a un’informazione costante che deve andare in questa direzione per attingere a queste sensazioni. Florencia Caretti, Presidente di Feditalia Argentina, ha ricordato come purtroppo ed inevitabilmente il turismo sia stata una delle industrie più colpite dalla pandemia. “Il sogno è recuperare questa industria aggiungendovi un contatto di tipo emozionale: ci sono molte associazioni italiane in territorio argentino che quest’anno non hanno potuto aprire le loro porte ma un turismo italo-argentino può essere un modo per ripartire”, ha commentato Caretti. Anche Marcela Murgia, referente della Faca Argentina-Federación Calabresa, si è messa a disposizione della partnership con il progetto universitario.

Sergio Patruno, Vicepresidente della Federación de Sociedades Italianas de Mar del Plata y Zona, ha espresso soddisfazione per il fatto che si sta creando un grande gruppo di lavoro all’insegna dell’interscambio con i giovani. “Un progetto particolare come il turismo delle radici ci fa scoprire cose nuove ed emozioni come la casa dove vissero i nostri nonni facendoci conoscere qualcosa in più del nostro passato. Sarà un beneficio per imprese e una sfida per i giovani”, ha rilevato Patruno. Pasquale Guaglianone, giornalista, proprio sul tema dei giovani ha invitato a lasciare spazio alle nuove generazioni altrimenti molti non si avvicineranno mai all’associazionismo. “I giovani sono coloro che rappresentano il turismo delle radici ma non significa solo venire in Italia in visita. Alcuni non sono interessati all’Italia: ne amano solo il passaporto, che è il secondo più ambito al mondo dopo quello del Giappone, pur senza parlare una parola d’italiano e senza conoscere i luoghi da dove provengono genitori o nonni. Chiamiamolo turismo degli affetti rispetto ai propri antenati affinché il turismo delle origini non sia solo una passerella”, ha commentato Guaglianone specificando di non riferirsi al contesto argentino dove è dimostrato il legame genuino verso l’Italia. “Se parliamo di legame mi viene in mente il gomitolo che tenevano in mano i migranti sulla nave e i parenti che rimanevano a terra: era un simbolo quel gomitolo che poco alla volta si srotolava fino a spezzarsi del tutto quando la nave si allontanava dal porto”, ha aggiunto Guaglianone rendendo l’idea del legame autentico attraverso questa bella immagine simbolo dell’emigrazione storica italiana del secolo scorso.

Giovanni Maria De Vita, Capo Ufficio I della Direzione Generale per gli Italiani all’Estero del Maeci, ha parlato di iniziative come quella del Comites di Rosario, sostenuta dalla Farnesina, per la creazione di un museo virtuale dell’emigrazione italiana. “I numeri dell’emigrazione sono importanti: in Argentina ormai siamo arrivati alla settima generazione di italiani ed è giusto che questo sia narrato alle giovani generazioni”, ha commentato De Vita sottolineando il legame con l’Università della Calabria che ha avviato una ricerca importante sul turismo delle radici. “E’ un fenomeno di cui si sta prendendo ampia coscienza anche in Italia attraverso iniziative specifiche. Come Maeci ci siamo proposti per una funzione di coordinamento e promozione per iniziative specifiche per attrarre una platea di circa 80 milioni di oriundi nel mondo e sensibilizzare enti locali e associazioni per dare un’offerta turistica mirata ai turisti delle radici”, ha spiegato De Vita che ha proseguito : “E’importante che attraverso il turismo delle radici venga riservata un’attenzione particolare a questa grande comunità degli italiani nel mondo che un’Italia più grande dell’Italia stessa”. De Vita ha poi evidenziato come questa tipologia di turista non sia come le altre. “Il turista delle radici non viene solo a vedere le nostre bellezze Unesco ma viene piuttosto a scoprire il patrimonio immateriale dell’Italia: da dove vengono i suoi antenati e da dove hanno origine i racconti che ascoltava dai parenti. Vorremmo guardare alla nostra comunità – ha aggiunto De Vita – come a un vero partner per sviluppare il turismo delle radici che non è da interpretare come una vendita del Sistema Italia ma come un modo per rafforzare il legame, per noi strategico, con queste nostre comunità nel mondo. Un legame che può non soltanto consolidare il ruolo dell’Italia nel mondo, ma attraverso l’Italia offrire alla nostre comunità una serie di opportunità che il nostro Paese può dare sia in quanto tale, sia in quanto membro del più grande mercato che esistente al mondo che è quello dell’Unione Europea”.  “Occorre formare esperti che aiutino a offrire servizi migliori in un settore come il turismo che ha particolarmente sofferto la crisi della pandemia. Rinnoviamo questa partnership con le nostre comunità e la gratitudine ai Comites e alle associazioni per ravvivare questo rapporto con l’Italia”, ha concluso De Vita esprimendo i migliori auspici per le elezioni per il rinnovo dei Comites nel 2021 nella speranza che ci sia una buona partecipazione. (Simone Sperduto/Inform)

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